mercoledì 18 giugno 2008

Ancora I BAMBINI NELLA CASA DELLA GUERRA


Qualche riflessione sulla struttura di uno spettacolo da realizzarsi con una classe di venti/venticinque alunni.

Anzitutto, un testo misto: prosa e rime, in questo caso solo per i gruppi, ma in altri casi le uso anche per i singoli interpreti. Danno ritmo. I gruppi diventano cori da cui si staccano singole figure perché sono in relazione dinamica con gli altri personaggi.


Il testo è poi costruito a blocchi, in modo da isolare con facilità e chiarezza le sequenze. Ciò consente la contrapposizione di registro tra le varie scene e infinite possibilità di intersecare tra di loro le scene.


Le musiche diventano essenziali e non sono mai solo una colonna sonora di sfondo, ma sono il tempo ritmato dell'interpretazione, suggerendo movimenti e coreografie. Gesti e movimenti si conformano alla melodia e anche la determinano in quanto le musiche vengono lavorate al computer con semplici taglia, copia e incolla. Sono integrate da effetti sonori generati dalle voci o dai battiti dei piedi o da strumentini. Non c'è coerenza storica o di genere nella scelta dei brani. Sono materiali come pure le parole, le voci, i rumori, le luci, i movimenti... materiali da combinare insieme per un risultato estetico e di comunicazione. Può quindi succedere che a un pezzo dei Pink Floyd si incolli Enya o un'aria di Haendel.

I costumi non sono recuperi eterogenei e non fanno carnevalata. Con poco e con semplicità si possono avere buoni effetti. Importante differenziare i gruppi con fogge e colori diversi.


La scenografia non è realistica, ma allusiva e suggestiva. Dev'essere semplice e viene arricchita da effetti di luce o dal fumo.


Le coreografie si rifanno anche a quelle di massa delle parate, degli stadi, delle adunanze politiche... e quindi ben vengano bandiere, balli, cori...


Molti di questi effetti servono anche a sostenere la debolezza interpretativa degli alunni: tutti devono avere una parte anche se sono poco portati a fare teatro e poi non c'è tempo per raffinare la recitazione.


Ci sono momenti, soprattutto nel finale, di superamento della quarta parete e di rapporto diretto con il pubblico, pur rimanendo nella dimensione di "attori recitanti". Il pubblico viene invitato e stimolato a una partecipazione gioiosa e dalla fruizione passiva si passa a una attivazione che fa diventare palcoscenico tutto quanto il teatro.


Dal teatro multimediale all'happening.


Il finale viene moltiplicato e per tre e anche quattro volte si dà l'impressione che sia tutto finito, e invece ogni volta c'è una ripresa basata anche su forti contrasti, fino alla passerella finale.


E' davvero importante che i ragazzi vengano preparati a comportarsi come attori veri: disciplina, serietà, concentrazione, energia... nessuno spierà dalle quinte, nessuno disturberà nelle pause, nessuno darà meno del massimo.


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