lunedì 3 marzo 2014

RADICI PARTIGIANE

Da Tradate, il mio paese natio, mi scrive Gian Paolo Cisotto con riferimento a "Il più bello di tutti i fratelli", il testo teatrale che ho scritto sulla mia famiglia al tempo del Fascismo e sulla morte di mio zio Aquilino, partigiano. Intende inserire il testo in un libro sulla storia locale che sta scrivendo e io ne sono felice. Per di più svolge un lavoro accurato di chiosatore per chiarire o approfondire non solo i termini dialettali in veneto, ma i riferimenti storici e ambientali. 

La sua ricerca mi regala nuovi frammenti di un mosaico incompleto e confuso, dato che mia madre non ha mai voluto raccontare nei dettagli un episodio che ha segnato la sua vita. Aquilino era il fratello a lei più caro, per la sua dolcezza e la sua forza nel farsi partigiano. A lei purtroppo toccò di andare a Rescaldina, con una corsa affannosa in bicicletta, per verificare la veridicità di una voce: avevano ucciso dei partigiani. Lei forse sapeva che lui doveva recarsi da quelle pareti e infatti lo trovò là, ucciso dai fascisti.

Ecco che cosa mi manda Cisotto nell'ultima email: la targa a Rescaldina, una cronaca trovata nella biblioteca, la fotografia di quello che era stato il cortile in cui sono nato e vissuto fino ai cinque anni (tutto è stato abbattuto per fare un parcheggio).



L'emozione mi ha spinto a riaprire la scatola delle "reliquie", le poche cose rimaste di mio zio che mia madre ha conservato come si conservano l'amore e la tragedia nel cuore. Alla sua morte, ne sono diventato il commosso detentore. Che cosa contiene la scatola? La cintura, sulla quale lei diceva ci fosse il suo sangue. Un crocifisso, che non so se inserito da lei o se appartenuto allo zio. Le partecipazioni del funerale. Fotografie. I soldi che aveva in tasca. Un portaritratti. Articoli di giornale. Il "lutto cittadino" (dell'anno seguente, dopo la Liberazione). Una santa Veronica. Sua o di mia madre. Veronica è la versione latina del greco Berenice, Berenike, dal macedone fere nike, cioè che porta vittoria. Un codice partigiano? Mia madre con santa Veronica non ha mai avuto niente a che fare. Poi un biglietto strano, tre righe su un pezzetto di carta strappato: "Villa Mariani - presso la stazione - ore 18." Un messaggio? Un appuntamento per un'azione partigiana? Infine, due articoli di giornale. Il primo del "Corriere prealpino" del 26 maggio 1945. Ecco il testo:
"Cronaca dei funerali di tre Patrioti. Tradate. Da Rescaldina, luogo del loro martirio, i corpi dei nostri tre Partigiani: Rossini Carlo, Bruselin Aquino, Crestani §Ferdinando, sono stati trasportati a Tradate. Le onoranze funebri che la popolazione ha tributato ai giovani Caduti, oltre ad essere stata una grande dimostrazione plebiscitaria di cordoglio hanno assunto un carattere di una vera manifestazione patriottica. Tutto il popolo era presenta ai funerali e con esso il C.L.N., le autorità, il Comando Piazza, i Comandanti delle tre Brigate di stanza a Tradate, un picchetto armato dei Patrioti ed altri Enti. Dal Municipio dove i feretri erano rimasti esposti al pubblico il funerale è sfilato per le vie principali del paese, portati a spalla dai loro compagni Patrioti. Dopo il rito religioso sul piazzale della Chiesa, il compagno Lanzanie, il dott. Ronchi, hanno ricordato il Caduto De Angelis Vincenzo che riposa nel nostro cimitero, ed hanno rivolto l'ultimo saluto ai patrioti caduti."
Sul foglio parrocchiale "La Concordia" del maggio 1945 si scrive:
"In onore ai nostri Patrioti. Rossini Carlo, Bruselin Aquino, De Angelis Vincenzo, e poi di Mascheroni Angelo, in diverse domeniche del mese di Maggio furono fatti funerali solenni colla partecipazione di tutta la popolazione tradatese, collegi e scuole: le salme, poste sul camions, parte a spalle furono portate per le vie principali del paese: sul piazzale della Chiesa Parrocchiale furono pronunciati brevi discorsi d'occasione: le Messe di suffragio vennero cantate nella settimana con grande intervento di devoti."















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