venerdì 6 marzo 2009

UOMO MELLIFICATO



"Stecchiti - le vite curiose dei cadaveri" di Mary Roach, Einaudi 2005. Un libro straordinario. Una scrittura precisa e leggera, una voce narrante che ha la grande dote dell'ironia intelligente in situazioni di imbarazzo o di orrore. I cadaveri usati per la scienza: lifting, impatti a imitazione degli scontri tra veicoli, trapianti di teste, test di armi, farmaci... e infine la destinazione post mortem: sepoltura, cremazione o l'ultima proposta svedese, il compostaggio (cadavere surgelato, poi triturato, e infine ridotto a polvere o liquido per concimare).

"In Arabia ci sono uomini fra i settanta e gli ottant'anni pronti a donare i loro corpi per salvarne altri. Il soggetto non si alimenta più, fa solo bagni nel miele e sempre miele sbocconcella. Dopo un mese secerne unicamente miele (urine e feci sono costituite di solo miele) e a questo segue la morte. I suoi lo mettono in un sarcofago pieno di miele e ve lo lasciano a macerare. Sul sarcofago viene posta la data specificando anno e mese. Dopo cento anni vengono tolti i sigilli e si fabbrica una confettura impiegata in caso di fratture o ferite agli arti. Una piccola quantità presa per via orale farà immediatamente guarire il malato.


La ricetta compare nel Chinese Materia Medica, un compendio del 1597 sulle piante medicinali e gli animali compilato dal grande naturalista Li Shih-chen. (...) L'impiego terapeutico di uomini mummificati è ben documentato nei manuali europei di chimica dal Cinquecento al Settecento. (...) La gente inghiottiva cadaveri umani decomposti per curarsi i lividi. Johan Becher, farmacista del secolo XVII citato da Wootton, sosteneva che questa preparazione era molto indicata per le flatulenze (se con questo voleva dire che le favoriva, non avevamo alcun dubbio)."

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