martedì 17 luglio 2012

DIVI SEMIDEI DIVETTI

Scrivendo, prendo pause tra le news o in Facebook o con brevi incursioni tra i blog. Ah, Facebook. Una delle cose interessanti è seguire le immagini di profilo, come cambiano a seconda dei capricci e degli estri del momento. Tanto più cambiano tanto più testimoniano uno zoccolo duro narcisista, che cerca nell'autoritratto la consacrazione implicita, innata e di carattere semidivino. E' una caratteristica comune a uomini e donne. A volte, le donne finiscono con il mostrare il loro lato maschile: sport estremi, leaderismo, dominio. Gli uomini quello femminile: mistero e seduzione. La questione si fa quasi patologica per le persone che operano in politica o nel campo artistico. I politici dovrebbero parlare di questioni comuni, anteporre gli altri a se stessi. Perché allora insistono con l'esibire il proprio ritratto in mille salse diverse? Di solito privilegiano il volto. Scorcio espressivo, sguardo indagatore, bianco e nero, taglio volitivo. Gli artisti dovrebbero privilegiare le loro opere. Ma il loro Io è il sommo capolavoro e ce lo sbattono in faccia in ogni occasione. Da ogni immagine si nota quanto curino l'abbigliamento, la posa, l'espressione. Sono artisti anche nel vendere se stessi (difficile che si regalino). Alla fine, la ricerca del monumento in vita si rivela ridicola. 
L'aspetto più impressionante è che molti di questi Narcisi Profeti si pongono nell'area che una volta si definiva "di sinistra" e che adesso non si capisce più che cosa sia. Sorge allora spontanea la domanda cattiva: ma questi si danno davvero tanto da fare per il bene dell'umanità? Non è che prima dell'umanità ci siano comunque loro e la loro immagine e il loro egocentrismo? 
Insopportabili, arrivano a parlare di se stessi in terza persona. Di ambizioni smisurate, non si accorgono di essere comunque e sempre piccoli, nella storia. Ma a loro non interessa la storia vera. A loro basta diventare grandi nelle bugie e nelle apparenze, e questo non è difficile da ottenere nella storia dei massmedia, dei libri, del desiderio umano di procurarsi sempre degli idoli, dei santi, dei geni, dei grandi uomini che stornino dalla consapevolezza di quanto sia invece mediocre e meschino il mondo.    

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