giovedì 13 ottobre 2016

IL DIARIO DI MEDEA (due)

Arrivano, e le regole non mancano mai di accoglierli: gli zaini scaricati proprio sulla soglia vanno lasciati in corridoio, come pure i giubbotti. Quando ci sono tutti invito la metà di loro a mettersi in cerchio. Se ne forma uno di soli maschi. Le femmine preferiscono fare da pubblico, e non manco di rimarcare che non va per niente bene. A partire da Raffaele, devono passarsi di mano in mano: un uovo sodo bollente, un neonato, un sacco di cemento… Per molti sono cose nuove e la gestione espressiva del corpo è approssimativa e sbrigativa. Ragioniamo su ogni esercizio: le dimensioni e il peso dell’oggetto, la rottura dell’equilibrio con il momento di crisi determinato dal cambiamento brusco (il calore dell’uovo, il peso del sacco…); verifichiamo la forma e la posizione degli arti condizionati dall’oggetto, il loro mantenimento fino alla sua cessione, le conseguenze su tutta la postura, la coerenza complessiva e la verosimiglianza che induce il pubblico a credere in ciò che vede. Vi sono miglioramenti immediati, i ragazzi imparano in fretta. Non intendo certo insegnare il mimo, non ne sono in grado, ma solo indurre a riflettere sempre su che cosa si sta facendo; a osservare con occhio critico gli altri per migliorare se stessi; a concentrarsi sull’esercizio senza cercare a tutti i costi il consenso del pubblico. Che partecipa in modo vivace, con risate generose. Per le ragazze nuove è anche il modo per scaricare la tensione; ma quando tocca a loro ogni ritrosia viene messa da parte e la partecipazione è buona. Alla gestione del corpo facciamo seguire quella della voce: come esprimere il calore bruciante, il peso spossante o la delicatezza di un neonato addormentato?

Ora, di nuovo in cerchio, devono lanciarsi una palla e scandire in modo chiaro le parole di una frase incompiuta: chi riceve la palla deve completarla all’istante. Dopo alcuni giri di prova, propongo l’eliminazione di chi non sa come chiudere la frase o esita troppo. Rimangono in gara in due, entrambi vincitori. L’esercizio stimola a combinare nel modo più efficace sia la velocità di pensiero e di movimento, sia la comprensibilità delle parole.
Si è presentata un’altra allieva, come posso rifiutarla? Il gruppo passa a sedici elementi, tre più di quelli previsti. A lei e a una compagna assente ripeto la storia di Medea e tutti mi seguono con attenzione perché è abbastanza complessa. Il livello culturale è molto vario. C’è chi conosce già alcuni miti e molte figure dell’antichità greca; ma anche chi non ha mai sentito parlare degli Argonauti.

Oggi voglio orientarmi sugli abbinamenti personaggi-interpreti. Mi ero già fatte delle idee, ma vengono subito scardinate. Giorgia si propone per Medea con un trasporto che mi convince subito. Le faccio leggere una battuta ed è già nel personaggio. A Lucia propongo la Nutrice, che interpreta con efficacia dato che, schiva in altre occasioni, riesce molto bene nel patetico. Avevo pensato di proporre Creonte a Francesco D., ma lui mi supplica di aggiungerlo al trio dei mediatori (che sono narratori, commentatori, spettatori), e va bene, devo solo passare al Risparmione per un altro sgabello bianco. Per il re si propongono Francesco S. e Luca. Quando però faccio cantare alcuni versi del testo, scopro con piacere che Francesco sa improvvisare con sicurezza e proprietà, per cui gli assegno un posto di risalto nel Coro. Giulio legge una battuta di Giasone con un calore e un vigore interpretativo che lo lega senza alcun dubbio alla parte. Per i due bambini non ci sono problemi: Lucrezia e Viola, che sono le più piccole. Medea avrà quindi due femmine, Mermera e Fereta. Mi sembra che diventi anche più significativo, come se la madre uccidesse se stessa; ed è un richiamo alla situazione drammatica delle bambine nel mondo. Rimane Glauce (Creusa per i latini), e decideremo la prossima volta perché manca Alice, e dobbiamo sentirla.


Faccio appena in tempo a distribuire i copioni che arrivano i genitori. Ho convocato un’assemblea perché questo spettacolo lo si fa con i ragazzi e con i loro genitori. Parliamo del fondo cassa per le spese di allestimento, della manutenzione dell’aula, delle comunicazioni (gruppo WhatsUp), dei costumi… a martedì prossimo!

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