domenica 1 luglio 2012

SCRITTURA ESTIVA


Il nuovo piano di scrittura è vario e mi appassiona.
1)      Anzitutto, devo ultimare “I piaceri dello Scudo e del Porpora”, il quarto episodio con Albino Guidi, dopo “Un fauno in legnaia”, “D’Armonia, di sangue” e “Se muore un Arlecchino”. L’idea di partenza era di scrivere un giallo, forse perché non l’ho mai fatto e non ho mai desiderato farlo, non interessandomi il poliziesco. In questo caso, però,  le indagini su una ragazza uccisa vengono condotte da Ausia, moglie di Proteo, capace come lui di trasformarsi. L’affianca un gioviale Ermes. Lo Scudo e il Porpora, i due galantuomini dediti ai piaceri e allo strapotere, non sono di difficile identificazione. Hanno per alleate due divinità terrificanti: Eris, la signora del dolore, e Aracne, la mostruosa tessitrice. Come contorno, tanti ragazzi di paese, molti dei quali avrebbero bisogno di una raddrizzata. Ho scritto 180 cartelle e sto per affrontare la lunga scena finale, nelle viscere della terra, dove orrore e coraggio si scontrano sotto gli occhi degli dei  e secondo la misteriosa volontà del Fato. 
2)      Sono stato invitato da “Stratagemmi online”, una rivista di teatro, a scrivere un saggio sulla mia drammaturgia, di cui è già stato approvato il piano. Nella prima parte mostrerò quanto mi siano stati utili vent’anni di lavoro con bambini e ragazzi per elaborare quella che chiamo “drammaturgia della misura”. Dalla struttura all’equilibrio tra le parti, dal ricorso alla rima e alla filastrocca alle risorse dell’immaginario infantile: una drammaturgia che non perde di vista l’infanzia e il suo linguaggio. La seconda parte prevede l’analisi della conduzione laboratoriale del “Teatro dei passeri”, divenuto (per me) centro di ricerca dove sperimentare e approfondire forme drammaturgiche. La terza parte riguarda i tre spettacoli di “Lupusagnus”: i testi, i rapporti con il regista e la compagnia, le domande a la ricerca di risposte. Per me, questo saggio equivale alla pubblicazione dei quattro volumi di testi: fare il punto della situazione attuale, chiudere un’epoca, aprirne un’altra più consapevole e più profonda dal punto di vista artistico.   STRATAGEMMI

3)      Infine, ho accettato di mettere in scena anche quest’anno uno spettacolo con la Quinta elementare Verjus di Oleggio. Mi ero ripromesso, con  “Il Mangialibri”, di rifiutare impegni annuali per concentrarmi sulla scrittura sia di prosa sia di teatro, ma poi… Mi sono recato nella classe di 19 bambini. Ho fornito alcuni stimoli e le indicazioni per elaborare dei progetti realizzabili, e poi ho ascoltato le loro proposte. Sono uscite le seguenti idee: un alieno assaggia la Coca cola e ne è entusiasta… le creature dei fondali oceanici salgono in superficie per protestare contro i pescatori… invasione della Terra… i genitori lasciano i bambini soli in città… Le idee sono molte, ma quella dei bambini lasciati soli mi colpisce, anche perché alcuni giorni prima avevo già ideato un possibile testo, intitolato “Bambini pirati”, sulla loro potenzialità predatoria. Faccio riflettere la classe e all’unanimità (!) tutti scelgono. Ecco, è già nato “La città dei bambini pirati”.
Alcuni giorni dopo m’incontro con Gianna Cannaos, l’insegnante che realizzerà la scenografia. Le propongo di ispirarsi a Giorgio De Chirico. Mi sembra a misura di bambino, sia come riproduzione sia come modello di elaborazione. Bene, è molto contenta. Ora non resta che scrivere il testo. A metà ottobre tutti in Aula Teatro: comincia lo spettacolo!

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