lunedì 14 gennaio 2013

ADDIO, TEATRO DEI PASSERI

Esito a lungo. Nel frattempo, raccolgo foto. Quando si arriva al momento, si è presi da un senso di straniamento. Addio significa basta, per sempre, mai più, finito, sepolto. Per fortuna, ci sono volte in cui addio significa anche porta chiusa/porta aperta, finito/nuovo inizio, addio/benvenuto. Muore il Teatro dei Passeri e nasce Tecneke: è morto il re, viva il re. Sì, per fortuna c’è l’erede. Il Teatro dei Passeri ha fatto parte della mia vita, giorno per giorno, durante gli ultimi cinque anni; e ha costituito una presenza importante e ricca, un’esperienza che mi ha stimolato a chiarire a me stesso il significato della parola teatro. Mi ha spinto a ricominciare da capo con le domande. Che cos’è il teatro? Perché faccio teatro? Che tipo di teatro voglio fare? Qual è il linguaggio del teatro? Con chi e per chi fare teatro? Nell’estate del 2008 vengo contattato da alcune signore che mi propongono di fare teatro con un gruppo di ragazzi. Sono Marina Betti, Silvia Camera, Cinzia Colombo, Silvia Rossi, Annamaria Vigarani. Io devo occuparmi del testo e della regia, loro di tutto il resto. Gianna Cannaos si occupa delle scenografie. In un attimo nasce il Teatro dei Passeri. Mettiamo in scena “L’Arlechin fantasimo”, L’Arlechin ladro e ladron”, “L’Arlechin che copa i gati” e “L’angelo dei morti”. Nei quattro anni fanno parte del gruppo: Attinà Martina, Bedostri Lorenzo, Bolamperti Cristiana, Brunelli Francesca, Canovi Elio, Canovi Tommaso, Caprera Miriana, Catania Desirée, Crippa Nicola, De Ruvo Lara, Farioli Sofia, Gerundini Gilberto, Gerundini Giovanni, Massara Alessandro, Melone Matteo, Morello Andrea, Reale Manuel, Reale Robin, Rivolta Giorgio, Rossi Omar, Targani Jacopo, Tornese Veronica, Truzzu Erica. Si prova da ottobre a maggio e poi ci si esibisce nel teatro civico di Oleggio. Tanto lavoro per una sola rappresentazione. Si va anche a Milano a vedere “L’Arlecchino servitore di due padroni”, con visita agli attori nei camerini e foto ricordo con Enrico Bonavera. Gli attori di Lupusagnus e il regista Stefano De Luca vengono a Oleggio per brevi stage con i ragazzi. Altri stage con Giulia Viana. Un’avventura ricca e significativa, un successo di pubblico costante e caldissimo. Poi la carica si esaurisce. I ragazzi crescono, sviluppano altri interessi, o si rendono conto che il teatro non fa per loro. Io sento l’esigenza di un gruppo ristretto di veri appassionati. Ci si confronta, si discute in modo anche animato, si prendono decisioni. La mia proposta è di fare un’associazione Arci e di mettere in scena “Death watch. Pane e lacrime”. Del vecchio gruppo di attori rimangono solo Gilberto, Giovanni e Nicola. Anche il gruppo degli adulti si spacca. Alcuni rimangono, altri no. I processi di morte e rinascita non sono mai privi di dolore. Fino all’ultimo tento di salvare il nome, ma la maggioranza ritiene giusto dare un segnale: si cambia, si ricomincia, si dà una svolta, si vuole rinnovare. Raccogliendo le foto, ho rivissuto con emozione tantissimi momenti esaltanti. Mi spiace che nella nuova avventura qualcuno non abbia voluto lanciarsi. La porta, comunque, è sempre aperta a tutte le collaborazioni. Addio, Teatro dei Passeri. Hai dato vita a una nuova realtà teatrale. Si chiama TECNEKE. Ci sono Colombo Carlo, Crippa Lorenzo, Crippa Nicola, Galbusera Alba, Gerundini Gilberto, Gerundini Giovanni e Monica Ergotti consulente per danza e coreografia. Per il momento. Altri verranno a bussare, ne sono sicuro. Si sta procedendo (atto costitutivo e statuto approvati e firmati) per dare vita a Tecneke come associazione Arci. Perché il nome Tecneke? Da chi è sostenuto il gruppo? In un prossimo post, tutte le informazioni. 
(vedi album in Facebook)

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