mercoledì 30 gennaio 2008

BRICCONIA NEWS: il precario 2.

Non ha ancora trent’anni, laureato, due anni di contratti a termine presso una grande azienda, licenziato e riassunto, bistrattato, sottopagato, nessun futuro prospettato, perfino molestato dalla capa… “Era meglio quando facevo i gelati. Ci guadagnavo anche di più.” “E adesso?” “Cina. Sono qui da un anno. Senza contratto. Abusivo. Mi hanno già portato dentro, i poliziotti mi hanno terrorizzato, messo nudo, provocato, poi un’amica del posto li ha convinti che non ero un contrabbandiere. Tu americano! gridavano. E io No, italiano! Bella roba essere italiani.” “E dopo?”

“Appunto. E dopo? Lascio questo posto, ho messo via qualche soldo, ma non è una situazione sostenibile. Ho trovato a Hong Kong, ma con quanto mi pagano non si riesce a vivere in una città così cara. Sono in contatto con un tour operator in Libia, e anche se i soldi sono pochi almeno sono vicino a casa.” “E in Italia?” “Sì, posso tornare a fare gelati. In nero.” “Uhm… vorresti qualcosa di meglio, però, vero?” “Vorrei una vita.” Non ha ancora trent’anni. Capace e onesto, affidabile e intraprendente, laborioso ed efficiente… ma è un precario e tutto il resto non conta.

BRICCONIA NEWS: il precario


Il premier di Bricconia è stato arrestato. Ha dichiarato: “Io sono innocente. Tutto quello che faccio è lecito perché ho l’infallibilità e Dio sta con me. Se non è legale è perché i terroristi si sono infiltrati nella magistratura. Volete processarmi? E io vi faccio mettere una bomba sotto la macchina”. I giudici gli riconoscono subito le attenuanti, la scadenza dei termini, la prescrizione e l’intangibilità. Sommando, si è pervenuti all’assoluzione. Domandiamo a un giovane precario: “Che opinione ti sei fatta del premier?”. “Ha colto un’opportunità.” “Ha fatto castrare mille tra comici e giornalisti.” “Quelli sono sfigati.” “Ha incamerato nel patrimonio personale palazzo Venezia, le Poste, la Rai e diecimila miliardi di euro.” “Mica scemo.” “Ti ha dimezzato lo stipendio.” “Sì, ma ha aumentato l’età della pensione”. “Come fai ad arrivare alla fine del mese?” “Prendo esempio, no? Evasione fiscale, lavoro nero, truffa, sfruttamento, furto, superenalotto e se riesco ad apparire in televisione non lavoro neanche più. Mica voglio fare lo sfigato, io.” “Ma… fa gli interessi della criminalità organizzata.” “Era ora che qualcuno pensasse a organizzarsi.” “Non vorresti dei politici onesti?” “Quegli sfigati? Uno che fa politica e non ne approfitta… non sono mica così coglione da dargli il mio voto.” “E a chi daresti il tuo voto?” “Che so… uno figo… sai quello che hanno messo in galera l’altro giorno? O magari uno del grande fratello, ma uno che ha vinto, che si è fatto un’esperienza. A una donna no, le donne al di fuori di quello… Anche un calciatore, però. Ci vuole uno macho, non uno sfigato.” “Che lavoro vorresti fare?” “L’immobiliarista. Fin da piccolo mi piaceva giocare con il lego.” “Che cosa vorresti costruire?” “Niente. Mi faccio finanziare dalle banche e poi scappo con i soldi assieme a una velina. Figo, no? ”

lunedì 28 gennaio 2008

DADDA E IL FANTASMA




"Caro Aquilino,
ti ringrazio per l'invito a leggere il tuo primissimo libro per ragazzi; L'ho letto con interesse, certamente lo stile del tuo racconto non è come quello che ho conosciuto leggendo i libri della
mia infanzia o i racconti che leggo ai miei "bambini", ma proprio per questo mi ha colpito positivamente.
Romolo non è certo un ragazzino con degli handicap -come scrisse al tempo la casa editrice- tutt'altro; Romolo a mio parere è piuttosto un ragazzino che si sforza di crescere e questo produce in lui nostalgia per la sua passata e felice infanzia dove vedeva il suo papa' grande e forte, ma purtroppo come è successo alla maggioranza di noi tutti a quell'eta', un bel giorno scopre che gli adulti non sono degli esseri perfetti . Tu hai reso molto bene l'idea , facendo ricordare a Romolo l'episodio della caduta dalla bicicletta, personalmente io, a quell'età non caddi dalla bici ma la mia caduta e scoperta che il mio papa' non era quell'essere perfetto che credevo
la ebbi su un pullman all'età di dieci anni, ma questa ormai è preistoria.
Con affetto Dadda e i suoi quasi figli."
http:// Tittieco.wordpress.com

mercoledì 23 gennaio 2008

PUPINE E PUPINI


Sto per raggiungere la scuola dell'infanzia dove mi aspettano "pupine e pupini" di cinque anni. Ogni bambino ha portato un pupazzo, gli ha dato un nome, ha scelto un rapporto (amico, padre, zio...) e l'ha disegnato. Dall'interazione dei pupini sono nate storie che ho trascritto e arricchito con filastrocche. Sono IL TEMPORALE, LA FESTA DI COMPLEANNO, IL MAL DI PANCIA, L'ORSO NELLA FORESTA, IL PUPINO RITROVATO. Oggi cominciamo a recitarle. L'entusiasmo è alle stelle, ma si lavora (si gioca) con ordine e rispetto per gli altri. Per me, queste sono fughe benefiche. Abbandono il mondo triste e tristo degli adulti e mi tuffo tra le meraviglie dell'universo non ancora plasmato dalla bieca prepotenza dell'uomo.

lunedì 21 gennaio 2008

DOVE ANDIAMO?


Chiedo scusa. Poche ore dopo avere pubblicato "passeggiata domenicale", l'onorevole Mastella dichiara: "Lasciamo la maggioranza, l'esperienza di questo centrosinistra è finita". Profeta di sventure? Mmm, piuttosto, allora, profeta sventurato. Non è colpa della nebbia di cui parlo nel post. Non c'è nebbia per chi vede sempre chiaro davanti a sé, e vede solo davanti a sé.

PASSEGGIATA DOMENICALE


Dove andiamo? La nebbia nasconde la strada. A destra e a sinistra campi di brina. Uno scoiattolo sull'asfalto, sembra dormire, ma è morto: una gazza l'ha ucciso a colpi di becco. Un motore lontano: la voce rauca e stanca di un drago? Un'auto ci supera a velocità idiota. Estinti, i draghi. Finito il tempo dell'immaginazione. Ora se ci domandiamo: dove andiamo? - non c'è risposta. Sembra tutto immobile, silenzioso, assente. Ma siamo circondati da spettri. Cinghiali? Sarebbe una consolazione. No, hanno musi umani. Sono eleganti, anche se le sagome indistinte di zombi risultano inquietanti. Parlano in modo forbito, ma esprimono solo minacce. Vogliono il sangue di noi che camminiamo più svelti, scossi da brividi. Sono avidi, disonesti, cinici, violenti, volgari. I predatori peggiori. Un lampo d'ala sul grigio: è il falco che se ne va lontano, spodestato dai rapaci umani. E noi dove andiamo? Lontano da loro, se possibile. Lontano dagli stadi, dalle piazze gremite, dai seggi parlamentari, dagli studi televisivi, dalle ville in Sardegna, dai locali per vip, dalle adunate nere, dalle nuove crociate, dalle violenze in famiglia, dalle bande degli ignoranti, dagli evasori fiscali, dai finti intellettuali, dalle orde barbariche che cavalcano le suv, dalle associazioni degli ipocriti bigotti, dagli scrittori per soldi, dai giovani egocentrici arrivisti, dai branchi di sentenziatori e opinionisti... Ma dove andiamo? Davanti non si sa, a destra e a sinistra solo campi di brina... Proviamo a cercare un sentiero di brina. Quanto silenzio! Dove si saranno rifugiati gli uccelli? Andiamo a cercarli. Seguiamo il loro volo. Voliamo alti. Al di sopra della nebbia. Quanto pacato silenzio! Si sta bene, qui, lontano.

giovedì 17 gennaio 2008

IL FANTASMA DELL'ISOLA DI CASA online


IL FANTASMA DELL'ISOLA DI CASA è online nel sito www.letteratura-per-ragazzi.it.
Invito tutti all'ascolto del monologo di Romolo, patetico e straziante, ma così pieno di vita e di speranza.

SICUT UNIVERSITATIS CONDITOR


Il papa Benedetto XVI afferma, nella sua relazione non letta all'università della Sapienza il 17 gennaio 2008: "Se però la ragione – sollecita della sua presunta purezza – diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono più le acque che gli danno vita. Perde il coraggio per la verità e così non diventa più grande, ma più piccola. Applicato alla nostra cultura europea ciò significa: se essa vuole solo autocostruirsi in base al cerchio delle proprie argomentazioni e a ciò che al momento la convince e – preoccupata della sua laicità – si distacca dalle radici delle quali vive, allora non diventa più ragionevole e più pura, ma si scompone e si frantuma".


Scrive invece il papa Innocenzo III nella lettera "Sicut universitatis conditor" del 30 ottobre 1198:
"
Come Dio, creatore dell'universo, ha creato due grandi luci nel firmamento del cielo, la più grande per presiedere al giorno e la più piccola per presiedere alla notte, così egli ha stabilito nel firmamento della Chiesa universale, espressa dal nome di cielo, due grandi dignità: la maggiore a presiedere - per così dire - ai giorni cioè alle anime, e la minore a presiedere alle notti cioè ai corpi. Esse sono l'autorità pontificia e il potere regio. Così, come la luna riceve la sua luce dal sole e per tale ragione è inferiore a lui per quantità e qualità, dimensione ed effetti, similmente il potere regio deriva dall'autorità papale lo splendore della propria dignità e quanto più è con essa a contatto, di tanto maggior luce si adorna, e quanto più ne è distante tanto meno acquista in splendore. Ambedue questi poteri hanno avuto collocata la sede del loro primato in Italia, il qual paese quindi ottenne la precedenza su ogni altro per divina disposizione. E perciò, se pure noi dobbiamo estendere l'attenzione della nostra provvidenza a tutte le province, tuttavia dobbiamo con particolare e paterna sollecitudine provvedere all'Italia, dove furono poste le fondamenta della religione cristiana e dove l'eccellenza del sacerdozio e della dignità si esalta con la supremazia della Santa Sede..."

mercoledì 16 gennaio 2008

LA VENDETTA DEL LONGOBARDO


In un post di dicembre avevo scritto "LA VENDETTA DEL LONGOBARDO di Marco Salvador è fermo a pagina 112 da quest'estate. Peccato, il primo mi aveva entusiasmato". Io e Marco ci siamo scritti in modo molto cordiale e gli ho esposto le mie osservazioni. Mi è venuta subito voglia di rileggere il libro. Non ho cambiato idea sull'inizio, ma poi... poi ho ritrovato lo scrittore del primo libro, caldo e fluente come un largo e profondo fiume. Quante emozioni! Si vengono a conoscere moltissime cose sui longobardi, ma altre viene il desiderio di scoprirle. Per il momento, c'è a disposizione il terzo volume L'ULTIMO LONGOBARDO. Libri che aprono porte, ma non pertugi da cui spiare con imbarazzo o irritazione e cogliendo visioni confuse; le porte le spalancano su un mondo ricco di colori, nitido nelle sue forme, musicale e comprensibile e, ripeto, davvero emozionante.

martedì 8 gennaio 2008

CRONACA DEL RISVEGLIO


Di solito mi alzo presto e appena fa luce preparo il vassoio che depongo sul tavolo sotto il portico, così dalla finestra del salone vedo i miei ospiti a due metri di distanza. Ci metto arachidi, pandoro, crostata e semi di girasole. Le cinciallegre erano già in attesa sull'oleandro e si tuffano subito sulle arachidi. Poi faranno la spola tutto il giorno per sbucciare e gustarsi i semi di girasole. Dopo di loro arrivano i verdoni insieme ai pettirossi. Si sono abituati gli uni agli altri e si scambiano solo occhiate curiose. Cinciallegre e pettirossi si sono abituati anche a me e si fanno gli affari loro anche se gli vado vicino. Ieri ho intravisto quello che mi sembrava un usignolo, ma è schizzato via come una freccia. Nel frattempo ho riempito la ciotola di semi e cambiato l'acqua nei contenitori sotto il pittosporo e ho buttato due manciate di semi e una manciata di pastone sotto il melograno, così posso godermi lo spettacolo dalla postazione del computer. Pochi secondi e decine di passeri calano giù dagli alberi e dalle siepi. A fare un poco le prepotenti arrivano sempre le tortore e ogni tanto fa un giro di terrore la gazza, creando il vuoto attorno a sé. Poco fa scorgo un passero che non è un passero, prendo il binocolo e riconosco il fringuello, prima la femmina e poi il maschio, più colorato. Mentre scrivo ecco che arriva la femmina del merlo sotto il melograno, sul quale già si posano le cinciallegre, sempre in agitazione.I verdoni si spostano poi nel grande cespuglio di rosa rugosa sul retro e piluccano le bacche. Sotto i lamponi si aggira uno scricciolo. Il giardino è una sala di concerto e un poco nasconde il fracasso delle imprese edili che stanno erigendo case tutto intorno. Ma io mi concentro sul vicino e avere nello sguardo un pettirosso fa bene al cuore e alla mente.