venerdì 28 novembre 2008

MAMMA MAMMAZZA 3




Dentro il quadrato
Piero ci è nato
grida sei pazza
mamma mammazza

Tra quattro mura
mamma tortura
Piero adorato
muore ammazzato

Chiara il quadrato
l’ha cancellato
anche se piove
va non sa dove

Dentro le mura
c’è la paura
l’orco ti chiama
questa è la trama.

giovedì 27 novembre 2008

POESIA VENTIDUE


La cinciallegra è tornata. Guardia di confine! Non
l’hai fermata? Lei vola troppo
alta per il tuo fucile. Non
ama me, ma la mangiatoia di arachidi
e semi di girasole. Io non
amo lei, troppo sfuggente, ma
la sua spennellata briosa
sul cielo di novembre. Conosce strade a me negate,
ne traccia di nuove a ogni brezza
e se la guardi
lei non è già più lì. Così vorrei
la mia scrittura: saetta
piumosa,
occhio onnivedente, presa salda,
leggerezza del non essere.

LA REGINA DELLE RANE

Leggo con piacere che "La regina delle rane", presentata il giorno 25, avrà altre due repliche. Dal sito di Teatro Totem http://www.gruppoteatrototem.it/:

A Palermo presso l'associazione culturale e teatrale "La traccia"(http://www.latraccia.eu/) in Via Porta Di Castro, 95 - 103 il 5 dicembre alle ore 21 e il 7 dicembre alle ore 18.30 (ingresso libero) per la fase finale del torneo APPLAUSI 2008 in pieno svolgimento in tutta Italia (vedi http://www.applausi.org/) il Gruppo Teatro Totem, compagnia partner della manifestazione, presenta in forma di mise en espace
"La regina delle rane” di Aquilino

regia di Maria Teresa de Sanctis con Maria Teresa de Sanctis, Letizia Porcaro e Valeria Scaglione.
"La regina delle rane” è uno dei 7 testi finalisti selezionati su tutto il territorio nazionale dai lettori dei Circuiti delle Biblioteche Comunali di Roma, Napoli, Milano, Firenze, Catania, Palermo, ecc. L'opera sarà votata dal pubblico presente in sala; la votazione sarà utile ai fini della proclamazione del 1°, 2° e 3° classificato del torneo, proclamazione che avrà luogo a Napoli il 19 dicembre prossimo presso il Palazzo del Municipio nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo.

INTORNO A MAMMA MAMMAZZA 2



Il gruppo di scrittura creativa è formato dai membri della compagnia C.T.A.S. (Cantina Teatrale Allevatori di Sogni), di Milano. Ci sono Alessandro Veronese, Francesca Gaiazzi, Giulia Gibbon,
Clelia Notarbartolo (che a maggio presenteranno SE UN POMERIGGIO D’AUTUNNO UNA CALDAIA…) e poi Naba, Tina, Erna e Matteo.
In poco tempo, un'oretta di passione e divertimento, stendiamo un sequel di Mamma Mammazza intitolato "Papà papazzo". Oggi la compagnia lo presenterà al gruppo. Poi ne sarà fatta una breve messa in scena.


Da martedì 12 a domenica 17 maggio - Teatro Ringhiera
C.T.A.S.
Progetto Teatri di Indagine – ATTO QUARTO
SE UN POMERIGGIO D’AUTUNNO UNA CALDAIA…
Lirica rock per Piazza Fontana dove, come ormai tutti sanno, non è successo niente.
Drammaturgia e regia Alessandro Veronese
Con Giacomo Bono, Francesca Gaiazzi, Giulia Gibbon, Clelia Notarbartolo, Alessandro Veronese.
Ho capito un giorno d’essermi svegliato in un paese figlio di quel pomeriggio di quarant’anni fa, in uno Stato complice e impotente di fronte al terrore. Un paese che, comunque, non riesco a smettere di amare e che proprio per questo voglio capire. C’è un sapore profondamente epico che si propaga dal buco alla Banca Nazionale dell’Agricoltura. Un’epica di dolore, di strazio. Una lirica di azione e di protesta. Per far sì che, almeno per una sera, anche se a distanza di quarant’anni, a Piazza Fontana SIA SUCCESSO QUALCOSA.

PASSERI: i costumi

Il processo di elaborazione dei costumi. Grazie alla generosità di Ermanno e soprattutto della sua mamma che li ha fatti, ho a disposizione una decina di costumi di carnevale. Forniscono le basi. L'idea uscita dall'incontro con Gianna è di prendere ispirazione dalla pittura di Mirò, sia per le scenografie sia per alcuni costumi, soprattutto quello di Arlechin. Poi, si pensa di mescolare cose contemporanee a cose di linea antica, tipo una giacca o una cravatta. Le mamme dei passeri si mettono subito all'opera. Ecco le prime indicazioni uscite dall'atelier.





mercoledì 26 novembre 2008

INTORNO A MAMMA MAMMAZZA

Sono giorni intensi. Questa mamma che ammazza non lo fa nel segreto della propria casa chiusa agli estranei. Decine di occhi spiano la sua trasformazione in giudice, torturatrice, boia. Decine di voci si intrecciano attorno ai suoi movimenti, riferendo ciò che menti e cuori hanno colto nei gesti e nelle parole, nelle luci e nelle musiche, nei sospiri e nei rantoli. E nell'evoluzione di uno spettacolo la cui regia sera dopo sera si affina, come creta accarezzata dalle mani del vasaio.
Tutti i giorni parto, raggiungo il Teatro Ringhiera, mi incontro con Lupusagnus e con i giovani protagonisti del laboratorio.

"Mamma mammazza" è sul tavolo autoptico. Menti aperte e curiose la sezionano. Scopriamo il cuore, ma anche le viscere; ossa e fasci di muscoli; cavità misteriose, viluppi inestricabili. Che significato ha questo insieme di organi-parole? A quali forme di vita ci conduce? Siamo qui per scoprirlo. Livelli psicologici, sociologici, surreali...

Si fa anche un gruppo di scrittura. Una continuazione dal titolo "Papà papazzo". Due pagine da mettere subito in scena.

Mi emoziono, prendo coscienza del mio testo, mi avventuro nei labirinti del teatro...

Tutte le sere ritorno e sbaglio strada: una volta faccio il giro di Milano al contrario, un'altra mi ritrovo a Milano Fiori o a Castano Primo. Il navigatore ha un bel ripetere: alla rotatoria prendere la seconda uscita... Ho la testa altrove. "Le strade portano ai luoghi" dice Chiara. "Se uno non ti va, prendi un'altra strada." Fosse così facile! Invece ci si perde. Ma non me la prendo. Forse c'è un'unica strada che ho sempre bramato percorrere: quella della perdizione.

IL LABORATORIO ANTEPRIMA

"Riservato a 40 studenti universitari provenienti da diversi atenei, il laboratorio "Anteprima" è organizzato dal Piccolo Teatro. L'obiettivo è originare uno scambio tra gli artisti e i giovani partecipanti intorno ai temi e ai modi dello spettacolo, seguendolo nel passaggio dalla pagina scritta alla rappresentazione, alla fruizione da parte del pubblico. Gli incontri, con la partecipazione del dreammaturgo e degli attori, sono coordinati dal regista Stefano De Luca che smonta lo spettacolo insieme ai ragazzi. Alle 21 va in scena lo spettacolo. Gli studenti assistono a sei repliche consecutive, coinvolgendo un ulteriore gruppo selezionato, un campione di pubblico, diverso ogni sera. Al termine dello spettacolo di nuovo un momento di incontro e di scambio per registrare le reazioni. I risultati del laboratorio saranno prodotti dagli studenti in una conferenza, a chiusura dei lavori."

Oltre a questo laboratorio, saranno effettuati interventi nelle scuole del quartiere.
Martedì 9 dicembre ci sarà un convegno per gli insegnanti dal titolo "Una madre ama sempre il proprio figlio, anche quando lo odia" con la partecipazione di Lupusagnus, della dott.ssa Aurelio Maria Teresa, psicologa clinica Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena, di Monica Fazzi e Barbara Bongini, servizio tutela dei minori e di altri di cui darò informazione.

sabato 22 novembre 2008

POESIA VENTUNO

A gambe larghe, tronfia, incedi sul mio prato,
alta la testa a cogliere occasioni
di razzia, gazza di livrea elegante. Scansioni
i dintorni, occhio di rettile, voce
sgraziata e temuta: storni, passeri e verdoni
in fuga frenetica. Il mondo è tuo, tiranno
sauro che regni senza mandato,
dominatore leader di un popolo aggiogato,
onnivoro potere di un tronfio scellerato,
di livrea elegante, forbito eloquio,
a petto in fuori alta la testa,
la folla applaude, frenetica, festosa,
sorride, perfino, la gazza smancerosa.


giovedì 20 novembre 2008

MAMMA MAMMAZZA


Dal Corriere della Sera online:

«Mamma Mammazza»

Lupusagnus è un nome composto dalle parole latine «lupus» e «agnus» ispirato alla famosa favola di Fedro del lupo e dell’agnello. Lo ha scelto per designarsi una nuova compagnia composta da un regista e cinque attori formatasi alla scuola di Strehler: Stefano De Luca, allievo e poi assistente del Maestro, e Tommaso Banfi, Marta Comerio, Sergio Leone, Annamaria Rossano, Giorgia Senesi, tutti già presenti in produzioni del Piccolo. Autore di riferimento di Lupusagnus è Aquilino (ex insegnante, piscoterapeuta, animatore di laboratori nelle scuole), che ha scritto il testo dello spettacolo d’esordio «Mamma Mammazza» prodotto con il Piccolo e ospite per il debutto al Ringhiera. Una storia di inferno familiare sul filo di ironia, follia e cattiveria, i cui protagonisti sono un ragazzaccio che al parco esibisce le proprie nudità a un’incauta runner e sua madre, mostro-divoratrice che forte del motto «Io ti ho fatto io ti distruggo», lo aggredisce, umilia, tortura e infine uccide. Il debutto è preceduto da una settimana di anteprime aperte al pubblico. Tel. 02.58.32.55.78. oppure 848.800.304. Domenica ore 16. Ingresso euro 15-10.
Teatro Ringhiera http://www.atirteatro.it/sito_atir_provvisorio/homepage.html
Da "La voce", quotidiano indipendente online
Il Piccolo Teatro lancia esperimenti teatrali nella periferia milaneseIl debutto della compagnia Lupus Agnus e due laboratori teatrali per gli studenti del quartiere Gratosoglio.
Dopo essere stato animato dai bambini della “Storia della bambola abbandonata”, che ha chiuso a fine ottobre una settimana di tutto esaurito, il quartiere Gratosoglio, alla periferia di Milano, ospita uno spettacolo giovane e insolito al nuovo Teatro Ringhiera.
In collaborazione con il Piccolo Teatro, la compagnia Lupus Agnus, formata da allievi della scuola Giorgio Strehler, interpreta “Mamma Mammazza”, una storia di ordinaria follia familiare che è lecito definire un Festen in salsa mediterranea.
Aquilino, autore di riferimento della compagnia, racconta, con ironia tagliente, un interno familiare distorto e allucinato, una periferia che potrebbe essere quella milanese o di qualsiasi altro angolo del mondo così come semplicemente una periferia spirituale dove si arena un’umanità degradata e perversa.
Piero, il protagonista della storia, si trova a dover affrontare le ire della madre per aver mostrato le sue nudità ad una ragazza in un parco. La donna lo aggredisce prima verbalmente, poi fisicamente, fino ad arrivare, su istigazione della sorella e sotto gli occhi di uno spaurito commissario di polizia, a compiere su di lui un’estrema vendetta.
La storia, sconvolgente e assurda, ma sempre sul filo di un’ironia tragica, è anche occasione di di formazione e di coinvolgimento attivo del quartiere. Infatti i ragazzi delle scuole di Gratosoglio potranno partecipare a due laboratori teatrali organizzati in contemporanea alle anteprime (dal 24 al 30 novembre) che, con la collaborazione del Piccolo Teatro e della compagnia Lupusagnus, tracceranno dei percorsi educativi e di crescita intorno allo spettacolo. In seguito, intorno alle repliche si snoderà un itinerario sulla drammaturgia contemporanea con l’obiettivo di offrire agli studenti universitari uno sguardo sul teatro "dall'interno", “smontando” lo spettacolo insieme al regista e agli attori e ripercorrendo le fasi di passaggio dal testo scritto alla messinscena.
Mamma Mammazza di Aquilino regia Stefano de Luca Teatro Ringhiera via Boifava 17
Orari: da lunedì 24 novembre a domenica 30 novembre: anteprime ore 21 - domenica ore 16.
Da martedì 2 dicembre a domenica 21 dicembre: repliche ore 21 - domenica ore 16. Lunedì riposo. Domenica 7 dicembre riposo.
Durata 70 minuti. Prezzi: 15,00/10,00/8,00 euro. Biglietteria: Piccolo Teatro Strehler (largo Greppi): lunedì 10-18.45, martedì-sabato 9.45-19.30, domenica 13-18.30.
Info e prenotazioni: Piccolo Teatro tel. 848800304 (lunedì 10-18.45, martedì-sabato 9.45-19.30, domenica 10-17) - Teatro Ringhiera tel. 0258325578 / 0287390039 (da lunedì a venerdì ore 10-18).

mercoledì 19 novembre 2008

PER VOCE SOLA 2008


Ho partecipato con "Il più bello di tutti i fratelli", ma non è stato nemmeno segnalato. Mi spiace, sarebbe stato un bel regalo per mia madre. Racconta la sua storia negli anni del fascismo: da Riese, il suo paese in provincia di Treviso, alla Libia, a Tradate, in Lombardia, sove sono nato io. Il più bello di tutti i fratelli (d'Italia) è il partigiano. Suo fratello Aquilino, di cui ho ereditato il nome, ucciso dai fascisti in un bar di Rescaldina. Forse non sono tempi per celebrare chi ha dato la vita per il popolo, non per lo Stato.

Se vi fa piacere leggerlo, trovate il testo nel mio sito http://www.aquilino.biz/, sezione teatro. Oppure cliccate qui: http://www.aquilino.biz/ilpiùbello.PDF

Per la cronaca, ecco i vincitori:

Primo classificato: Antiniska Pozzi (Milano), L'insalata di pomodori. Secondo classificato: Gabriella Valentini (Latina), Olga. Terzo classificato: Enrico Racca (Milano), Sono cose che succedono.
Segnalati:
Emanuele Vacchetto (Roma), Lei legge le labbra. Vincenzo Ercole (Cordignano - TV), Corpo in affitto. Benedetto Mortola (Camogli - GE), Ho spento la televisione. Aldo Selleri (Milano), Con gli occhi allegri da italiano in gita. Alessandra Teatini (Torino), Biglie viti bulloni. Annalisa Rossi (Roma), Era bello Borgo San Pietro. Andrea Dalla Zanna (Milano), Miles gloriosus.
Segnalazione “Nuto Revelli”: Antonio Carletti (Genova), Sotto i quattro anni è gratis.

domenica 16 novembre 2008

LA FATTORIA DEGLI ANIMALI


Email di Giulia, impegnata al Filodrammatici in una nuova produzione. Brava, Giulietta! Mia ex alunna di scuola, poi una delle "Ragazze dell'altra Eva", teatro per bambini, poi la scuola di teatro a Milano... e io divento sempre più vecchio.
DAL SITO:
dal 11 al 30 novembre Prima nazionale - Nuova Produzione
LA FATTORIA DEGLI ANIMALI da George Orwell
progetto e regia Bruno Fornasari
drammaturgia collettiva con Tommaso Amadio, Marco Cacciola, Stefania Pepe, Andrea Lapi, Giulia Viana, Giacomo Ferraù
scene e costumi Erika Carretta / movimenti coreografici/vocals Marta Belloni, Umberto Noto /
assistenti alla regia Fabio Bisogni, Stefania Monaco / assistente scene/costumi Eleonora Rossi / yoga trainer Benedetta Spada / produzione eThica?
La Fattoria degli Animali viene spesso associata ad un pubblico di bambini per semplicità ed immediatezza narrativa. Proprio dal valorizzare queste caratteristiche parte lo spettacolo, che affronta anche il pubblico adulto con la forza eversiva della provocazione, scostandosi dalla favola originale in una nuova elaborazione per la scena. La drammaturgia, creata dal gruppo durante le prove, ambienta la vicenda in una cittadina isolata “…tra le montagne di una certa catena montuosa tra qui e l’altro capo del mondo”, all’interno di una fabbrica di carni ed insaccati. La fabbrica, gestita da affaristi senza scrupoli che trattano i loro dipendenti alla stessa stregua degli animali che macellano, viene riconquistata dai lavoratori con una rivolta, che trasforma la vecchia società dei padroni in una nuova impresa collettiva chiamata, a seguito degli eventi che ne hanno permesso la costituzione, La Fattoria degli Animali – Società Cooperativa Carni ed affini.Come nella Fattoria orwelliana, il compito di organizzare i lavoratori ricade sui leader che hanno reso possibile la rivoluzione, ossia tre degli operai più intelligenti della piccola comunità: Napoleone, Palladineve e Piffero. Da qui prende il via la vicenda, che si sviluppa come una fedele trasposizione contemporanea della favola classica, raccontata ed agita da sei attori, alternativamente narratori e personaggi.La costruzione del mulino verrà sostituita con la costruzione di un avveniristico macchinario, che permetta di ridurre le fatiche di tutti pur mantenendo costante la produzione, il potere di Napoleone verrà sancito con la trasformazione della Cooperativa in una SPA che permetta di far incassare utili al suo Presidente, la morte di Boxer avrà una sinistra analogia con i casi, sempre più diffusi, di incidenti sul lavoro. La scelta di agire un adattamento corposo risponde alla necessità di ancorare con maggior immediatezza alla realtà contemporanea, alcuni dei temi presenti nella favola classica. Lo spazio, inizialmente ordinato e pulito, occupato soltanto dalle sedie dei narratori, andrà man mano riempiendosi di materiali ed oggetti che lo renderanno sempre meno agevole per i lavoratori e sempre più comodo per i nuovi padroni. Napoleone e Piffero, neo-capitalisti, gradualmente ricostituiranno il regime di sfruttamento che avevano aiutato a combattere, mentre Boxer e Berta torneranno alla fatica e alla fame, senza mai perdere la fede nei loro carnefici. La Fattoria degli animali – Società Cooperativa Carni ed affini sarà quindi un processo d’indagine del reale, col pretesto classico dell’allegoria e il tradimento contemporaneo dell’attualità.
“L’Unione Sovietica era fondamentalmente un paese capitalista” – Noam Chomsky

ANCORA LAIVES




Una settimana via da tutto. Sospendo la scrittura di "Horror team" con Simone. Faccio fare anticamera a Walter, un attore, che vuole interpretare "L'assaggiatore del re". Prendo le distanze da "Mamma Mammazza". Metto in pausa il Teatro dei Passeri. Non telefono nemmeno al piastrellista, all'idraulico e agli altri che devono terminare i lavori. Chiudo la mente soprattutto allo sguardo di dolore e disperata rassegnazione di mio padre, che sta morendo. Mi carico di libri e parto. Sono a Laives. L'albergo fornisce un'ottima cucina, ne approfitto in modo smodato, ingrasso di un chilo. Ogni giorno vado alla scuola elementare, poi alla media, poi magari torno alla elementare, e poi in biblioteca... Anziani volontari fanno i vigili ai semafori, tutti si salutano con grande cordialità. Sorrisi ovunque. I merli sulle recinzioni mi guardano passare. Anche i bambini fanno i vigili all'ingresso della scuola. Prima di entrare nell'aula si tolgono le scarpe e calzano le pantofole. Nuvole, poi piove. Solo venerdì esce il sole. Mercoledì vado a Trento, visito il castello del Buonconsiglio, il duomo e il centro, poi la pioggia si fa di un'insistenza tormentosa e rientro. Ogni mattina prendo il Corriere della Sera: lodi a Gelmini e Brunetta. Bene, bravi. Leggo in fretta, mi prende una nausea da stracciare le pagine: immigrati massacrati, truffe all'Inps, le barzellette furibonde e narcisistiche del piccolo dittatore, gli anatemi della Chiesa, l'amicizia fra Tremonti e il papa, i divi, i politici, i ladri, i bastardi, i mafiosi... Bel paese. Venerdì sera a cena da Emma, la bibliotecaria di Egna. Avessi saputo prima che Egna è tanto bella! Portici del secolo XIII tirati a calce come le case di Ostuni. Emma mi prospetta un progetto simile anche da loro. Bene, così visiterò con calma la cittadina. Minestra di verdure, verdure stufate, piadine portate da Enrico, musicista di Rimini, e per finire una birra analcolica.
Libri: "Il diavolo nella tradizione popolare italiana", di Cocchiara; "Santi e vampiri" di Dogheria (ne ho letto solo una trentina di pagine, ma è molto stuzzicante); "La signora dell'arte della morte" di Franklin, così così; "Il cavaliere della vera croce" di Camus, nipote di Albert (incredibile che pubblichino un libro che sembra una raccolta di barzellette! allora è vero che se si è nipoti o figli di un personaggio famoso si riesce a pubblicare anche senza sapere scrivere); "L'ombra del vento" di Zafon, di cui ho comprato anche "Il gioco dell'angelo": un libro vero, un libro vivo, sulla scia di una scrittura classica, una narrazione di invenzioni e personaggi che prendono per mano il lettore e lo accompagnano in un mondo che vorremmo esistente al posto di questo.
Sabato mattina parto. A Verona il treno è in ritardo di mezz'ora. Che diventerà un'ora e un quarto. Il locomotore è rotto. Di quanti locomotori rotti ho già fatto esperienza? Troppi. Trenitalia si scusa. Ipocriti. Betti viene a prendermi a Novara, per fortuna, altrimenti dovrei aspettare altre due ore per una coincidenza che non coincide più con niente.
Arrivo a casa. I lavori sono andati avanti anche senza di me. Il tetto è finito. L'ingresso, sotto il terrazzo, è stato imbiancato e chiuso da vetrate. Ora ho una serra per ricoverare le piante grasse in inverno. Sento mia madre. "Vengo domani. Sì, ti porto il becchime per le galline. Anche per i pappagallini? Va bene. E per il gatto?" Mio padre è stabile. Resiste. Ho sussurrato al dottore: lo faccia soffrire il meno possibile. La vita non è solo efficienza, ha affermato in questi giorni un cardinale. Mi sembrano cattivi, quando dicono certe cose. Come se volessero imporre alla gente un dolore senza senso. Che se li tengano loro il dolore, la disperazione, il terrore, l'angoscia, la sofferenza cupa di chi non vede via d'uscita e non capisce perché deve stare ancora qui a subire una vita che non è più vita. Ma sanno che cos'è Il rispetto? E l'amore? Forse lo sanno solo dai libri. Ma non quelli scritti con la vita. Gli altri, quelli in latino.

SCRITTURA CREATIVA A LAIVES



Sono tornato da Laives (a sette chilometri da Bolzano), dove ho lavorato con tre classi di scuola elementare, una terza e due quinte, e con una prima media. Sei ore per classe alle elementari, otto moduli di 50 minuti alla media. Mattino e pomeriggio dal lunedì al venerdì. Non è molto tempo, ma bisogna comunque assicurare una produzione valida e originale, coinvolgendo il più possibile gli alunni. Con i bambini di terza elementare abbiamo inventato la leggenda delle caverne. Abbiamo avanzato due ore e li ho guidati nella scrittura di una filastrocca, così hanno anche imparato il significato di strofa, ottonario, cesura... e si sono divertiti nella lettura ritmata.

FILASTROCCA DI CAVERNE E DI LANTERNE


Vi vogliamo raccontare
di un ragazzo di montagna
che i mirtilli va a cercare
ma poi piove e lui si bagna.


"Oh se avessi una caverna
larga calda e ospitale!
Io ci accendo una lanterna
lascio fuori il temporale.

Ho un'idea! Sottoterra
vive un popolo di nani.
Sono ostili e fan la guerra
ma terrò alte le mani."



"Scappa via bambino umano!
Non lo sai che qui è vietato?"
"Sì lo so voglio una mano
perché son tutto bagnato."


Lo raggiunge il re arrabbiato.
"Mille grotte fa' scavare."
"E tu in cambio che mi hai dato?"
Mille attrezzi mi fai fare."

Hannes torna in superficie.
"Chi mi viene ad aiutare?"
Salva un mago che felice
or lo vuole compensare.

Con un colpo di bacchetta
roccia in ferro ha trasformato.
Sulla magica carretta
al villaggio l'ha portato.

Gli abitanti del villaggio
mille attrezzi han preparato.
Era aprile quasi maggio
che il lavoro han terminato.

Non più liscia è la montagna
tutta piena di caverne.
Chi ci va più non si bagna
brillan mille e più lanterne.


Nelle classi quinte ho coordinato un lavoro preparatorio all'autobiografia che realizzeranno per la fine dell'anno. Tre brevi scritti. Dapprima in gruppo e poi singolarmente. La descrizione di Laives. Un episodio del quinquennio. Un ricordo da zero a cinque anni. Sono soddisfatto dei risultati. Li ho stimolati a percorrere strade diverse in modo da evitare il più possibile gli stereotipi. Invece di infarcire le descrizioni di banalità, li ho indotti a osservare la città con lo sguardo di una nonna, di un bambino piccolo... li ho spinti a utilizzare i sensi... E nel recupero dei ricordi ho insistito su emozioni e sentimenti. Temevo che lo schema che avevo preparato fosse difficile, e invece è stato capito e usato con profitto. LINGUA-PENSIERO-LETTORE-STORIA-AUTORE. Un viaggio ragionato nella scrittura autentica e originale.
Un esempio:
"Il mio paese è circondato da montagne che sembrano una corona di roccia e di smeraldi in primavera, di rubini e topazi in autunno. Durante l'inverno la corona diventa un pandoro di candido zucchero a velo. Quando mi capita di fare qualche viaggio, allontanandomi dal mio paese, vedo lentamente sparire le mie montagne: il cielo è improvvisamente vuoto e io mi sento meno protetto. Di sera, quando è buio, le case illuminate del mio paese sembrano tanti occhi luminosi che sorvegliano le montagne."
Anche con le quinte abbiamo avanzato tempo e nelle ultime due ore abbiamo scritto dialoghi, affrontando la scrittura teatrale: senza narratore, senza didascalie, tutto viene raccontato e spiegato dagli attori. C'è stato perfino il tempo di organizzare piccoli spettacoli di grande risate. Gli interpreti mi si sono presentati con corone di cartone, occhiali scuri, sciarpe e pasticci vari. Via tutto. Solo voce, mimica, gesto, movimento.
Con la prima media abbiamo scritto una leggenda intitolata "L'invasione degli Orchi Troglodit". Un eroe, Gangialf, uno stregone ridotto a scheletro, orde di Orchi e Troll crudeli e distruttori, il sacrificio dell'eroe che ottiene la magia a prezzo della propria vita: si trasformerà anche lui in uno scheletro e giacerà accanto allo stregone in attesa di una nuova chiamata.
Ho preparato con il computer della biblioteca interscolastica un fascicolo con alcune illustrazioni e quattro grandi spazi bianchi. Ogni alunno ne ha avuto una copia che ha illustrato in modo personale.
Saluto e ringrazio le insegnanti Concetta Nifosi, Claudia Guiducci, Daniela Maccagnan e Raffaella Frasnelli. E naturalmente Vilma della Biblioteca Interscolastica che ha promosso l'iniziativa. Lavorare con loro è stato un piacere.

Tornato a casa, tra le varie fotocopie trovo uno scritto di Raffaella. Non me ne voglia se ne trascrivo due righe.
"Questa settimana di lavoro è stata una vera e propria boccata d'ossigeno. Vedere i miei alunni così interessati, vogliosi e anche bisognosi di raccontarsi, accettare critiche..."
Un sollievo, perché c'è sempre un poco d'ansia: andrà tutto bene? saprò portare qualcosa di nuovo?...
Appena ho tempo, esporrò in modo più organico il progetto e pubblicherò alcuni lavori sul mio sito.




LA REGINA DELLE RANE


giovedì 6 novembre 2008

SCRITTURA A LAIVES


Domenica parto per Laives, a pochi chilometri da Bolzano. Mi fermerò fino a sabato 15. Incontrerò alunni di una prima media, di una terza elementare e di due quinte elementari. Sei od otto ore per classe in cinque giorni. Laboratori di scrittura su: il mito con spunti dalle leggende altoatesine, il racconto fantastico e la sua trasposizione teatrale, l'autoritratto nell'ambito di un progetto di orientamento.

E' il secondo anno che ci lavoro e mi ritrovo tra amici. L'iniziativa è ancora una volta della responsabile della Biblioteca Interscolastica, Vilma Venturato.

Come condurrò il laboratorio? Ho steso uno schema che mi fornisce le linee guida e gli obiettivi. Ritengo che non ci siano difficoltà a passarlo agli alunni come stimolo per riflettere su alcuni aspetti dell'espressione linguistica.


Laboratorio di scrittura creativa
Laives, 10 – 14 novembre 2008
a cura di Aquilino
OBIETTIVI
Prendiamo in considerazione le relazioni che stabilisce lo scrittore:

1) LA LINGUA
1. La correttezzaprodurre scritti corretti dal punto di vista grammaticale, scorrevoli, con lessico adeguato e variato.
2. La corrispondenza al pensieroadeguare il registro stilistico a quanto si vuole raccontare o esporre.

2) IL PENSIERO
1. La semplificazioneeliminare il superfluo e le ripetizioni.
2. La completezzaidentificare i momenti di descrizione, esposizione o espressione che necessitano di approfondimento e completamento.
3. La precisionerifinire terminologie, descrizioni, espressioni di sentimenti e di pensieri.

3) IL LETTORE
1. L’interesse finalizzare lo stile e i contenuti a catturare l’attenzione del lettore, stimolandolo a proseguire la lettura.
2. Il piacere – rendere la lettura piacevole ed emozionante.
3. La comprensionericorrere a tutti gli artifici per soccorrere il lettore nella comprensione di ogni parte del testo.

4) LA STORIA
1. Il sogno a occhi aperti – visualizzare la vicenda, rendendola simile a un film o a un allestimento teatrale.
2. La sequenzialitàsuddividere la vicenda in parti e prendere in considerazione gli stacchi di luogo e di tempo.
3. La prenotazioneprevedere gli sviluppi, anticipare un finale provvisorio.

5) L’AUTORE
1. La veritàavere con la vicenda narrata lo stesso rapporto di empatia di uno psicoterapeuta con il suo cliente, immedesimarsi in ogni personaggio e in ogni aspetto, facendo ricorso, come nelle tecniche teatrali, alla propria esperienza di vita.


Ogni scritto è un viaggio. C’è il momento della partenza (INCIPIT) e quello dell’arrivo (FINALE). Essi sono sempre in stretta relazione. Ogni viaggio comporta dei cambiamenti. Le storie narrano i cambiamenti avvenuti in una persona, in un ambiente, in una società.

UN POPOLO DI FAUST

Anche se credessi al diavolo e all’anima, avrei difficoltà a dare credito alla vicenda di Faust e di Dorian Gray e di tutti gli altri che hanno firmato con il sangue il terribile contratto. Satana si dà tanto da fare per conquistare una singola anima? Possibile? Neanche fosse un mondo di veri santi e veri innocenti, questo!
Mi è facile però pensare che il diavolo, di sicuro indaffarato quanto un manager della new economy (adesso, poi, che il galleggiamento è incerto!), possa dedicare tempo ed energie per una retata di massa.
Riscrivo quindi così il ragionamento: se credessi al diavolo e all’anima, avrei la sicurezza che migliaia e forse milioni di connazionali hanno firmato il patto scellerato.
Che altro pensare di politici, imprenditori, amministratori, conduttori televisivi, tronisti, veline, primedonne, cantanti, camorristi, mafiosi… tutti votati alla triade venerata: potere, soldi, successo?
E devo aggiungere i giocatori del lotto, i possessori di cani assassini, i fanatici della vacanza al club, i cocainomani rampanti, i rifatti e le rifatte, e tutti quelli con i loro mediocri e meschini misfatti inquinano l’aura di chi gli sta intorno.
Hanno tutti venduto l’anima al diavolo. E sono tutti credenti. Ma a un paradiso lontano, sfocato e aleatorio preferiscono una vita di lussi e di sopraffazioni, di volgarità e di soddisfazioni dozzinali, di razzie e di accumuli, di sprechi e piaceri più o meno leciti.
Cinici e sprezzanti, stupidi e ignoranti, bugiardi e ipocriti, violenti e malvagi, depredano e distruggono, peggio che i biblici sciami di cavallette.
Sì, sono una piaga.
Ma come combatterli, dato che hanno il diavolo dalla loro parte?
Forse solo uno stuolo di angeli li può fermare.
Bisogna, però, credere negli angeli.

mercoledì 5 novembre 2008

TEATRO DEI PASSERI: l'incipit




Se il nostro fosse un incipit letterario, ci farebbe sospettare un libro dalla scrittura disordinata e dal contenuto confuso e inconcludente. Osservare il gruppo (tutti di undici o dodici anni, meno uno di dieci e uno di tredici) mentre affronta le prime difficoltà potrebbe far disperare di un esito felice. Eppure da questo caos di parole, gesti e movimenti nascerà una rappresentazione gradevole, ne sono sicuro. L'ARLECHIN FANTASIMO decollerà e volerà alto.

Mettere in scena un'arlecchinata è una sfida e non me ne rendo conto solo io. Anche i ragazzi hanno capito che non basta dire le parole, come hanno sempre fatto, magari accompagnate da gesti goffi. Devono affrontare le difficoltà tipiche di generazioni che non vivono più nella natura, dove acquisiscono una consapevolezza del corpo armonica. Non trascorrono più ore e ore in bicicletta, non corrono, non costruiscono, non si arrampicano...

Le prime prove sono imbarazzanti. Per molti, sollevare una gamba è un problema. Disegnare figure nell'aria con movimenti delle braccia armoniosi... frustrante. Il corpo è anche tabù. Toccarsi, per esempio... Migliori risultati si ottengono con la voce: certo, parlano dalla mattina alla sera!

La mia difficoltà consiste nel combinare in modo equilibrato ed efficace elementi da scuola di teatro con le prove sul copione: per maggio dev'essere tutto pronto.
Pochi giochi: ripetere la frase ascoltata a destra e passarla a sinistra reinventandone l'espressività; le camminate; concentrarsi sul proprio personaggio, presentarlo; improvvisare poche battute coerenti con i personaggi...
C'è già chi vorrebbe arrendersi, ma poi gli passa.

Gianna si è già messa al lavoro. Costumi e scenografie si ispireranno (si fa per dire) agli allestimenti del Piccolo Teatro e a Mirò. Avremo così palazzi veneziani, costumi e make-up combinati con la grafica e i colori del pittore.

Martedì 18 faremo una riunione per i costumi. Ci saranno le mamme del Comitato, si inviteranno le signore del CIF e la signora Castaldi che ci ha donato i costumi carnevaleschi fatti da lei in questi anni.
Per la cronaca, ecco i nostri artisti:
GRUPPO A: Bolamperti Cristiana, Crippa Nicola, Farioli Sofia, Gerundini Gilberto, Melone Matteo, Truzzu Erika.
GRUPPO B: Brunelli Francesca (Quaresima), Canovi Tommaso (Arlecchino), Caprera Miriana (Rosina), De Ruvo Lara (Dorina), Massara Alessandro (Florindo), Morello Andrea (Pantalone), Rivolta Giorgio (Zanni), Targani Jacopo (Carnevale), Tornese Veronica (Colombina).
AIUTO REGISTI: Bedostri Lorenzo, Canovi Elio.


lunedì 3 novembre 2008

LA REGINA DELLE RANE

TORNEO APPLAUSI 2008:
"La CERIMONIA di GALA del Torneo APPLAUSI 2008 per la premiazione delle Opere e delle Compagnie Teatrali si terrà a NAPOLI venerdì 12-12-2008 alle ore 11,30 presso il Palazzo del Municipio nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo".


La mise en espace del mio monologo, LA REGINA DELLE RANE (trovi il testo nel mio sito http://www.aquilino.biz/) sarà effettuata nel teatro "I candelai" di Palermo a cura di Gruppo Teatro Totem (http://www.gruppoteatrototem.it/) il 25 novembre alle ore 21.00.



Tuo Originale Tentativo Estremo Movimento: Totem è questo, l’acronimo di un pensiero di libertà che è libertà di creare, un tendere verso, un essere in divenire, in perpetuo, come è proprio dell’arte. Così nasce nel 1986 a Palermo il Gruppo Teatro Totem, associazione culturale, da un’idea di alcuni ex-allievi della scuola di teatro 'Teatès' diretta dal Maestro Michele Perriera. La parola, il gesto, la musica, il corpo: questi gli elementi che caratterizzano la poetica del gruppo, un percorso di ricerca in continua evoluzione e studio, nel quale lo stretto rapporto fra danza e scrittura, musica e poesia, in uno scambio ininterrotto all’insegna di reciproche e naturali integrazioni, dà luogo ad un unicum espressivo che nella creazione teatrale trova la sua massima risonanza. Dal teatro dell’assurdo degli inizi, infatti, l’attività di ricerca del Totem arriva, attraverso varie esperienze, ad un'idea di teatro globale dove è la musica ad integrare parola, corpo e spazio. L’essenzialità delle scene e la poesia dei testi alimentano quindi evocazioni e suggestioni che tutto creano lasciando lo spettatore libero di immaginare e intuire. Proprio per questo spirito di ricerca sempre vivo, le produzioni del Totem spaziano anche al teatro per ragazzi, dando vita così ad originali fiabe musicali.
Del nucleo originario del Gruppo Teatro Totem, sono rimasti
Donatella de Sanctis, la danzatrice - coreografa della compagnia, Maria Teresa de Sanctis, regista, attrice e drammaturga, attuale guida del gruppo, e gli artisti Marco Di Miceli e Luca Guarisco, pittore.

Due immagini dell'allestimento del 2001 con la regia di Mirko Urania e l'interpretazione di Michela Gatti.


sabato 1 novembre 2008

ALLEGRI, GENTE... CHE DISGRAZIA!

Ho consegnato il testo per la compagnia amatoriale "Cacao" di Oleggio. Ventitré personaggi. Ma penso che ne sia uscito un buon copione, vivace, spiritoso, emozionante. Il titolo, "Allegri, gente... che disgrazia!" è quello dell'opera messa in scena nel 1982. In quell'anno un gruppo di giovani vuole rifare la filodrammatica presente in città prima della guerra e mi chiede il testo. Loro non hanno esperienza di teatro, io nemmeno. Ci si ingegna, ci si inventa attori, autori, registi. Quando in questi giorni ho riletto il testo di allora sono inorridito: robaccia da cestinare. Il nuovo testo è quindi proprio nuovo, e piuttosto ambizioso per un gruppo di amatori. Le parti sono molto più impegnative che quelle degli anni scorsi, ma sono sicuro che l'entusiasmo e la notevole esperienza acquisita porteranno a un allestimento di grande successo. Ecco due fotografie dello spettacolo del 1982. Quattro pali, qualche tenda, lampade da giardino, costumi assemblati in qualche modo con le stoffe fornite dalla locale fabbrica... eppure il teatro riesce ugualmente a fare esplodere la magia. L'orrendo coso con la faccia imbiancata ero io nelle vesti (si fa per dire) del conte Rodolfo, il traditore.

Questa è la filastrocca che prelude al secondo atto:

Noi siamo trovatori e menestrelli,
cantiamo per i borghi e i castelli
le storie di ingiustizie e di soprusi,
d’innocenti finiti poi reclusi.

Comandava un potente al suo soldato:
quell’uomo venga subito ammazzato.
Il soldato obbediva e lo ammazzava,
senza rimorso poi se ne tornava.

Ma un colpevole va presto trovato
che si accolli la colpa del reato.
Il potente comanda: a un popolano
venga subito tagliata una mano.

Comandava un potente al suo soldato:
un altro venga subito ammazzato.
Già che c’era il soldato ne ammazzava
dieci più mille, e poi se ne tornava.

Al colpevole, sempre il popolano,
amputate le braccia, oltre alla mano.
E dopo via le gambe e via la testa,
e il potente soddisfatto è in festa.

Giustizia è fatta! grida ai popolani,
che sono tutti zoppi e senza mani.
Il popolo felice non fa festa,
perché si sa che proprio non ha testa.