giovedì 31 luglio 2008

FESTIVALETTERATURA 2008 - MANTOVA


DAL PROGRAMMA



SABATO 6 SETTEMBRE
10:45, Teatrino di Palazzo d’Arco, € 3,00
Aquilino con Anna Sarfatti
LA POLITICA COME L’AVVENTURA DELLA SOLIDARIETÀ
dagli 8 ai 10 anni
Diceva Aristotele: “L’uomo è per natura un animale politico.” L’uomo si sente portato a vivere in una società e delega alcuni ad amministrare la cosa pubblica. Ma una volta che il potere è nelle mani del re o dell’imperatore, del premier o del generale… a noi che cosa resta da fare? Controllare che la gestione del potere sia democratica e non delegare mai la solidarietà. Aquilino (Ti salverò, Canaglia) racconta la storia di solidarietà di un orsacchiotto e di un ratto alleati per salvare un bambino rapito. Da chi saranno aiutati?

DOMENICA 7 SETTEMBRE
10:45, Teatrino di Palazzo d’Arco, € 3,00
Aquilino
SPAZZATURA DI PAROLE
dai 9 ai 12 anni
Quello che si butta via gode di sempre maggiore considerazione. Con la carta straccia per esempio si fanno libri. Ma… con la carta non si buttano via anche le parole che ci sono scritte? Grazie all’inventiva e al talento dello scrittore Aquilino (Mondo di mostri, Il fantasma dell’isola di casa) possiamo recuperarle e valorizzarle e renderle preziose e addirittura metterle insieme per produrre filastrocche, poesie, storie e romanzi. Aquilino vi aspetta con il vostro cestino della carta.

mercoledì 30 luglio 2008

IL CAVALIERE OSCURO


Sono appena tornato dal cinema. Leggo qualche recensione in internet. Ci si domanda se non sia Il Miglior Film Di Tutti I Tempi. Un giovane nel suo blog spasima in orgasmo e sceglie parole altisonanti di una retorica stomachevole. Io sono la voce stonata. Ho riscontrato una sceneggiatura da telefilm. Non do giudizi su regia e colonna sonora. Solo sulla storia. Una americanata. C'è lo psicopatico che compie crimini senza motivazione e bisogna friggerlo sulla sedia elettrica, perché lui è il male. C'è il supereroe che non è più nemmeno eroe, perchè la gente lo vuole cattivo in modo da poterlo odiare, pur riconoscendo quanto sia in gamba a fermare i criminali e a salvare la città, ma ahimé lo fa senza rispettare la legge! Ci sono poi drammi da telenovela, tragedie fasulle e ridicole, profili psicologici che neanche nei fumetti sono tanto scempiati... Ma non m'interessa un'analisi critica, non ne sono nemmeno capace.
Quella che mi è davvero mancata durante la visione è stata l'immaginazione. La cara vecchia immaginazione che se la ride di confini e limiti, di razionalismi e manuali, e ci trasporta in universi coerenti al proprio interno nei quali lo stupore è in agguato, la sorpresa è dietro ogni angolo, la meraviglia ci prende per mano. Dov'è il magico Batman di architetture oniriche? Dov'è il sogno di volteggiare al di sopra delle miserie umane, con lo sguardo limpido che supera la ristrettezza degli orizzonti?
Quella che non mi è mancata è stata certo la violenza. Eccessiva e ancora una volta voluta come segno stilistico. Non a scopo socialmente educativo. Al contrario. Violenza è distinzione intellettuale. Ti mostro com'è profondo il mio pensiero e te lo mostro fracassando teste e spargendo sangue. Non perché il mondo è così, ma perché voglio che così diventi, se già non lo è. Armi, distruzioni, torture, violenza violenza violenza gratuita e compiaciuta.
Addio, fumetto. Addio, eroe. Addio, sogno. Largo all'incubo. Ma non di quelli di classe, di orrore visionario, gotici. Quest'incubo è la banalizzazione dell'aggressione mortale, quando qualcuno muore davvero, quando qualcuno spara o accoltella davvero. E non ha la maschera di Joker, non ha maschera.

lunedì 28 luglio 2008

VERGINELLA


Ieri riunione di Lupusagnus a casa mia. Presenti Stefano, Marta, Annamaria e Tommaso. Sergio sarà impegnato con Ronconi fino a maggio, Giorgia sta valutando come partecipare al prossimo allestimento del gruppo. Fuori Milano, Stefano mette nel serbatoio trenta euro di verde al posto del gasolio. Sbaglia strada, supera Novara e deve tornare indietro. Arriva a casa mia, ma l'auto non si riaccende più. Per fortuna il mio vicino, il generale, non solo è molto attrezzato, ma se ne intende e ha un figlio che fa i rally. Dopo un'ora il serbatoio è stato svuotato. Io e Betti andiamo all'automatico a fare dieci euro di gasolio. Ci troviamo un povero pensionato di Novara al quale la macchina ha mangiato dieci euro. E' molto avvilito e se ne sta lì come se dal cielo dovesse scendere un aiuto provvidenziale. Giornate così, di cose storte. Come fare un sacrificio agli dei. Dopo di che tutto andrà bene. Infatti riusciamo finalmente a sederci e fino a sera discutiamo sui testi. Ci concentriamo sui monologhi, ma si parla anche di cinema e di libri, di registi e drammaturghi. Un calderone da sabba, dal quale pare che debba uscire solo un inutile e disgustoso intruglio fumante. E invece no, i sentieri si raccordano a strade larghe e dritte e alla fine si cammina tutti sulla medesima via verso la meta finale. Lo spettacolo sarà VERGINELLA.
Tre monloghi: una bambina, lo zio, la mamma. Usi, abusi, storie segrete, complicità, egoismi supremi, insensibilità... un poco di follia, forse, ma soprattutto tanta capacità di fare del male. E poi tre attori, che sono interpreti e personaggi. Anche loro dovranno fare i conti con l'intreccio monologante. Alla fine, di fronte al pubblico, chi ci sarà? L'attore o il personaggio? La verità o la sua rappresentazione mentale, massmediale, artistica?
Pubblicato questo post, metto mano al testo. Le prime prove a settembre. Il debutto in primavera.

domenica 27 luglio 2008

I NUOVI GUERRIERI


Non indossano divise militari, ma spesso vestono la divisa della persona perbene, seria e benestante. Non portano armi, ma le fanno portare ad altri, in genere poliziotti e militari. Non mancano tuttavia quelli che occasionalmente compiono raid attrezzandosi con bastoni, coltelli e pistole. Sono la mano armata della loro indiscutibile volontà di pace e giustizia. Di solito le vittime sono inermi e quando bruciano vive non gridano nemmeno, tanto sono terrorizzate. A volte invece fanno ricorso a gruppi nei cui magazzini dell’orrore, oltre a trofei raccapriccianti, si ammirano armi da taglio di tutte le epoche, armi da fuoco a partire dalla Beretta fino al lanciamissili, mezzi corazzati e lanciafiamme, testate nucleari e gas tossici.
Sono i nuovi guerrieri e combattono soprattutto con la parola. Quella di dio.
Predicano l’amore per il prossimo e l’odio per tutti coloro che non si lasciano amare come vorrebbero loro, con la lenta asfissia della mente. Hanno bocca larga e denti grossi e sporgenti, coccodrilli umani insaziabili, stupidi e violenti. Infiammano folle oceaniche promettendo a ciascuno il successo su questa terra e, come premio, la salvezza nell’aldilà, dove il credente sarà un morto socialmente rilevante, ricco e famoso. Citano Gesù talmente a sproposito che l’hanno crocefisso per la seconda volta, senza però lasciarlo risorgere: ne temono l’ira. Chiedono assoluta fedeltà ai loro adepti: non dovete fare determinati peccati, tipo toccarvi le parti intime o centellinare le offerte, mentre potete odiare chi non vi è simpatico, bruciargli la casa e affogargli i bambini, come i libri sacri insegnano.
Sono i nuovi guerrieri e addestrano ai fedeli a combattere il male, diffondendolo anche dove prima di loro c’erano comunità serene e tranquille. Come tutti i guerrieri, detestano l’intelligenza e la sensibilità. Sono contro tutte le scienze, dato che la loro fede fornisce tutte le risposte, come insegnano i libri sacri. Sono contro l’arte, perché a creare ci ha già pensato dio e l’uomo deve solo pregare, pregare e ancora pregare, secondo le formule contenute nei libri sacri e nelle loro menti devastanti.
Sono i nuovi guerrieri e combattono con strategie nuove e vincenti. Dopo avere riempito le teste, riempiono gli stadi. A volte di fedeli, a volte di miscredenti. Sparano musica rock o sparano tristi nenie psicotiche. Fanno piangere gli adolescenti che hanno visioni mistiche (senza bisogno di droghe sintetiche). Infondono una straordinaria sicurezza nelle persone meno agiate con se stesse; a casa, davanti allo specchio, si fissano con espressione truce e risoluta e si dicono: finalmente sono un fanatico.
Sono i nuovi guerrieri di dio e lungo le strade spargono i loro messaggi deliranti: frasi minacciose e inquietanti.
Se un dio, uno dei tanti di questo pianeta, fosse davvero il loro dio, viene da chiedersi: perché creare tanta armonia per vederla poi distruggere da questa rabbia, questa violenza, questa prevaricazione?

sabato 26 luglio 2008

POESIA DICIANNOVE




Se poi ci incontreremo, non sarà in un gesto, un dogma, un libro,
nemmeno una preghiera, non sarà
neppure un luogo quello dell’incontro
e tu non avrai un nome
né un volto né la parola né il giudizio delle mie azioni
un luogo in cui le delizie
saranno solo la pace infine dopo la giostra dei giorni
e non sarà certo un luogo di fiamme
forse di polveri e di luci
di rimescolamenti arcani
di misteri mai svelati nemmeno a se stessi
di orizzonti che non hanno distanza
non hanno tempo né luogo
dove c’incontreremo io non sarò più
tu non sarai mai stato
un non luogo senza punti cardinali
ovunque si vada è la giusta direzione
qualunque cosa si voglia dire
sarà musica senza note
ma ogni significato lo esprimerà il silenzio.

mercoledì 23 luglio 2008

LIBRI: Piergiorgio Odifreddi: IL MATEMATICO IMPERTINENTE

"Si tratta dell'aggettivo bright, "acuto" o "brillante", sostantivizzato a indicare coloro che possiedono una visione naturalistica del mondo.

Visto che non ci si riferisce (più) alle donne come "non uomini" o "sesso debole", agli omosessuali come "non eterosessuali" o "finocchi", agli africani o agli orientali come "non bianchi", "negri" o "musi gialli", e ai popoli in via di sviluppo come "non occidentali" o "sottosviluppati", così è giunta l'ora di smetterla di chiamare "non credenti" o "atei" coloro che, semplicemente, non accettano superstizioni e miti.

Chiunque sia interessato a seguirli può consultare il sito www.the-brights.net.

Intervista al premio Nobel per la chimica Harold Kroto: "Credo che ci siano due tipi di persone al mondo: quelle che hanno credenze mistiche e quelle che non le hanno. Queste ultime credono che la vita sia tutto ciò che abbiamo, e che dobbiamo godercela e aiutare gli altri a godersela. Gli altri pensano che la vita futura sia più importante di quella presente, e temo che faranno saltare in aria il mondo. L'1 per cento dell'umanità ha seri problemi mentali e una buona parte di questi matti trova giustificazioni religiose per la propria pazzia."
(pag. 119, Ed. TEA)

LIBRI: Terry Pratchett, STELLE CADENTI

"Puoi avere una sola possibilità, diceva lei. Magari vivi per settant'anni, e se sei fortunato avrai una possibilità. Pensa a tutti i campioni di sci che nascono nel deserto. Pensa a tutti i maniscalchi geniali nati centinaia di anni prima che fosse inventato il cavallo. Tutte le capacità mai usate, tutte le occasioni sprecate." (pag. 176, Ed. Salani)

I MIEI FANTASMI


Tempo fa un elettricista mi ha domandato: "Tutti suoi antenati?" - "No" - "E chi sono?" - I miei fantasmi. Li trovo ai mercatini dentro gli scatoloni con le cornici rotte, le stampe dei santi e le pitture di pessimo gusto. Sono persone morte, sfrattate anche dai ricordi. Gli svuotacase buttano tutto sul furgone e via. Nemmeno una ripulita. Sul retro di alcuni quadri c'è una data, a volte anche un nome. Ma non bastano a fare biografia. Chi è il bambino che stringe in pugno il libretto della prima comunione? Guarda fisso l'osservatore con la sicurezza di essere riconosciuto anche dagli estranei. La signora con la bellissima collana d'oro al collo è di San Rafael, ma ci sono città con questo nome in spagna, in Argentina, in California... L'altra signora, che dall'acconciatura e dal tipo di cornice chissà perché mi viene da localizzare a est, verso la Russia, ora si trova di fianco alla finestra e può contemplare il mio giardino. Ci sono poi ritratti di coniugi, di solito grandi quadri singoli, quasi che la promoscuità fosse da evitare anche in effigie. Non mancano però le coppie ritratte insieme: l'uomo sembra avere sempre maggiore spicco. E giovani con sguardi malinconici, altri bambini, alcuni con l'espressione ribelle, altri stupita. E gruppi di cacciatori, commilitoni, operai, studenti... Quanti fantasmi in casa mia! Che cosa dicono? La cosa più importante che può dire chi non è più vivo: guarda che si muore davvero, e non solo si muore e il corpo si dissolve, ma l'essenza stessa della vita si fa vapore che scompare nell'aria turbinosa. Tutto quello che abbiamo detto e fatto, tutto il nostro amore, le nostre passioni, le avventure, i sorrisi e le smorfie, le liti e gli slanci, tutta la nostra genialità, la nostra originalità, la nostra unicità... puf! finito tutto in niente.
Siamo fantasmi senza più un nome.
La nostra vita è come un bellissimo fiore: prima appassisce, poi si disfa nel vento, infine il tempo ne fa humus per altre radici voraci.

mercoledì 16 luglio 2008

BRICCONIA - VIVA GLI ITALIANI


Da molti cittadini il premier è criticato. Gli si addebita ogni male facendone un colosso negativo. Non è un colosso. Se non si parla del premier, tocca a uno dei suoi ministri. Per ogni male c’è un responsabile e costui è un personaggio noto, uno che potrebbe passare alla Storia, come si dice. Ben gli sta, dato che la Storia è il palazzo che ospita senza alcun imbarazzo mediocri, meschini e criminali.
Ma il premier è stato eletto. I ministri ricoprono ruoli di responsabilità perché così ha voluto la maggioranza del popolo italiano. Una maggioranza solida, per il momento. Poi si sa che il tempo sgretola tutti i palazzi. Siamo al 59%! Io personalmente al 62%! Al capo spetta sempre qualcosa in più.
Italiani, italiani… Agli italiani piace tanto la mafia che ci hanno affiancato la camorra, la ‘ndrangheta e la sacra corona unita. Gli italiani non vogliono pagare le tasse e plaudono ai furbi che fanno i soldi in modo disonesto. Ridono se i figli non studiano, poi minacciano i prof con una pistola per farli promuovere. Ridono anche se i figli sniffano, guidano a duecento all’ora, picchiano il disabile e violentano la troietta: ragazzate. Amano la natura e quindi vanno a caccia e si circondano di cani idioti e assassini. Comprano il suv alla moglie affinché tutti sappiano che lei è una signora. E la signora sputa per terra e telefona indignata all’avvocato se un extracomunitario le passa troppo vicino. Gli italiani non vanno in chiesa, ma sono cattolici e rispettano il papa, amano Padre Pio, le veline, i film di Vanzina, il calcio e il cellulare.
Gli italiani amano soprattutto una cosa: farsi del male. Secoli di oppressori e di dittatori, di furbetti e di fanatici religiosi, di prepotenti e di buzzurri titolati non hanno insegnato niente.
Sono ancora lì che implorano i loro sfruttatori di continuare a dissanguarli.
Fateci la grazia, restate con noi, toglieteci sanità e scuola, cultura e trasporti, risparmi e libertà di pensiero… mandateci contro i poliziotti e l’esercito, ammazzateci di botte… ma rimanete con noi, perché siete così bravi a interpretare i nostri istinti più bassi e a prenderci per il sedere che è proprio un piacere andare a votare per farsi abbindolare, santi del Parlamento, ora e in ogni momento, proteggete la mia famiglia, stappa la bottiglia! brindiamo all’avvenire! Non c’è altro da dire.

martedì 15 luglio 2008

BRICCONIA - IMPRONTE


Quando sfondano la porta e me li trovo davanti, inarco le sopracciglia e rimango in attesa che mi spieghino il motivo di un’irruzione così poco civile.
“Tu sei una m…!” gridano. Io replico che forse si sbagliano, perché ho un nome e un cognome e una storia di vita documentata che mi qualifica come essere umano prima e cittadino poi.
“Non dire c…! Tu sei una m…!” insistono picchiandomi un poco. A questo punto, non ho più niente da dire. Mi spiegano urlando che i miei diritti sono tutelati, anche se non ne possiedo più, essendo una m… Loro urlano e agiscono secondo la legge che hanno modificato per adattarla alle m… come me.
“Tu sei una m… e ora te lo dimostriamo!”
Quando c’è la volontà di dimostrare una teoria con i fatti, la democrazia è ancora salva. Mi prelevano le impronte digitali. Quelle vocali. Dell’iride. Poi il dna. Mi scattano cinquantasette fotografie. Mi filmano mentre cammino, saltello, canto e declamo alcune poesie e anche mentre recito un monologo di Shakespeare. Mi fanno depositare saliva, lacrime, sudore, orina, feci e sperma. Mi costringono a scrivere dodici confessioni diverse, molto fantasiose. Mi fanno dire cose strane e ambigue, tipo: Mia madre sarebbe ancora sulla strada se io non l’avessi messa incinta per partorirmi in un bordello frequentato dagli immigrati.
I risultati delle analisi arrivano dopo appena dodici minuti.
“Abbiamo le prove! Sei davvero una m…!”
Tutto scientifico, tutto democratico.
Non mi portano nemmeno via, mi eliminano dove mi trovo, seduto davanti al computer, pam! pam! pam! (o pum? troppo tempo che non leggo più fumetti), la testa crolla sulla tastiera, sullo schermo appare una lettera: m? No, è l (ho la vista appannata).
Forse sono già morto, ma la testa è scossa dagli ultimi sussulti e sullo schermo scorgo altre due lettere: i, b.
Poi basta, smetto di esserci.

BRICCONIA - NON LIBERA CHIESA IN NON LIBERO STATO



La Chiesa vanta a ragione la supremazia della dimensione spirituale su quella materiale. Quale leader politico può reggere il confronto con Dio? È quindi corretta e logica la sua incessante interferenza in ogni aspetto della vita sociale. La promulgazione di ogni nuova legge deve tenere conto della Civitas Dei, se non si vuole correre il rischio che lo Stato diventi baluardo di Satana.
Ben vengano, dunque, le quotidiane prese di posizione trasversali da parte di politici anche di estrema sinistra in difesa della santità del Papa e della sua saggezza e lungimiranza.
Ma non solo politici: uomini di spettacolo e cocainomani, camorristi e mafiosi, speculatori cinici e distruttori dell’ambiente, militari massacratori e fanatici, schizofrenici e depressi… Tutti costoro e altri di una lista senza fine dichiarano di essere devoti. Sapendo che Dio è onnisciente e onnipotente, dovrebbero incrociare le braccia e smettere ogni attività: Adesso pensaci tu. Hanno la certezza che Dio non può fare che il meglio.
Sarebbe quindi logico e auspicabile che la televisione non trasmettesse altro che vite di santi, quiz biblici, festival di salmi. Camorristi e mafiosi dovrebbero avere per capi dei vescovi. Gli speculatori dovrebbero costruire solo chiese, oratori e seminari. Gli antiambientalisti dovrebbero farsi francescani. I militari dovrebbero lasciar combattere il Dio degli Eserciti con le sue trombe magiche. I fanatici, gli schizofrenici e i depressi… beh, loro possono continuare così. E i politici? Tutto semplificato. Non servono più elezioni, partiti, corruzioni… Si fa parlamento attorno all’altare e si aspetta che Dio parli. È vero che non l’ha più fatto dai tempi di Mosè, ma forse è solo indispettito da questa assurda teoria di “Libera Chiesa in libero Stato”. Chiesa e Stato sono la stessa cosa, due facce di una stessa medaglietta sacra. Basta riaffermarlo e subito un vocione virile scuote le nubi: Sono Dio, sono tornato, adesso vi faccio vedere che cosa succede a chi…
Meglio smettere di scrivere per un po’.

lunedì 14 luglio 2008

VITACOMANDO


Sto guardando un film. Afferro il telecomando e premo con insistenza sull'avanti veloce, ma non succede niente. Senso di vertigine, proprio come quando facevo gite in montagna e all'improvviso mi balzava addosso l'abisso: tra cielo e terra, e un poco anche sott'acqua, e il respiro fermo in gola. Riprendo il controllo e mi rendo conto che il film non è una registrazione Sky che posso manipolare a mio piacimento. Devo avere pazienza e lasciare che il tempo scorra a SUO piacimento. Controllo? Eh, controllo... Quello che si vorrebbe, un vitacomando: stop, riplay, lento, veloce, acceso e spento. Tutta qua, la vita. Noi ci illudiamo di viverla, ed è invece lei a viverci.

VACANZA IN SALENTO

SALENTO 2008

LEVI DELLA TORRE: IMPRONTE ETNICHE


Questo articolo di Stefano Levi Della Torre è apparso su Liberazione di domenica 6 luglio 2008.

Impronte etniche.


Le impronte digitali sono segni del corpo, e il razzismo è discriminazione dei corpi. Quando le aggressioni xenofobe "dal basso" trovano conferme da parte del potere istituzionale, civiltà e sicurezza sono in pericolo. Lo si è visto nella storia: xenofobia e razzismo sono contenibili finché non vengano assunte come politiche demagogiche di governo.

Ora, i propositi del ministro Maroni circa le schedature etniche non possono essere valutate solo in se stesse, ma soprattutto per come fanno eco alle aggressioni "popolari" contro i campi Rom promosse dalla camorra o dalla Lega. La memoria ricorre alle pulizie etniche nei Balcani, alle discriminazioni antisemite e antizingare del XX sec., premessa alla persecuzione e alla strage in Europa. Ma per quanto riguarda l'Italia, la prima legislazione etnico-razzista - ricorda D. Bidussa- non fu quella del 1938 contro gli ebrei, ma quella del 1936, in occasione delle conquiste fasciste nell'Africa orientale: si proclamava l'inferiorità congenita delle popolazioni assoggettate per escluderle dai diritti di cittadinanza. Al tempo stesso si lusingava la base popolare del regime affermandone l'appartenenza a un sangue più nobile, a una razza superiore.


Fatti dimenticati per una loro nuova edizione? Fatti dimenticati, perché in Italia sono forti gli interessi ad imputare al Fascismo la sola colpa dell' antisemitismo, così da coprire le responsabilità complessive della dittatura, delle mentalità che l'hanno assecondata e che ora riemergono nell'opinione diffusa e nel governo.


Xenofobia, razzismo e antisemitismo hanno una certa relazione con la globalizzazione: l' evanescenza dei confini esposti all'immigrazione e la conseguente paura delle contaminazioni li intensificano.


Nella seconda metà del XIX sec. la globalizzazione era quella dei colonialismi: le nuove dottrine razziste erano volte a giustificare l'assoggettamento di popolazioni esterne classificate come "inferiori"; mentre l'antisemitismo, al contrario, giocava sul timore di essere a propria volta invasi e assoggettati ma dall'interno, da un gruppo umano (gli ebrei) integrato nella società ma fantasticato come parassita aggressivo, come anomalia che inquinava l'omogeneità nazionale e religiosa. Ora, mentre le legislazioni razziste erano volte ad impedire ai gruppi "diversi" l'accesso ai diritti di cittadinanza, le legislazioni antisemite erano volte a destituire gli ebrei dai diritti di cittadinanza già acquisiti. L'ebreo veniva discriminato per essere estromesso; la minoranza etnica veniva discriminata per non essere ammessa.


Nella "questione Rom" oggi in Italia, questi due schemi si incrociano: i Rom italiani rischiano di venir destituiti, in quanto Rom, da garanzie di cui sono titolari i cittadini italiani in genere; mentre i Rom immigrati, che pure sono europei, rischiano di non essere ammessi, in quanto Rom, alla dignità civile di cui sono titolari i cittadini europei in genere. "In quanto Rom": qui sta l'aberrazione delle proposte del governo: misure d'ordine su base etnica. Tanto più aberranti perché la "tolleranza zero" demagogicamente esibita contro un gruppo etnico marginale diffusamente malvisto servirà anche a coprire la svenevole tolleranza riservata ai crimini del privilegio, e al privilegio del crimine per chi ha il potere mediatico e politico di permetterselo.


Cose non nuove: è l' uso del "capro espiatorio etnico" per dire alla maggioranza: c'è sempre qualcuno che, per definizione, è peggio di voi: il Rom, il clandestino, i cui crimini saranno puniti più duramente che non chi di voi compia lo stesso reato. Contro questa logica l'indignazione è sacrosanta. Ma i "capri espiatori" non sono in quanto tali privi di responsabilità; e d'altra parte l'indignazione è opportunista se ci esime dall'affrontare domande imbarazzanti, come le seguenti:


- Esistono reati particolarmente frequenti in determinati gruppi umani? La mafia è radicata in Sicilia, la Ndrangheta in Calabria, la Camorra in Campania. Tra i Rom è diffuso il furto nonché l'addestramento collettivo e lo sfruttamento dei minori per il borseggio e per l'accattonaggio. E' esperienza comune, non solo pregiudizio.


Tuttavia il principio di civiltà impone che si perseguano questi fatti nella fattispecie dei reati, non mai in quella delle etnie: non "i siciliani" ma i mafiosi e i conniventi; non "i Rom", ma chi delinque e chi è connivente.


- E' forse un'aberrazione essere schedati? Come cittadini lo siamo tutti, e giustamente: certificati di nascita e residenza, carta di identità, Codice Fiscale. Non è affatto ingiusto che anche chi non abbia fissa dimora rientri in una schedatura che lo identifichi e che lo equipari agli altri abitanti. Esserne esentati è una discriminazione oppure un privilegio. E le impronte digitali? O per tutti o per nessuno: sono i segni del corpo, e dal corpo ha inizio il razzismo.


- E' un bene che la sinistra, nata mettendo in primo piano l'uguaglianza, la tralasci oggi a favore delle diversità? Che la sinistra, nata mettendo in primo piano il cambiamento storico, si schieri ora per la conservazione delle identità culturali? Il "rispetto delle culture altre" si traduce troppo spesso in alleanza con chi è titolare ufficiale di quelle culture, con chi detiene il potere sociale, istituzionale o religioso nelle comunità "altre": "E' la loro cultura" troppo spesso conferma il dominio dell'uomo sulla donna e sui minori, del tradizionalismo sullo spirito critico... La difesa dei Rom dal sopruso non ci esime dalla critica circa usi e connivenze specificamente vigenti nei campi. Così anche quando una folla protegga un camorrista...


- Quale legge deve prevalere per ognuno? Quella della propria comunità, o quella dello Stato in cui si abita o si transita? Proprio perché non prevalga la discriminazione etnica, è la legge dello Stato a dover prevalere, se si spera che possa essere "uguale per tutti". (Tranne che per i diritti umani , che sono prerogativa della persona e non del luogo). Perciò lo Stato ha il diritto/dovere di intervenire affinché sia rispettato l'obbligo scolastico, o la prevenzione sanitaria, o il diritto della donna e dei minori, anche se "la loro cultura" non lo prevedesse.


- Chi deve pagare i servizi sociali e il consumo del territorio? Tranne che per i rifugiati politici e umanitari, è principio di uguaglianza che ognuno vi contribuisca. Esentarne per principio un gruppo etnico è pur sempre discriminazione. Anche la solidarietà, se etnica, può ribaltarsi in discriminazione etnica.

Stefano Levi DellaTorre. Milano, 2 luglio 2008

IMPRONTE AI BAMBINI ROM


Decine di mail s'incrociano a ritmo vertiginoso tra gli scrittori italiani per ragazzi che sottoscrivono la lettera: Aquilino, Stefano Bordiglioni, Emanuela Bussolati, Janna Carioli, Luciano Comida, Francesco D’Adamo, Roberto Denti, Walter Fochesato, Luisa Mattia, Alberto Melis, Angela Nanetti, Emanuela Nava, Antonella Ossorio, Arianna Papini, Angelo Petrosino, Simone Piazzesi, Giusi Quarenghi, Angela Ragusa, Guido Sgardoli, Dino Ticli, Bruno Tognolini, Maria Rosa Vismara, Moony Witcher, Luciano Comida, Antonella Ossorio, Simone Piazzesi, Angela Ragusa, Simone Frasca, Franco Enna...

venerdì 4 luglio 2008

SCRITTORI ITALIANI E BAMBINI ROM

Ringrazio Vanna Cercenà per la sua iniziativa.

LETTERA APERTA SULLE IMPRONTE DIGITALI DEI BAMBINI ROM

Come autori di libri per bambini e ragazzi esprimiamo una forte preoccupazione per le iniziative assunte recentemente dal Ministero dell’Interno di usare come metodo di identificazione per i minori Rom la schedatura delle impronte digitali.
Troppo spesso, nel documentarci per scrivere le nostre storie, abbiamo incontrato leggi che “per il bene” di bambini emarginati e senza voce in capitolo, hanno di fatto sancito ingiustizie e discriminazioni.
Se vogliamo far sì che i piccoli Rom non vivano fra i topi, cerchiamo di integrarli con le loro famiglie, di mandarli a scuola, di toglierli da situazioni di degrado, invece di fare le barricate quando si tenta di sistemarli in situazioni più dignitose.
Qualora questa misura fosse effettivamente attuata, violando a nostro parere i principi che regolano la convivenza civile come la Costituzione, la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia approvata dalle Nazioni Unite nel 1989 e ratificata dall’Italia nel 1991, non potremmo fare a meno di provare un forte senso di disagio nel proporre ai nostri piccoli lettori testi che parlano di solidarietà, di incontro fra i popoli o narrano di violenze e prevaricazioni subite dai loro coetanei come se fossero accadute nel passato e non potessero ripetersi mai più.
Non vorremmo appartenere a uno Stato che un giorno debba chiedere scusa alle sue minoranze.

Vanna Cercenà, Emanuela Nava, Dino Ticli, Moony Witcher, Alberto Melis, Janna Carioli, Angelo Petrosino, Francesco D’Adamo, Luisa Mattia, Emanuela Bussolati, Arianna Papini, Guido Sgardoli, Roberto Denti, Giusi Quarenghi, Angela Nanetti, Stefano Bordiglioni, Aquilino, Bruno Tognolini, Luca Randazzo