lunedì 22 agosto 2011

E SI VA AVANTI

Dopo due anni e mezzo dalla morte di mio padre, se n'è andata anche mia madre. Due anni e mezzo di Alzheimer, infarti, cadute terrificanti, infezioni misteriose... Dopo l'ultima ospedalizzazione, quando si è resa conto che non avrebbe più potuto camminare, e dopo estenuanti inutili tentativi di spostare le gambe giù dal letto, si è persa dentro un dormiveglia sempre più profondo, fino a indurre in sé stessa uno stato di coma che è durato tre giorni. Poi, un sabato mattina, l'ultimo sospiro. E adesso? Niente si ferma, tutto va avanti, il mondo reclama vita.
Sto scrivendo "Donne che amano i cani", il quarto episodio con Albino Guidi. E' una specie di giallo, ma ci racconto anche la morte di mia madre. Non è facile, al momento. Ci giro intorno, sospendo, riprendo, avverto una fatica sorda... Devo sciogliere nodi, e rendere teso e dritto il filo che mi unisce a lei.
Claudio Messina della Robin mi ha scritto riguardo a "Se muore un Arlecchino", il terzo episodio ("L'ho trovato splendido: turbinoso, coinvolgente, sopraffacente, senza pudore"). Uscirà in primavera.
Con Betti (è lei l'esperta, io le faccio da supporto) sto realizzando un testo di narrativa scolastica sull'epica per la Mondadori. Mi rilassa.
Lupusagnus è a Granara per porre le basi con le improvvisazioni a "Konfinà", il nuovo spettacolo che sarà presentato a maggio al Binario 7 di Monza. Io interverrò tra qualche giorno per cucire insieme le idee in un testo che sarà molto suggestivo. I konfinà sono peccatori confinati in eterno tra i monti della Valtellina, dove battono con mazze di ferro sulle rocce.
Al Teatro della Cooperativa, sempre a maggio, ci saranno le repliche di "Canicani".
Ho nostalgia degli Orrendi. Ho già scritto il quarto episodio. Vorrei proseguire, mi aiuterebbe a rimettermi in moto (ho la testa altrove, chissà dove). Ma devo aspettare l'ok di Giunti. Tra poco deve procedere alla revisione del terzo libro, "Nelle miniere di Molooc". Penso che uscirà a marzo.
Stavo quasi per decidermi a chiudere la pagina facebook e il blog. Ma rieccomi. Scrivere cose così mi aiuta ad affrontare la scrittura più ardua, quella dei libri. Ogni volta devo vincere un'inerzia, una volontà di morte che ghiaccia il tempo: perdo giorni e giorni in niente, perché niente mi sembra che valga la pena di essere fatto.
Ma devo rimettere le gambe giù dal letto, a ogni costo.

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