domenica 22 marzo 2015

LA FAMIGLIA FANTASMA

“La famiglia fantasma” è il titolo di un libro di Gian Mario Felicetti sulle unioni civili utilizzato per un dibattito organizzato da Tecneke e dal Comitato Genitori dell’I.C. Verjus di Oleggio con l’autore e con Elena Broggi di Agedo (Associazione di genitori, parenti e amici di omosessuali). Chi si aspettava polemiche e provocazioni è rimasto deluso. Elena ha portato la propria esperienza di madre alla quale il figlio ventiduenne confida la propria omosessualità. Gian Mario ha raccontato il proprio coming out tardivo, dopo un’adolescenza che ha visto più gli altri che lui stesso consapevoli della sua diversità; e poi ha illustrato il lungo iter parlamentare per arrivare, forse, a una legge che equipari nei diritti le convivenze ai matrimoni. L’esposizione quieta, insomma, di una condizione umana di attrazione di genere consapevole e serena, responsabile e rispettosa delle sensibilità altrui; non certo perversa e intenzionata a distruggere la morale e addirittura la società.

Diversità. Ma diversità da che cosa? In natura la diversità è il sale della vita. Consente di sfuggire alla stagnazione e alla perdita di energia. In natura l’omosessualità è presente come tante altre sfaccettature biologiche che si oppongono alle classificazioni dai limiti troppo stretti.
Nella storia dell’uomo è sempre stata la diversità il motore per lo sviluppo. L’arte, la filosofia, le scienze… esistono e si espandono grazie alla diversità. Solo la politica e la religione si illudono di ingabbiare il consenso dentro i propri angusti confini, che si manifestano come limiti deleteri. Politici che inseguono religiosi e religiosi che fanno pressioni su politici s’inventano teorie strampalate sulla natura, come se ne detenessero il monopolio. Si beano di termini come innaturale, contro natura, snaturato… che sono nonsense a uso di poeti senza poesia. Amano creare scenari apocalittici con al centro la minaccia mortale degli immigrati, dei ladri, degli atei, degli abortisti, degli anarchici, dei neri, degli omosessuali… E con la natura (che si erge come un’antica dea della distruzione sui cadaveri degli empi) citano passi scelti (e non altri) dei libri sacri e le conclusioni sconclusionate di pseudo saggi, pseudo scienziati, pseudo esperti che sono marionette senza sentimenti. I loro vaneggiamenti sono un chiasso irritante per l’intelligenza e la sensibilità.

Gay, froci, checche… migliaia di anni (salvo alcune isole storiche felici) di ignoranza e ostilità, persecuzione e massacro. Ma che cosa, che cosa eccita tanto fanatismo e tanta crudeltà? Quale paura crea tanto odio? Il timore che la razza umana si estingua? La folle convinzione che i figli possano essere contaminati? Se fosse così, perché le unioni maschio-femmina non sono automaticamente sempre soddisfacenti e felici? Perché molti di coloro che condannano l’omosessualità vanno poi alla ricerca di rapporti anomali, convincendo magari se stessi che travestiti e bambini non contano? O è forse così fragile l’identità sessuale che pestare un gay è l’unico modo per sentirsi rassicurati? Una società bastarda fa in fretta a giudicare le aggressioni immotivate: andava in giro vestita in un modo… pretendeva di venire qua a comandare… se vogliono abbracciarsi, lo facciano in privato…
Il più grande scandalo non lo dà il politico corrotto, il signore della guerra, lo stupratore di bambini, il massacratore di disabili, l’inventore di miracoli, lo sfruttatore di credulità… ma l’uomo o la donna che baciano rispettivamente un uomo e una donna. Scandalo che, lo si è visto, chiede giustizia immediata: giù dal tetto, lapidazione, impiccagione.

Pietà, signori, pietà per chi ama. Siete voi contro natura. Siete voi i tumori della vita sociale. Siete voi da estirpare. Voi che imponete anche con la violenza una morale senza etica. Voi ipocriti e crudeli. Nessuna società può reggersi sull’emarginazione e sulla risoluzione violenta delle diversità. Una società così non si chiama nemmeno branco. Non ha pari, in natura. È innaturale.