mercoledì 20 ottobre 2010

LA GRANDE MADRE


Giravo attorno all'incipit del nuovo racconto su Tantalo e il figlio Pelope, quando mi sono reso conto che sconfinavo e che avrei dovuto scrivere non uno, ma due libri: "Gli dei malevoli" e "Gli eroi malevoli".
Ho accantonato Tantalo e mi sono rimesso a leggere "I miti greci" di Robert Graves. Ho subito trovato una storia, la prima storia. Anzi, la storia che precede la storia, quella di Eurinome. Siamo agli albori della civiltà, come si dice; cinquemila anni prima dell'era comune, più o meno, ma così si dice. L'epoca della Grande Madre, o Madre Bianca, Mater Matuta, Bona Dea... Il matriarcato (di pace, tolleranza e uguaglianza) che, si dice, ha preceduto il patriarcato (forza, sottomissione, guerra, imposto dalle popolazioni della Russia meridionale, si dice).

Eurinome con il Vento del Nord genera il serpente Ofione (Oceano) che l'avvolge nelle sue spire e si accoppia. Ma poi pretende di essere lui il creatore. La dea "lo colpì alla bocca con un calcio, gli spezzò i denti e lo relegò nelle buie caverne sotterranee".

Questo lo spunto per la storia.
Volete che Ofione (il maschio) non si sia voluto vendicare? E non continui a vendicarsi?

E poi mi sono imbattuto un'altra volta nelle Madonne Nere (in foto quella di Chartres).
Dal sito http://www.templaricavalieri.it/

"I primi missionari cristiani scoprirono in Gallia un gruppo di Celti intenti a venerare una figura femminile nell'atto di dare alla luce un bambino e spiegarono agli indigeni che, senza saperlo, stavano adorando un'immagine della Madonna e loro erano già cristiani.

Sul luogo sacro venne costruita una chiesa, e l'idolo pagano, trasferito al suo interno, si trasformava automaticamente in una rappresentazione cristiana; per giustificare la presenza di figurazioni mariane che, a volte, precedevano la stessa nascita di Maria, i teologi coniarono un termine "Prefigurazione della Vergine".

I luoghi di culto della Grande Madre nel nostro continente sono molteplici; le rappresentazioni della Dea si trovano quasi tutti in superficie ma, gran parte di esse, erano poste originariamente nel sottosuolo, dove la presenza delle correnti terrestri si fa maggiormente sentire.

Proprio dalla Grande Madre derivano probabilmente le celebri "Vergini Nere", le Madonne dal volto scuro venerate in tanti santuari.
Con un'operazione nota come "sincretismo", la stessa per cui agli dèi del voodoo di Haiti sono stati associate le immagine dei Santi cattolici importate dai missionari, la Grande Madre pagana avrebbe assunto il volto di Maria, colorato però in nero, come quello delle sue prime raffigurazioni.
Le immagini delle Vergini Nere contraddistinguerebbero dunque i luoghi particolarmente legati alla Grande Madre, gli stessi su cui, da sempre, gli uomini costruiscono i loro edifici sacri.

Vergini nere sono disseminate nelle chiese di tutta Europa; in Italia se ne trovano a Cagliari, Crea del Monferrato, Crotone, Loreto, Lucca, Oropa, Pescasseroli, Rivoli, Roma, San Severo, Tindari, Venezia; in Francia addirittura novantasei. Le più famose sono quelle della cattedrale gotica di Chartres, chiamate Notre-Dame-sous-Terre e Notre-Dame-du-Pilier.


Inoltre, nel culto della Madonna rivive in modo concreto il culto pagano di Iside, che fu per due secoli la "Santa Madre" del mondo antico. Iside "che tutto vede e tutto può, stella del mare, diadema della vita, donatrice di legge e redentrice" era la donna divinizzata (culto ripetuto anche in altre mitologie). La si rappresentava come una giovane donna, inghirlandata dal loto azzurro della luna crescente, col figlioletto Horus tra le braccia. Non poche statue di Iside furono trasformate più tardi in immagini della Madonna. Anche i Druidi (sacerdoti pagani) onoravano la statua in legno di una donna, rappresentante la fecondità.


Nessun commento: