martedì 24 febbraio 2009

BRAVI, PASSERI!


La settimana scorsa ero scoraggiato. Mancanza di memorizzazione, perdita di energia, distrazione, scarso convincimento… Oggi provo con il gruppo dell’Arlechin, mentre Marina aiuta il gruppo A a mandare a memoria le parti. Nel frattempo, approfittando della chiusura della scuola, Gianna stende sul pavimento il fondale; ritaglia nel cartoncino le sagome di porta e finestre della locanda e traccia i contorni sulla tela. La settimana prossima, con la collaborazione di Annamaria, comincia a stendere il colore.
Provo e va tutto bene. Non solo i più recalcitranti hanno studiato (devo ringraziare gli interventi preziosi delle mamme e dei miei due aiutoregisti, Lorenzo ed Elio), ma il gruppo comincia finalmente a capire che cos’è l’interazione e soprattutto si diverte a fare teatro. Bravi, ragazzi!
Beh, i problemi da affrontare sono tanti: la divisione in due gruppi con la conseguente frammentazione del lavoro e la perdita di concentrazione, la dimestichezza sempre più scarsa con la memorizzazione, l’inadeguatezza psicomotoria e quindi la disarmonia dei movimenti, la pratica ormai scomparsa della gestualità, gli imbarazzi tipici del preadolescente riguardo al proprio corpo e alla cooperazione con persone di sesso diverso, l’inespressività del parlato…
Oggi ho visto che qualcosa prende forma.
Lo spazio non intimidisce più; si comincia a utilizzarlo in tutte le sue potenzialità. Il corpo comincia a sciogliersi, si esplorano i gesti. La voce si fa più sicura e coerente con ciò che vuole esprimere la parola. C’è più voglia di giocare senza timori e senza vergogna.
Fare teatro è modellare un blocco amorfo di creta per farne un oggetto bello ed emozionante.
Non rimane molto tempo e so comunque che a maggio saremo pronti, ma pronti per modo di dire. Ci vorrebbero due anni (con un ritmo settimanale spesso interrotto da vacanze e impegni vari: una quarantina di ore in tutto per mettere su un palcoscenico quindici “passeri” in un’opera complessa e ambiziosa) per una messa in scena davvero rifinita. Ma siamo passeri e i passeri, si sa, sono impulsivi e vogliono tutto subito, altrimenti volano via da un’altra parte.

lunedì 23 febbraio 2009

NUOVI OSPITI


In questi giorni ho sistemato, rinnovato (tolto un filadelfo di cinquant'anni) e arricchito il giardino: pino marittimo, altre nandine, due ilex, pino mugo, skimmia rubella, poligala, sarcococca, juniperus, calicanto, mirtillo precoce, ribes nero, lampone giallo... Ho notato altri due ospiti: il codirosso spazzacamino femmina (che avevo confuso con il luì) e la passera scopaiola. Merli e cince aumentano.

KLPTEATRO.IT

Fra Darwin e mamme killer: il teatro di Stefano de Luca
Venerdì 20 Febbraio 2009, di Renzo Francabandera.
"Con un titolo suggestivo, il suo "Mamma Mammazza" ha fatto il giro d'Italia: una drammaturgia di Aquilino, un testo aspro e affidato a Lupusagnus, affiatato gruppo di attori e regista formatisi alla scuola di Giorgio Strehler. (...) Abbiamo intervistato Stefano De Luca e Aquilino al teatro Ringhiera di Milano, in occasione delle repliche di "Mamma Mammazza" di dicembre. Ci hanno parlato del loro modo di intendere il teatro, dei messaggi che può veicolare e dei progetti di un gruppo giovane, alle prese con una poetica e una ricerca forte e individuale."

"Krapp's Last Post è un progetto editoriale dell'Associazione Culturale Winnie & Krapp. Dal 2008 è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Torino.
L'associazione Winnie & Krapp, fondata nel 2006 da Daniela Arcudi e Bruno Bianchini, promuove progetti, iniziative e percorsi formativi nell'ambito del teatro contemporaneo, della libera diffusione delle idee, dello sviluppo tecnologico applicato alla cultura.


Trovate la recensione di "Mamma mammazza" e di "Darwin tra le nuvole". E poi la videointervista a Stefano e a me anche su "Verginella".

GOBBO IL RE NELLA VALLE DELL'ADIGE


"Al termine dei laboratori teatrali e di danza delle classi terza e quarta B della scuola primaria di Vigolo Vattaro, i novelli attori e ballerini hanno presentato ad alunni e genitori una performance teatrale di buon livello, “Gobbo il re, storta la regina”. Accanto al testo di Aquilino, integrato da pezzi di Shakespeare, sono state interpretate con appropriate coreografie di Daniela Castelli, canzoni di Branduardi e Vecchioni. Sul lavoro dei ragazzi di Vigolo Vattaro è prevista la pubblicazione di un dvd curato dal Centro audiovisivi della Provincia di Trento ed una replica, a grande richiesta, questa volta in teatro."

RELIGIOLUS


Da LA REPUBBLICA.IT

Maher, cosa spera di fare con un film come Religiolus?
"Voglio dimostrare che la religione è nociva alla società e potenzialmente in grado distruggere la nostra civiltà. Io spero che questo film possa sortire un effetto pari se non maggiore di quanto abbia avuto sull'ambiente Una verità scomoda di Al Gore. Spero solo che possa stimolare un dibattito civile e ragionevole".
Nel film lei dichiara esplicitamente che l'Islam è strettamente connesso alla violenza fondamentalista.

"Sì, ma spero che qualcosa possa cambiare in futuro. L'Islam si trova oggi dove il Cristianesimo si trovava nel 1400, quando cominciò gioco forza ad aprirsi e illuminarsi".
Anche col film lei sembra dire che il fondamentalismo avanza in America e nel mondo. Conferma? "Certo. Mi fa ancora paura pensare che noi americani siamo stati guidati per otto anni da un presidente anti-intellettuale, anti-scientifico, maniaco di Gesù Cristo, che ci ha condotti in una palude putrida e stagnante. La separazione tra Stato e Chiesa promulgata dai nostri padri fondatori s'è persa per strada. E quanti altri paesi si trovano in situazioni simili? Il mio monito è soprattutto ai governanti: ricominciante di nuovo a governare con la ragione. Non con la religione".


Dal sito della UAAR.

"L’associazione cattolica VeraLibertà ha comunicato di aver oscurato, questa notte, centinaia di manifesti del film Religiolus, diretto da Larry Charles e con Bill Maher come protagonista, la cui uscita è prevista venerdì 13 febbraio. Come mostra anche il sito di Repubblica, i manifesti del film sono stati coperti con le scritte “Ateo no!” e “Vergogna”. Sul suo blog, l’associazione presenta la sua campagna anti-atea nel nome della “Vera Libertà di espressione”, e quale necessità di fronteggiare “un’altra minaccia per la fede”: la prima, quella degli ateobus UAAR a Genova.
Religiolus è un film sicuramente dissacrante, ma nel contempo pone anche domande molto serie: è possibile criticare la religione? dove ci può portare il fondamentalismo religioso? Vera Libertà ha, senza saperlo e probabilmente senza volerlo, fornito una risposta senz’altro adeguata. Qualche anno fa queste cose succedevano solo negli Stati Uniti: la politica revisionista di Joseph Ratzinger sta purtroppo sortendo i suoi prevedibili effetti."


MIRKO URANIA


Mirko è stato uno dei primi partecipanti alla "Bottega dei ragazzi" negli anni Ottanta, poi un valido collaboratore e un amico. Dopo un diploma di Perito Informatico, si è laureato in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo al Dams di Bologna con una tesi sul restauro delle pellicole. Ora è a Roma, dove lavora soprattutto nella produzione di fiction. E' stato primo aiuto regista in Carabinieri, Questa è la mia terra... in videoclip... documentari...

Mi manda una mail e avviamo una collaborazione. Ipotizziamo tre progetti per il futuro e ne sviluppiamo uno, tipo sit-com. Gli scrivo i primi tre brevissimi episodi solo per mettere a fuoco ambientazione e personaggi.

Quando avremo le idee chiare e del buon materiale, sottoporrà il progetto a chi di dovere, nella speranza di trovare un produttore.

Nel frattempo, per me è una distrazione dal teatro, di cui in questi ultimi mesi ho fatto il pieno.

lunedì 16 febbraio 2009

BUS UAAR




"I valori a cui si ispira l’attività dell’UAAR sono: l’eudemonismo; la razionalità; il laicismo; il rispetto dei diritti umani; la democrazia; il pluralismo; l’uguaglianza; la valorizzazione delle individualità; le libertà di coscienza, di espressione e di ricerca; il principio di pari opportunità nelle istituzioni per tutti i cittadini, senza distinzioni basate sul sesso, sull’identità di genere, sull’orientamento sessuale, sulle concezioni filosofiche o religiose, sulle opinioni politiche, sulle condizioni personali e sociali.
La nostra associazione persegue tre scopi:
tutelare i diritti civili dei milioni di cittadini (in aumento) che non appartengono a una religione: la loro è senza dubbio la visione del mondo più diffusa dopo quella cattolica, ma godono di pochissima visibilità e subiscono concrete discriminazioni;
difendere e affermare la laicità dello Stato: un principio costituzionale messo seriamente a rischio dall’ingerenza ecclesiastica, che non trova più alcuna opposizione da parte del mondo politico;
promuovere la valorizzazione sociale e culturale delle concezioni del mondo non religiose: non solo gli atei e gli agnostici per i mezzi di informazione non esistono, ma ormai è necessario far fronte al dilagare della presenza cattolica sulla stampa e sui canali radiotelevisivi, in particolare quelli pubblici.
(...)
L’UAAR è l’unica associazione italiana di atei e agnostici a carattere nazionale, tanto da essere iscritta al registro nazionale delle associazioni di promozione sociale. È attiva in 56 province e sfiora i 3.000 soci. Ha una rivista prestigiosa (L’Ateo), un sito web che supera ogni giorno le 6.000 visite, un blog tra i primi cinquanta in Italia e un forum di discussione a cui sono iscritti quasi 2.000 navigatori. Da anni assicura, attraverso lo sportello informatico SOS Laicità, una consulenza giuridica gratuita e puntuale a tutti i cittadini. Promuove numerose iniziative legali per l’affermazione concreta della laicità dello Stato e ha già partecipato a diverse audizioni presso il Parlamento. Organizza numerose iniziative di sensibilizzazione: ad esempio sull’ora alternativa, sullo sbattezzo e sull’Otto per mille. Sul versante culturale, l’UAAR organizza i Darwin Day, assegna il premio Brian alla mostra del cinema di Venezia e i premi di laurea UAAR alle migliori tesi sulla laicità e l’incredulità. È attiva anche a livello internazionale e ha promosso un’iniziativa di solidarietà in un Paese in via di sviluppo. E tante altre cose ancora."

sabato 14 febbraio 2009

ANCORA DARWIN



Darwin "difficile" per evoluzione nostra mente
Gio 12 Feb - 17.20
di Roberto Bonzio
Comprendere i principi dell'evoluzione non è facile perché il cervello umano sembra predisposto a fraintendere la teoria di Charles Darwin a causa... della sua stessa evoluzione biologica.
E' la tesi sulle teorie del naturalista inglese, di cui oggi ricorre il secondo centenario della nascita, sviluppata in un libro da tre studiosi italiani. Che esaminando a fondo i meccanismi cerebrali, hanno individuato una serie di motivi per cui è più attraente o naturale per l'uomo credere all'esistenza di una mente creatrice superiore.
"E' probabile che la selezione naturale abbia premiato tra i nostri antenati proprio quelli in grado di vedere in un fenomeno non una conseguenza naturale ma l'azione di qualcuno", dice a Reuters Giorgio Vallortigara, professore di Neuroscienze cognitive presso il centro mente-cervello dell'Università di Trento, autore assieme a Vittorio Girotto, psicologo cognitivo, e Telmo Pievani, filosofo della scienza, di "Nati per credere" (Codice Edizioni). Come se tra i nostri progenitori, spiega, saper vedere l'azione di qualcuno dietro un segno fosse stato determinante per individuare i pericoli e mettersi al riparo da minacce, dunque superare la selezione.
Questo carattere, spiega lo studioso, è rimasto in qualche modo innato nella nostra specie.
"Per un bambino, non piove perché ci sono le nuvole ma le nuvole ci sono per far piovere... un ragionamento infantile che spiega il mondo in termini di funzioni, e non di meccanismi, e che si ritrova in alcune patologie, come nelle prime fasi dell'Alzheimer", dice.
Con l'istruzione, in parte superiamo questa inclinazione, dice lo studioso. Ma non del tutto. Ed è per questa tendenza esasperata a vedere degli agenti dietro a cose e fenomeni, che teorie come il creazionismo o il disegno intelligente possono apparire più "naturali".
Non perché le credenze sovrannaturali siano più semplici o primitive. Ma per dei meccanismi nel cervello che ci rendono spontaneamente "preparati a credere".
CERVELLI PREDISPOSTI A CREDERE
"Il nostro cervello fa una distinzione, tra oggetti del mondo fisico e creature animate... siamo dei dualisti intuitivi, dividiamo cioè il mondo in corpi e spiriti. Consideriamo corpi inanimati come i cadaveri dei corpi che hanno perso uno spirito, che avevano. Oppure, vediamo negli animali che più ci assomigliano una vita mentale ed uno spirito, cosa che neghiamo ad altre specie come insetti e vermi, che consideriamo puri corpi", dice Vallortigara. Rilevando come dall'altro lato, concepiamo anche l'idea di spiriti separati dai corpi, come angeli o demoni.
Un dualismo così forte, osserva, che fatichiamo a pensare a noi stessi come solo corpo, crediamo piuttosto di "abitarlo". Per questo siamo propensi a credere ad una vita dello spirito dopo la morte fisica.
Anche se non è detto che questi caratteri siano iscritti nei geni, aggiunge Vallortigara, gli studi dimostrano che i bambini sino a dieci anni tendono spontaneamente a spiegare col creazionismo l'origine degli animali, a prescindere dall'educazione ricevuta dai genitori, siano creazionisti o evoluzionisti.
"Questo non significa che l'istruzione non abbia effetto. Chi è esposto al ragionamento critico, cambia concezione e adotta rapidamente la concezione evoluzionista. Ma è importante capire quali siano i meccanismi biologici e cognitivi che rendono difficile apprendere l'evoluzonismo", dice ancora Vallortigara. Per costruire una didattica appropriata, che modifichi queste cognizioni innate. "Perché, come per certe malattie su base genetica, che possono guarire su base ambientale, con una dieta adatta, non è detto che un fenomeno che ha carattere genetico non si possa modificare".

giovedì 12 febbraio 2009

LA MORTE DI ECO

Dal sito dell'ANSA.

ROMA - "Io ho il diritto di scegliere la mia morte per il bene degli altri": lo dice lo scrittore e semiologo Umberto Eco nel suo intervento pubblicato sul quotidiano La Repubblica di oggi, spiegando che "non intende parlare della morte di Eluana, ma della sua morte".
"E' quello che mi ha sempre insegnato la morale non solo quella laica, ma anche quella delle religioni - aggiunge Eco - é quello che mi hanno insegnato da piccolo, che Pietro Micca ha fatto bene a dare fuoco alle polveri per salvare tutti i torinesi, che Salvo d'Acquisto ha fatto bene ad accusarsi di un crimine non commesso, andando incontro alla fucilazione per salvare un intero paese, che è eroe chi si strappa la lingua e accetta la morte sicura per non tradire e mandare a morte i compagni, che è santo chi accetta l'inevitabile labbra per baciare le piaghe al lebbroso". "E dopo che mi avete insegnato tutto questo non volete che io sottoscriva alla sospensione di una vita sospesa per amore delle persone che amo? - si chiede Eco - Ma dov'é finita la morale - e quella eroica, e quella che mi avete insegnato che caratterizza la santita?". "Ecco perché - conclude Eco - turbato a manifestare la sia pur minima idea sulla morte di Eluana non ho esitazioni a pronunciare la mia opinione circa la mia morte. E all'amore che una morte può incarnare".


Un mondo senza santi eroi papi premier dittatori fanatici teleprotagonisti fascisti bulli straricchi divi... è il mondo in cui vorrei vivere e poi morire.
Da vivo, con un debito di 5000 euro mi portano via la casa, con una illazione la reputazione, con una legge la speranza, con un decreto la serenità, con una bolla la verità...
Da vivo mi portano via tutto. Ora mi portano via tutto anche da morto. Non sono padrone della mia vita e ora non lo sono nemmeno più della mia morte.
Non si vive in una società, ma in un'associazione per delinquere. Le bande dei politici/imprenditori e quelle dei religiosi/fanatici imperversano. Si alleano con l'obiettivo di rendere schiavi i cittadini. Poi se li spartiscono. Che cosa se ne fanno? Alimentano il loro smodato e insensato bisogno di potere. A che cosa li porta? A niente.
I meschini, i malvagi e i prepotenti non possono essere felici. Proprio per questo vogliono impedire che gli altri lo siano. Il loro è un mondo di ipocrisie, falsità e sofferenze. Il mondo desiderabile non ha santi, non ha eroi.
Ha solo persone.

mercoledì 11 febbraio 2009

GLI OSPITI DEL GIARDINO













TERRA ACQUA ARIA FUOCO



Ieri ho accompagnato Gianna Cannaos dall'amico Antonio Di Bari, a Ghemme. Antonio è il presidente dell'associazione "Terra acqua aria fuoco" che organizza un laboratorio di ceramica ormai famoso in tutta Italia. Il laboratorio è frequentato da tutti coloro che amano l'arte antica di produrre manufatti di pregio a partire dalla semplice terra. Vi si praticano tecniche diverse per ottenere il bucchero etrusco e le ceramiche raku giapponesi, tanto per fare degli esempi; non manca la primitiva cottura in buca.



"L’associazione “Terra, Acqua, Aria, Fuoco” ha ampliato la sua offerta di prodotti, utilizzando tecniche sempre più sofisticate che si rifanno alla tradizione etrusca, greca e romana dove gli “elementi” si amano e si odiano in una fusione di sentimenti che sfociano nella passione per raggiungere una delle nostre principali finalità che è il Benessere Individuale".


Al laboratorio accedono alunni delle scuole elementari e medie di Ghemme; Antonio lo esporta anche nelle scuole di Romagnano Sesia. Le attività dei soci si svolgono il martedì e il giovedì in orario serale e la domeniuca al pomeriggio. Durante l'anno si aprono mostre mercato con la possibilità di acquistare oggetti molto belli a prezzo davvero contenuto.
Per informazioni e visionare i prodotti: http://taaf.altervista.org/apertura.html
Orangerie del Giardino Gianoli, 28074 GHEMME (NO), Tel. 3392632223


Ci siamo rivolti ad Antonio per una consulenza riguardo alla realizzazione dei fondali di "L'Arlechin fantasimo" del "Teatro di Passeri". Antonio non è solo ceramista, è bravissimo scenografo.

martedì 10 febbraio 2009

ROMPIAMO IL SILENZIO





"Libertà e Giustizia è nata dalla proposta di un gruppo di persone che si è costituito come comitato dei garanti. I loro nomi sono: Gae Aulenti, Giovanni Bachelet, Enzo Biagi, Umberto Eco, Alessandro Galante Garrone, Claudio Magris, Guido Rossi, Giovanni Sartori, Umberto Veronesi.Il cammino di Libertà e Giustizia lo costruiranno i suoi aderenti e sono pertanto aperte le adesioni di tutti i cittadini che vorranno trovare in questa libera associazione lo strumento per mettersi al servizio degli altri e del proprio Paese. Libertà e Giustizia è nata dalla proposta di un gruppo di persone che si è costituito come comitato dei garanti. I loro nomi sono: Gae Aulenti, Giovanni Bachelet, Enzo Biagi, Umberto Eco, Alessandro Galante Garrone, Claudio Magris, Guido Rossi, Giovanni Sartori, Umberto Veronesi.Il cammino di Libertà e Giustizia lo costruiranno i suoi aderenti e sono pertanto aperte le adesioni di tutti i cittadini che vorranno trovare in questa libera associazione lo strumento per mettersi al servizio degli altri e del proprio Paese."



"Rompiamo il silenzio. Mai come ora è giustificato l’allarme. Assistiamo a segni inequivocabili di disfacimento sociale: perdita di senso civico, corruzione pubblica e privata, disprezzo della legalità e dell’uguaglianza, impunità per i forti e costrizione per i deboli, libertà come privilegi e non come diritti. Quando i legami sociali sono messi a rischio, non stupiscono le idee secessioniste, le pulsioni razziste e xenofobe, la volgarità, l’arroganza e la violenza nei rapporti tra gli individui e i gruppi.
Preoccupa soprattutto l’accettazione passiva che penetra nella cultura. Una nuova incipiente legittimità è all’opera per avvilire quella costituzionale. Non sono difetti o deviazioni occasionali, ma segni premonitori su cui si cerca di stendere un velo di silenzio, un velo che forse un giorno sarà sollevato e mostrerà che cosa nasconde, ma sarà troppo tardi.
Non vedere è non voler vedere. Non conosciamo gli esiti, ma avvertiamo che la democrazia è in bilico.

Pochi Paesi al mondo affrontano l’attuale crisi economica e sociale in un decadimento etico e istituzionale così esteso e avanzato, con regole deboli e contestate, punti di riferimento comuni cancellati e gruppi dirigenti inadeguati. La democrazia non si è mai giovata di crisi come quella attuale. Questa può sì essere occasione di riflessione e rinnovamento, ma può anche essere facilmente il terreno di coltura della demagogia, ciò da cui il nostro Paese, particolarmente, non è immune.

La demagogia è il rovesciamento del rapporto democratico tra governanti e governati. La sua massima è: il potere scende dall’alto e il consenso si fa salire dal basso. ll primo suo segnale è la caduta di rappresentatività del Parlamento. Regole elettorali artificiose, pensate più nell’interesse dei partiti che dei cittadini, l’assenza di strumenti di scelta delle candidature (elezioni primarie) e dei candidati (preferenze) capovolgono la rappresentanza. L’investitura da parte di monarchie o oligarchie di partito si mette al posto dell’elezione. La selezione della classe politica diventa una cooptazione chiusa. L’esautoramento del Parlamento da parte del governo, dove siedono monarchi e oligarchi di partito, è una conseguenza, di cui i decreti-legge e le questioni di fiducia a ripetizione sono a loro volta conseguenza.

La separazione dei poteri è fondamento di ogni regime che teme il dispotismo, ma la demagogia le è nemica, perché per essa il potere deve scorrere senza limiti dall’alto al basso. Così, l’autonomia della funzione giudiziaria è minacciata; così il presidenzialismo all’italiana, cioè senza contrappesi e controlli, è oggetto di desiderio.

Ci sono però altre separazioni, anche più importanti, che sono travolte: tra politica, economia, cultura, e informazione; tra pubblico e privato; tra Stato e Chiesa. L’intreccio tra questi fattori della vita collettiva, da cui nascono collusioni e concentrazioni di potere, spesso invisibili e sempre inconfessabili, è la vera, grande anomalia del nostro Paese. Economia, politica, informazione, cultura, religione si alimentano reciprocamente: crescono, si compromettono e si corrompono l’una con l’altra. I grandi temi delle incompatibilità, dei conflitti d’interesse, dell’etica pubblica, della laicità riguardano queste separazioni di potere e sono tanto meno presenti nell’agenda politica quanto più se ne parla a vanvera.

Soprattutto, il risultato che ci sta dinnanzi spaventoso è un regime chiuso di oligarchie rapaci, che succhia dall’alto, impone disuguaglianza, vuole avere a che fare con clienti-consumatori ignari o imboniti, respinge chi, per difendere la propria dignità, non vuole asservirsi, mortifica le energie fresche e allontana i migliori. È materia di giustizia, ma anche di declino del nostro Paese, tutto intero.

Guardiamo la realtà, per quanto preoccupante sia. Rivendichiamo i nostri diritti di cittadini. Consideriamo ogni giorno un punto d’inizio, invece che un punto d’arrivo. Cioè: sconfiggiamo la rassegnazione e cerchiamo di dare esiti allo sdegno.
Che cosa possiamo fare dunque noi, soci e amici di Libertà e Giustizia? Possiamo far crescere le nostre forze per unirle alle intelligenze, alle culture e alle energie di coloro che rendono vivo il nostro Paese e, per amor di sé e dei propri figli, non si rassegnano al suo declino. Con questi obiettivi primari.

Innanzitutto, contrastare le proposte di stravolgimento della Costituzione, come il presidenzialismo e l’attrazione della giurisdizione nella sfera d’influenza dell’esecutivo. Nelle condizioni politiche attuali del nostro Paese, esse sarebbero non strumenti di efficienza della democrazia ma espressione e consolidamento di oligarchie demagogiche.

Difendere la legalità contro il lassismo e la corruzione, chiedendo ai partiti che aspirano a rappresentarci di non tollerare al proprio interno faccendieri e corrotti, ancorché portatori di voti. Non usare le candidature nelle elezioni come risorse improprie per risolvere problemi interni, per ripescare personaggi, per pagare conti, per cedere a ricatti. Promuovere, anche così, l’obbligatorio ricambio della classe dirigente.

Non lasciar morire il tema delle incompatibilità e dei conflitti d’interesse, un tema cruciale, che non si può ridurre ad argomento della polemica politica contingente, un tema che destra e sinistra hanno lasciato cadere. Riaffermare la linea di confine, cioè la laicità senza aggettivi, nel rapporto tra lo Stato e la Chiesa cattolica, indipendenti e sovrani “ciascuno nel proprio ordine”, non appartenendo la legislazione civile, se non negli stati teocratici, all’ordine della Chiesa.

Promuovere la cultura politica, il pensiero critico, una rete di relazioni tra persone ugualmente interessate alla convivenza civile e all’attività politica, nel segno dei valori costituzionali.
Sono obiettivi ambiziosi ma non irrealistici se la voce collettiva di Libertà e Giustizia potrà pesare e farsi ascoltare. Per questo chiediamo la tua adesione."


POTETE FIRMARE L'APPELLO.

lunedì 9 febbraio 2009

DARWIN TRA LE NUVOLE 2



Ieri sera Stefano mi ha invitato a "Darwin tra le nuvole". Ah, che boccata d'aria, in un paese violento di fanatici provinciali e di bigotti metropolitani, dove stato e chiesa si alleano per fare l'eutanasia a intelligenza, buonsenso, solidarietà, libertà di espressione... Ci è stata raccontata in toni avvincenti ed emozionanti la storia di un pensatore libero. Ci è stato mostrato uno scenario molto più ampio delle avvilenti e meschine diatribe nazionali. Abbiamo sentito le suggestioni del tempo profondo, dell'evoluzione della vita, della fratellanza dei viventi. E soprattutto quelle della verità. Applausi a non finire, davvero a non finire.

sabato 7 febbraio 2009

CORVI


CORVO Cra! Cra!
RAGAZZA Ti prego, lasciami andare.
CORVO Pensi che non lo farei, se potessi? Sciocca ragazza, io obbedisco a una legge superiore.
RAGAZZA Non può essere giusta una legge che mi impone tanta sofferenza.
CORVO Il dolore va accettato.
RAGAZZA È il mio dolore. Tu non ne sai niente.
CORVO Ne so quanto dice la dottrina.
RAGAZZA Quello che mi fai va contro la natura.
CORVO Ah, no! Sei tu che vorresti infrangere le leggi naturali rifiutandoti di farti divorare da me.
RAGAZZA Lasciami andare.
CORVO I corvi non uccidono.
RAGAZZA Mi mangi da viva!
CORVO Così dice la legge.
RAGAZZA Non vuoi che sia viva, non vuoi che sia morta. Vuoi solo che sia cibo per la tua ferocia.
CORVO Così dice l’ordine naturale, specchio dell’ordine divino.

martedì 3 febbraio 2009

DARWIN TRA LE NUVOLE




Di Darwin ricorre nel 2009 il bicentenario della nascita. Nacque infatti il 12 febbraio 1809, lo stesso giorno di Abraham Lincoln, il presidente che guidò gli Usa negli anni della Guerra Civile: l’uno liberò gli schiavi, l’altro emancipò la mente dai pregiudizi. Le nuvolette dei fumetti proporranno parole e pensieri di quel tranquillo gentiluomo del Kent che, fuori da ogni accademia, dopo aver fatto il giro del mondo sulla nave di Sua Maestà, il brigantino Beagle, doveva promuovere in biologia una rivoluzione intellettuale paragonabile a quella iniziata da Copernico in astronomia.



Teatro Studio
(anteprima 4-6 febbraio)
8 - 27 febbraio 2009
Darwin... tra le nuvole
un'idea di Luca Boschi, Stefano de Luca, Giulio Giorello
regia Stefano de Luca
impianto scenografico a cura di Marco Rossi
luci Claudio De Pace
con Clio Cipolletta, Gabriele Falsetta, Andrea Germani, Andrea Luini, Silvia Pernarella
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa