domenica 15 marzo 2009

IL NUOVO RE

C’era una volta un regno i cui sudditi vivevano già felici e contenti. Un giorno arrivò un uomo piccolo e potente, protetto da prepotenti piccoli e potenti. “Questo regno è uno schifo. Ora v’insegno io a vivere”. Il nuovo arrivato andò dal re e gli tolse il trono da sotto il sedere, facendo ridere i cortigiani. Poi lo fece rinchiudere in una gabbia appesa alle mura del castello e invitò i sudditi a bersagliarlo con lanci di schifezze. I più giovani e scapestrati lanciarono sassi sempre più grossi e il re fu ucciso.
“Ora comando io e solo io” dichiarò l’uomo piccolo e potente.
Fece arrivare teatranti e saltimbanchi, trafficanti e sputafuoco, prostitute e ladri, sicari e truffatori. I sudditi pensarono solo a divertirsi e a fare risse. I lavori nei campi furono abbandonati, gli artigiani persero l’amore per le loro attività, i mercanti impararono a imbrogliare e a lamentarsi di tutto. Perfino i bambini smisero di giocare. Invece di andare a scuola passarono il tempo in cerca di occasioni per fare brutti scherzi ai più deboli.
Nelle case e per le strade, sia di giorno sia di notte, era il caos. Tutti gridavano contro tutti e dagli insulti si passava subito ai pugnali.
Le riserve di cibo furono consumate, le botteghe non ebbero più niente da esporre.
“Abbiamo fame!” gridarono i sudditi. Invece di aiutarsi l’un l’altro, continuarono a scambiarsi accuse e coltellate. Venne però il giorno in cui uno gridò:
“La colpa è del nuovo re!”
Gli fu subito tagliata la lingua.
“Ci sono individui malvagi venuti da fuori che rubano e ammazzano” disse il nuovo re. “Ma ci sono anche sudditi infedeli che negano di essere felici e contenti. Alla tortura, alla tortura tutti quanti!”
Le prigioni si riempirono e dopo nemmeno un mese i giusti si sentirono finalmente al sicuro, perché tutti coloro che li minacciavano erano stati eliminati.
“Oh, adesso si sta bene!” esclamò il nuovo re.
Un breve applauso accolse le sue parole.
Che silenzio, nel regno!
Nel castello c’erano solo lui e i suoi fedelissimi prepotenti. Tutti i sudditi erano stati rinchiusi nei sotterranei o seppelliti.

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