venerdì 26 giugno 2009

VACANZA


Domani parto per il Salento. Bicicletta, passeggiate a piedi, uno scatolone di libri, la scrittura sul vecchio portatile, le sagre... Ci fermiamo a Craco, il paese fantasma. Anche laggiù, quando si va da soli lungo sentieri di erba secca, ci sono i fantasmi. Ma sono benevoli.


In vacanza tengo acceso (ma solo in vacanza!) il cellulare, vecchio anche lui: 3292592338.

PUBBLICAZIONI


Ho spedito qua e là "Le crociate dei Santi Innocenti" e "L'Oscuro". Le Crociate interessano a un'editrice nuova di Cagliari che mi ha già fatto avere il contratto, ma temo che non abbia la forza per una distribuzione almeno discreta e quindi aspetto. Il libro interessa anche a un'editore romano che però nel contratto mi propone l'acquisto di cento copie, cosa che per principio mi ero ripromesso di evitare. D'altronde, lo stesso editore è entusiasta dell'Oscuro e lo pubblicherebbe senza richiesta di acquisto da parte mia. E' una casa editrice che ha un buon catalogo e che si impegna con serietà nella promozione dei propri autori.

Rimango in attesa di altre proposte, ma penso che a settembre prenderò una decisione.

TEATRO DEI PASSERI 2009-2010

Erano in sedici, sembrava che almeno cinque si volessero ritirare, mi spiaceva, ma sapevo che ne avrebbe guadagnato il nuovo spettacolo. Invece mancheranno solo Miriana, Veronica ed Elio, disponibile però a rifare la parte del suggeritore. Un caro saluto alle due ragazze. Bene, si ricomincia. Ho tredici attori. Ecco i tredici personaggi di "L'Arlechin ladro de do paroni": il DOTTOR BALZANO, il figlio LINDORO nelle vesti di Angelica, MARIANNA moglie di Pantalone, FLAVIA figlia di Pantalone, ARLECHIN, il CONTE TARTAGLIA, ROSINA serva di Pantalone, COLOMBINA serva di Florindo, il CAPITAN FRACASSO, FLORINDO cicisbeo, PANTALONE, ZANNI locandiere, ISABELLA cortigiana.
Abbiamo una sede nuova, una grande aula tutta per noi. Ci potremo tenere costumi, accessori, pedane ecc.

Ieri mi sono incontrato con le mamme e abbiamo buttato giù un piano per scenografie e costumi. Prevediamo due serate, una per l'Arlechin e l'altra per il fantasy. A Settembre si farà il volantino per le classi prime medie e si formerà il nuovo gruppo di dodici allievi. Costumi dark, con l'utilizzo di finta pelle plastica metallo. Si valuta la possibilità di un gruppo metal dal vivo per la colonna sonora. Si costruirà un drago enorme e tetro. Insomma, ci siamo rimessi a giocare. E che cosa c'è di meglio per adulti che vogliono offrire ai ragazzi una possibilità di andare oltre le meschine dinamiche del successo televisivo e di fare qualcosa di emozionante per sé che sia costruttivo, utile, rasserenante? Adulti che vogliono sfuggire alla mediocrità di questi tempi avvilenti tornando a immaginare e a costruire cose belle. Viva il teatro.

SCRITTURA ESTIVA

PROSA

Ho iniziato una nuova storia con Albino Guidi, il protagonista di "L'Oscuro". S'intitola "L'Occulta" e tratta della mia esperienza di teatro amatoriale. Ad Albino, negli anni, si presenta una donna bellissima che ogni volta assume un'identità diversa, ora giocosa ora tragica. E' una donna personaggio e con lei si scontrano i velleitari e presuntuosi interpreti da filodrammatica. Il suo ruolo? Recitare la verità e svelare l'ipocrisia.

TEATRO

Ho scritto "La vita dell'elfo", il fantasy per la Quinta Elementare Verjus, sequel di "Gli occhi del drago" che scriverò a settembre quando potrò conoscere i dodici iscritti di prima media al corso di teatro. Magari in questi due mesi lo abbozzo.

Devo scrivere "L'Arlechin ladro de do paroni", la nuova commedia per il Teatro dei Passseri. Ho già il canovaccio provvisorio: da Rosina vanno a lamentarsi Arlechin (ha fame), Zanni (fa il locandiere, mangia troppo), Marianna (il marito Pantalone la tradisce con Isabella) e Flavia perché il padre Pantalone la vuole sposare al nobile e ricco Tartaglia che è in cerca di moglie, mentre lei ama Florindo. Florindo ha una cotta per la cortigiana Isabella, ma vorrebbe sposare Flavia per interesse. Di Flavia è innamorato sincero Lindoro, figlio del dottor Balzano con cui Pantalone non intende imparentarsi perché l’ha curato male. Lindoro si traveste da donna, Angelica, e si fa assumere come dama di compagnia per Flavia, in modo da corteggiarla. Colombina combina un pasticcio: le rose per Isabella le porta a Flavia, che si illude. Florindo le comanda di portare un biglietto a Isabella per darle appuntamento. Istigata da Rosina, Colombina fa in modo che da Isabella si trovino Florindo, Pantalone, Marianna e Flavia. Zanni dà un consiglio ad Arlechin: mettiti a servizio e poi deruba il padrone. Arlechin fa il furbo e si mette al servizio di due padroni, Pantalone e Tartaglia, con l’intento di svuotare le loro dispense. Gli intrighi amorosi si svelano, Arlechin si mette in guai sempre più grossi… ma alla fine lui e Colombina si giureranno amore eterno.

Marta mi telefona e mi racconta di una rassegna a Monza su donne famose nell'arte e nella scienza. Presenterà l'Artemisia, ma vorrebbe fare una seconda serata. Scriverò quindi un monologo su Cristina Trivulzio Belgioioso ((Milano, 28 giugno 1808 – Milano, 5 luglio 1871).

Poi, ma avrò tempo fino a dicembre, scriverò il testo per lo spettacolo della scuola per l'infanzia Il Girotondo di Castelletto Ticino, come tutti gli anni. E infine c'è stato un contatto per fare uno spettacolo con i ragazzi del C.I.S.A.S. (Consorzio Intercomunale Servizi Socio Assistenziali), ma è solo un'ipotesi. Non voglio avere troppo da fare e farlo poi male.

Non devo scrivere il nuovo testo per CACAO, la filodrammatica di Oleggio. Regista e protagonista si sono ritirati per disaccordo e toccherà a me portare a termine l'allestimento. Prevedo di andare in scena a febbraio con "Allegri, gente... che disgrazia!", la storia della maschera di paese, il Pirin, tra i maneggi di Bernabò Visconti e quelli delle "potenze" italiane nel 1363.

ULTIMI LIBRI LETTI


G. Duby, "I peccati delle donne nel Medioevo", Laterza. Si legge con piacere. Dal De amore di Andrea Cappellano, uomo di Chiesa, 1186: "Per i villani l'amore non si distingue dalla fatica, dall'aratura: lo fanno come le bestie. Amare onestamente esige tempo libero, l'otium, e quelle grazie del corpo che il lavoro fisico annienta e delle quali detengono il privilegio gli uomini che non hanno niente da fare se non giocare. Se sono attratti da qualche donna del popolo, ne traggano pure piacere di sfuggita, ma senza preliminari, senza monovre di avvicinamento: non lo meritano. Se trovi l'occasione favorevole, non esitare a soddisfare il tuo desiderio, prendile con la forza. Si devono tollerare simili esuberanze nei maschi: sono fatti così! I preti, come ben si sa, corrono dietro alle sottane; l'uomo di qualità non disdegna l'amore violento, bestiale, quello che fanno i contadini." In conclusione: i nobili sono più belli e possono stuprare quanto gli pare, con la benedizione della Chiesa.

R. Cotroneo, "Otranto", Mondadori. Mi spiace, non mi prende, troppo letterario.

R. Hobb, "La nave della magia", Fanucci. Ahi ahi ahi, che delusione. dopo le meraviglie del ciclo dell'assassino di corte, la Hobb non sembra più la stessa scrittrice. Libri redazionali? Scritti in fretta per accontentare la casa editrice?

N. Novello, "Da Caino a Hitler - il diavolo", Parole per sempre. Un'antologia simpatica.

Camilleri-Cazotte, "Il diavolo tentatore innamorato", Donzelli. Camilleri butta giù una storia poco curata. Peccato che abbia questa frenesia di pubblicare a ritmi vertiginosi.

J. Deaver, "La finestra rotta", Rizzoli. Dopo anni che non ne leggevo più, sono tornato a un thriller per godermi il sole del giardino. A metà ero già abbastanza annoiato.

lunedì 22 giugno 2009

POESIA VENTINOVE



Per monti e per valli il mandriano
fa visita al popolo bue; i suoi subalterni
lo acclamano adoranti e con virulenza macellano
grassi vitelli su orgiastici spiedi: pecore occhi di miele
gli si affollano attorno la notte di fuochi di canti di balli
si prende il piacere l’anziano
mandriano - al mattino riparte sui pascoli
senza confini, seguito da vacche somari caproni e feroci
cani che il suo popolo asino tengono ammassato dentro confini
sempre più stretti – lui va, alta la testa, aspra la voce, ascolta ammaliato
i cantori dei miti inventati, lui solo è il mandriano, padrone di tutto, ma non
ma non
dei lupi che dalle tetre foreste sulle creste dei monti ululano.

martedì 16 giugno 2009

POESIA VENTOTTO




Fidati di me, disse l’uomo, ti fidi di me?
Dici cose strane, cose terribili.
Fidati di me, come io mi sono fidato di lui
così tu fidati di noi, d’altronde tu sai chi è lui.
Dici cose terribili, che mi spaventano.
Fidati, lo dice lui.
Devo mentire anche a mio figlio?
Sempre, se ne trai vantaggio, anche a te stesso.
Devo dunque ingannare mia moglie?
Tutti ingannano tutti, tu fallo per primo, e ne trarrai
vantaggio.
Fingermi amico e solidale? Fingermi comprensivo e promettere
tutto il mio aiuto?
Sempre, prometti sempre, qualunque cosa.
Cose terribili.
Fidati di lui.
Accusare mio figlio? Svergognare mia moglie?
Chiunque, se ti è di ostacolo. Tu bada solo
alla tua convenienza.
Pugnalare alle spalle è terribile.
Fidati.
Devo odiare? Considerare gli altri burattini
da manovrare a mio piacimento? Disprezzare? E staccare la testa a chi
a chi si oppone? E vedere me stesso lassù, in cima al mondo, un dio?
Fidati di lui, che già sta lassù.
E comandare isterico se cade una foglia che io non voglia? Così
così devo diventare, un dio folle?
Fidati di noi.
E poi io, tu, lui… che cosa faremo lassù, ci sbraneremo? E loro
quaggiù, loro…
Fidati, loro non contano niente.

martedì 9 giugno 2009

DOVE VOLANO I GABBIANI

Mi scrive la prof.ssa Florinda Vecchierelli, dirigente scolastico ISA Isernia, per informarmi della mostra dei lavori degli alunni partecipanti al progetto "Dove volano i gabbiani". Ecco di seguito il mio contributo.


Consumatori consumati
inviato da: aquilino .
professione: scrittore
il: 29-01-2009 10:47:43.
Li nascondiamo sotto la terra, e sopra ci piantiamo gli alberi. Sotto le acque degli oceani, dei mari, dei laghi e dei fiumi, e sopra solo l’oblio. A breve li nasconderemo alla fine dei sentieri invisibili dello spazio. Spesso non li nascondiamo nemmeno, li abbandoniamo di fianco alle strade, nelle cave dismesse, sui prati aridi delle periferie, perfino sui marciapiedi delle grandi città.Fanno puzza, s’incendiano, generano ratti e bisce e sopra ci volano gabbiani in lotta con i corvi, hanno un cuore esplosivo, sono tossici, uccidono, ma non riusciamo a staccarci da loro.Non possiamo più fare a meno di loro.Passione suicida.Una piccola parte la ricicliamo, così gli amministratori affermano: l’emergenza è superata, il pianeta è salvo, possiamo vivere felici.Amen.Li nascondiamo nelle baracche e nei ruderi, sotto i ponti e tra i rovi delle periferie, nelle case fatiscenti e sulle panchine dei parchi, sui barconi e nei doppi fondi degli autocarri. Li nascondiamo nelle prigioni e li concentriamo nei centri e negli istituti, li ammassiamo nelle fabbriche e li chiudiamo nelle aule. Li raccogliamo nelle chiese e davanti alle tribune dei comizi. Rifiuti da non riciclare nemmeno, il ricambio è assicurato, costa quanto un preservativo risparmiato.Altri li ammucchiamo davanti ai televisori, negli stadi, nei centri commerciali. Rifiuti produttori di rifiuti. Consumatori consumati.Qual è il confine tra un rifiuto inerte e un rifiuto umano vivente? Non sempre è possibile tracciarlo.Molti sono pericolosi, odiano la vita e i vivi, uccidono e distruggono. Ma non riusciamo a staccarci da loro.Non possiamo più fare a meno di loro.Ci servono perché distolgono l’attenzione dai crimini del potere, perché consumano, obbediscono e combattono, mantengono nel lusso gli eletti e difendono i valori di un pianeta di rifiuti.

POESIA VENTISETTE


L’Arlechin ha perso i colori, a uno a uno
glieli hanno strappati dal cuore,
ora li vedi là alla deriva sull’acqua fangosa
dove l’onda muore, contro la chiglia rugginosa
di una nave incagliata. Sulla tolda
marinai ubriachi
berciano una canzone sbracata, uno di loro gioca
con la mitragliatrice: spara ai pesci! spara ai pesci!
sbraita il compare, e lui spara.
Ta ta ta ta ta! Lui spara al mare e al cielo
colpisce l’Arlechin
che andava solo in cerca dei colori
rubati, ma ormai nella melma sono affondati.
Oh, l’Arlechin ferito
non ha più nemmeno voce
non ha più nemmeno vita: la sua
commedia è finita.

martedì 2 giugno 2009

I BAMBINI CHE TENEVANO SU IL CIELO


Per distrarmi dalla scrittura, digito in Google I bambini che tenevano su il cielo che abbiamo rappresentato due anni fa. Con piacere scopro che il testo viene messo in scena in tutta Italia. A Cavaion (Verona), a Radicondoli (Siena), a Cassina De' Pecchi (Milano), ad Affi (Verona), a Pomigliano D'Arco dalla compagfnia "Lo speziale"... Mi spiace solo che le scuole non prendano contatto con me e non indichino nemmeno il nome dell'autore, forse per paura di dover pagare i diritti Siae. O forse solo per scarsa sensibilità.

DELLA SCHIAVITU' VOLONTARIA


DISCORSO
DI STEFANO DELLA BOETIE
1531-1563
DELLA SCHIAVITÙ VOLONTARIA
o
IL CONTRA UNO
tradotto

nell'italiano idioma

da Cesare Paribelli
IN NAPOLI
ANNO SETTIMO REPUBLICANO


Miserabili e sciagurate genti, popoli insensati, nazioni ostinate nel proprio male, e cieche ai propri vantaggi, voi vi lasciate involare davanti agli occhi la migliore, e la più sicura porzione delle vostre rendite, saccheggiare i vostri campi, dirubare le vostre case, e spogliarle dalle paterne, ed avite suppellettili voi vivete in un modo tale da poter dire, che nulla vi appartiene, e sembrerebbe, ch’ormai fosse per voi gran ventura il disporre per metà de’ vostri beni, delle vostre famiglie, e delle vostre vite.
E tutto codesto guasto, tutte codeste sciagure, tutta codesta ruina vi deriva non già dai nemici, ma ben certamente da un inimico, da quello stesso, che voi faceste sì grande com’egli è, pel quale voi andate intrepidamente alla guerra, per la di cui grandezza vi fate pregio di sacrificare le vostre stesse persone alla morte.
Colui, che sì dispoticamente vi tiranneggia non ha più di due occhi non ha più di due mani, non ha che un sol corpo, nè è fornito di verun’altra cosa di più dell’ultimo e più vile uomicciattolo delle innumerabiti vostre Città. Se non che egli solo ha più di voi tutti la superiorità, che voi già avete accordata per distruggervi. D’onde ha egli preso tanti occhi per ispiarvi, se voi non glieli aveste prestati? Come trovasi egli tante mani per battervi, se prese non le avesse tra di voi? I piedi, coi quali egli calpesta le vostre città d’onde gli sono essi venuti se non sono i vostri? In qual modo esercita egli alcun potere su di voi se non per opera di voi medesimi? Come oserebb’egli assalirvi se non fosse di concerto con voi stessi? Che potrebb’egli farvi, se voi non foste i ricettatori del ladrone, che vi saccheggia, complici dell’assassino, che vi uccide, e traditori di voi medesimi?
Voi seminate le vostre biade, perch’egli dia loro il guasto; voi ammobiliate, e riempiete le vostre case per fornire alle di lui rapine. Voi nudrite le vostre figliuole affinch’egli abbia onde saziare la propria libidine. Voi allevate i vostri figliuoli, perch’egli al meglio andare gli conduca seco nelle sue guerre, li strascini al macello, li renda i ministri della propria cupidigia, gli esecutori delle sue vendette. Voi spossate nelle fatiche le vostre persone, perch’egli possa vezzeggiarsi nelle delizie, e guazzare ne’ suoi immondi, e brutali piaceri. Voi v’infiacchite, affine di renderlo più vigoroso, e forte per tenervi più corta la briglia. E pure sarebbe in vostra mano di sottrarvi da tante indegnità, che le stesse bestie, o non proverebbero, o certamente non tollererebbero, non dirò già se v’attentaste di liberarvene, ma soltanto di volerlo.
Siate determinati di non voler più servire ed eccovi liberi. Io non pretendo già che voi lo scuotiate, nè che il respingiate, basta soltanto, che cessiate di sostenerlo, e lo vedrete tosto a guisa d’un gran colosso, cui vien sottratta la base, precipitare, e spezzarsi sotto il proprio peso.
(Edizione di riferimento
Della schiavitù volontaria o il Contra Uno, Discorso di Stefano Boètie, tradotto nell’italiano idioma da Cesare Paribelli, Napoli Anno settimo repubblicano.
Edizione elettronica di riferimento
Gallica.bnf.fr)

lunedì 1 giugno 2009

ANCORA GOBBO IL RE


CENTRO TEATRO ATTIVO - Via Ampere 30, Milano

Giovedì 4 giugno 2009 - ore 20.30

GOBBO IL RE, STORTA LA REGINA!

Elementari I anno Lunedì 17/18.30 – Stefania Martinelli: Attrice e regista. Si è formata alla New York University, nel Dipartimento delle Arti e dello Spettacolo, e studia Movimento Scenico con Nikolaj Karpov. Fa parte del gruppo di ricerca teatrale “woman project”, diretto da Jurij Alschitz allievo di Vasil’ev, e conduce con lui stage internazionali. Da anni tiene laboratori teatrali nelle scuole. E’ insegnante di Recitazione per bambini, adolescenti e adulti.

TEATRO DEI PASSERI: progetti

Riunione. Ci sono i ragazzi, ci sono le mamme. Tutti confermano la volontà di continuare anche l'anno prossimo, ma per alcuni ci sono incertezze dovute a impegni vari. Si vedrà a settembre. Il gruppo dovrebbe comunque contare sempre su una dozzina di elementi. Si costituirà un secondo gruppo di prima media, sempre di dodici elementi. Ai veterani faccio una proposta: un anno di laboratorio per approfondire l'uso espressivo del corpo, per imparare ad analizzare un testo, per farsi domande sui personaggi e sul rapporto con il pubblico eccetera. I ragazzi non ne sono entusiasti. Vogliono uno spettacolo tradizionale. Li rassicuro spiegando che il lavoro svolto porterà comunque a uno spettacolo, nel quale ci saranno anche spezzoni di una nuova commedia su Arlechin. Inoltre, mi piacerebbe preparare dei brevi interventi di animazione per far fare loro esperienze con bambini della materna, disabili e anziani. Potrebbero esibirsi in occasioni particolari (25 aprile, festa della donna...).
Il nuovo gruppo preparerà uno spettacolo tipo fantasy, con tanto di drago, orchi e cattivissimo. Avremo a disposizione un'aula della scuola media dove potremo lasciare i nostri materiali. Tutto questo grazie al Comitato Genitori, una forza.
Ho preso contatti con la classe Quarta Verjus per un laboratorio annuale con Elisa e Gianna che porterà a un altro spettacolo di fantasy, forse il sequel di quello dei Passeri. Anche questo lo vedremo a Settembre.

MAGLIANO IN TOSCANA








Dopo Genova l'autostrada è una danza sinuosa in un paesaggio sempre più fascinoso. Raggiungiamo Magliano cinto dalle mura trecentesche, depositiamo i bagagli nella suite della Locanda delle Mura, due camere+due bagni+soggiorno di fronte alla porta di San Martino e facciamo una lunga passeggiata fino alle rovine del monastero di San Bruzio, solitarie nella campagna. Torniamo che fa buio, ma facciamo in tempo a vedere l'olivo della strega. "Domani andate a vedere gli altri" ci dice un signore gentile. Al mattino rivediamo con piacere la spiaggia di Marina di Alberese, un luogo primordiale, di contemplazione e respiro, di pace interiore e ascolto dell'onda. Ecco, l'arte. Ecco come vorrei scrivere e fare teatro. Con questi colori e queste forme, con questi suoni e queste seduzioni. Scrivere come cercare il significato delle voci della natura, nel tempo e nello spazio. Fare un teatro che non si esaurisca nell'attualità, ma che rubi la bellezza e i misteri alle forme delle cose naufragate sulla spiaggia. Una scrittura di segni come questi sulla rena; e come le movenze degli uccelli, delle fronde e dei riflessi sulla battigia. Tutti i significati sono qui. E tutte le estetiche. E tutti gli dei. Che prima di salutarci ci fanno un regalo: una ghiandaia marina dai colori elettrici.

Ci spostiamo a Porto Ercole, mangiamo con una bella vista sul porto: riso lla marinara che invece è una minestra stracotta con un tentacolo e due cozze; e qualcosa sulla piastra che non so se sia plastica o cartone. Meglio prendere le distanze dalla civiltà. Camminiamo per ore sul tombolo della Feniglia, riserva naturale. Ci arrivano zaffate selvatiche di cinghiale, ma non vediamo nemmeno i daini.

La sera assistiamo alla proiezione del filmato realizzato dalla classe terza media di Magliano sul mio racconto "Fallo di cuore" inserito in "Passsione pallone". La targa ricordo, le piacevoli conversazioni con l'assessore e con la bibliotecaria, i pasticcini... e su Magliano cala un silenzio ancestrale: sono tutti tranquilli, dentro le mura.

Al mattino andiamo a cercare gli olivi millenari degli Etruschi in un fondo privato con ingresso libero: un'emozione forte. Facciamo vela verso Capalbio, visitiamo la cittadina, ci godiamo la campagna grossetana. Raggiungiamo il "Giardino dei tarocchi" di Niki de Saint Phalle, ma purtroppo apre solo al pomeriggio. Una sosta ad Ansedonia, le rovine della villa romana. Saliamo sopra la tagliata etrusca, il cielo nuvoloso ci regala un panorama di colori intensi. Torniamo a Magliano per un pranzo come si deve, dall'antipasto al dolce, all'osteria Poventa.

E poi a casa.

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