lunedì 29 aprile 2019

ERACLE NELLE NOSTRE RADICI


Eracle nelle nostre radici



Si fa tanto parlare delle nostre radici. Se ne parla, spesso, ignorando la Storia. E l’ignoranza, purtroppo, è sempre più diffusa, grazie anche ad accorte politiche di oscurantismo. Accolgo sempre con piacere quando posso parlare ai ragazzi dell’antica Grecia. Sono stato invitato dall'insegnante Tiziana Melone delle Classi Quinte della scuola primaria Maraschi di Oleggio per introdurre la figura di Eracle, dato che avrebbero visitato una mostra alla Venaria di Torino. Purtroppo, la mostra era intitolata a Ercole, che risente di trasposizioni non solo romane, ma anche contemporanee facendone una specie di supereroe nostrano tutto muscoli e combattimenti. Abbiamo quindi imparato qualcosa sulla civiltà micenea e sull’opera di civilizzazione dell’Eracle tebano, impegnato non solo nelle dodici imprese, ma in viaggi per tutto il Mediterraneo e oltre. Durante le sue esplorazioni del mondo, ha insegnato l’uguaglianza tra gli uomini, il rispetto degli schiavi, le tecniche di miglioramento dell’agricoltura e di contenimento delle alluvioni, le basi della comunità civile eccetera. 

L’antica Grecia ha avuto l’accortezza non di distruggere civiltà, come altri faranno in seguito per motivi sia politici sia religiosi, ma di assimilarle arricchendo se stessa e il patrimonio da lasciare in eredità. La sua sapienza è costruita quindi su quella del Medio Oriente, dell’Asia e dell’Africa. Ecco le nostre radici: sono universali.
Spesso alla scuola Primaria si dà rilievo all’Egitto, ma l’attenzione dovrebbe spostarsi sulla ricchezza artistica, filosofica, letteraria e politica della Grecia, perché da quel tesoro sapienziale derivano gli Stati moderni.

Ho invitato i ragazzi a scrivere un’ulteriore impresa ed ecco alcuni brani tratti dai loro scritti.

Rachele, Oualid, Lorenzo A., “Iolao ed Eracle contro Cergrifidra”
“Mio zio Eracle chiese a mia madre e a mio padre se potevo aiutarlo a sconfiggere il mostro della sua tredicesima fatica; sfortunatamente mio padre mi lasciò andare. Io ero terrorizzato dall’idea di dovere combattere contro il pericolosissimo Cergrifidra di cui mi spaventavo solo a pensarci. (…) Quando il mostro morì, Eracle gli tagliò una delle tante teste. Insieme a me si incamminò verso Euristeo. Arrivati da lui, gli abbiamo fatto vedere le prove. Euristeo uscì dal suo pithos sotterraneo. Vedendoci vivi si stupì e con la sua faccia terrorizzata ritornò dentro il pithos.”

Tommaso, Ilaria, Federico, “La tredicesima impresa di Eracle”
“Eracle nuotò fino alle profondità marine. Quando vide un abisso, fece finta di andarci dentro, ma all’improvviso… cambiò strada e un tentacolo di Linfremius rimase incastrato. Eracle, raggiunto il suo obiettivo, iniziò a colpire il mostro con la clava, io gli conficcai una freccia nel cuore, e il mostro… morì! (…) ‘Wow, papà’ disse mio figlio, ‘siete proprio degli eroi!’ Quando Eracle morì, gli dei si ricordarono di lui e lo premiarono facendolo diventare una costellazione. ‘Se vuoi, te la faccio vedere, Alexjus’ gli svelai. ‘Va bene, papà’ disse lui, ‘voglio proprio vedere la costellazione di questo MITICO EROE!’”

Alberto, Diego, Sofia, Luca, “La tredicesima fatica di Eracle”
Un giorno Eracle e Iolao buttarono nell’Etna il loro peggior nemico, Focus Dominis. Dopo alcuni secoli, il mostro si infuriò e diede fuoco all’intera città, scatenando così la sua ribellione. Eracle e Iolao sentirono le urla e la paura dei cittadini, così accorsero nella città ormai distrutta e capirono che Focus Dominis era tornato all’attacco. Questo mostro faceva veramente paura e Iolao era terrorizzato, mentre Eracle non lo era per niente perché aveva affrontato nemici molto più difficili da sconfiggere. I cittadini dissero: ‘Ti prego, aiutaci, tu che sei forte e possente!’”

Christian, Marissa, Linda, “Il mostro Islot”
“Il combattimento furioso iniziò. Iolao era spaventatissimo. Disse allo zio: ‘Zio, come posso fare, questo qui è il doppio di me! Mi devasta, mi devi aiutare!’ Eracle rispose: ‘Nipote, devi usare la forza della mente.’ La lotta prese una svolta, perché i due stavano quasi per sconfiggerlo, ma lui tirò fuori il suo asso dalla manica: la resuscitazione. Diede la vita a tutti ghli eroi, ma divennero corrotti. Eracle prese arco e frecce. Intinse una freccia in un veleno trovato casualmente, la scoccò e uccise tutti tranne Achille, ma sapendo che il suo punto debole era il tallone è stato facile rimandarlo nell’aldilà.”

Filippo, Matteo, Matilde, “La tredicesima fatica di Eracle”
“Il potere del minotauro era la superforza, quindi riuscì a liberarsi dalle due reti. Eracle disse: ‘Iolao, aiutami ad ammazzare il minotauro!’ Iolao disse: ‘Zio, ho paura!’ Eracle disse: ‘Ti aiuterò io, basta che tu non scappi via dalla tua paura’. Eracle prese la clava e incominciò a seguire le impronte del minotauro. Lo trovò in una caverna e gli lanciò una clavata in testa. Gli spaccò il corno d’oro destro. Eracle presde il minotauro Ettore per la testa e lo riportò da Euristeo che si nascose nel suo vaso di bronzo.”