domenica 17 marzo 2013

ULTIMI LIBRI LETTI


Di Alan Bennet: “La cerimonia del massaggio” (al funerale di un massaggiatore-escort si ritrovano con stupore e imbarazzo rappresentanti del mondo dello spettacolo, degli affari e della politica, nonché del clero), “La pazzia di re Giorgio” (mano leggera verso un re che è comunque un re inglese), “La sovrana lettrice” (da leggere, una commedia intelligente che scorre via con la freschezza di un torrente).
Per Olov Enquist, a differenza di Bennet, non usa la mano leggera per raccontarci in un libro straordinario la follia di Cristiano VII di Danimarca. “Il medico di corte”, una metafora del potere. Non c’è Illuminismo che possa illuminarlo. Da leggere.
Giuseppe Pederiali, “La vergine napoletana”, piacevole lettura, coinvolge, forse un poco lungo.
Concetta D’Angeli, “Forme della drammaturgia”. Non sono molti i testi sulla scrittura drammaturgica e questo è ricco di stimoli, davvero prezioso. “È appunto all’oggettività del testo drammatico… che Lukàcs imputa lo spazio vuoto che viene a crearsi nel rapporto interumano drammatico, mai colmato dall’intervento soggettivo dell’autore; ed è ancora a tale oggettività  che attribuisce l’impressione di irrigidimento e in sostanza di freddezza che un’opera di teatro comunica soprattutto nella lettura privata, al di qua della messinscena”. Ah, Lukàcs! Freddezza!
Mara Fazio, “Regie teatrali”, un buon manuale per un quadro d’insieme dalla fine del Settecento.
Roberto Tessari, “Teatro e avanguardie storiche”, chiaro e semplice. “Nikolaj Evreinov… lega ogni messinscena alla crudeltà primordiale delle più svariate sorti di esecuzioni pubbliche”. Il teatro nasce all’ombra del patibolo.
Roberto Tessari, “Teatro italiano del Novecento”, molto interessante. “In quegli anni (1922-27) la crisi dello spettacolo si stava risolvendo a tutto vantaggio delle nuove forme di intrattenimento, quali lo sport e soprattutto il cinema” e poi arriveranno la televisionem e internet. Povero teatro!
Giorgio Taffon, “Maestri drammaturghi nel teatro italiano del ‘900”, ricco di informazioni. Pirandello: “L’imprinting meta teatrale; la teatralizzazione della vita; lo sdoppiamento dei personaggi in attori e istrioni di se stessi di fronte agli altri: questi sono fra gli elementi costituenti la struttura portante delle sue opere teatrali, coi quali far coincidere invenzione tecnica, stile compositivo, e tematiche dell’immaginario, processi mitopoietici.”
Tonino Conte, “Le parole del teatro”, ricordi, testimonianze, schede, dizionario di termini teatrali.
Alfio Petrini, “Teatro totale”, non di solo testo…, Artaud e il dire dal fare, una scena da percepire con tutti i sensi. Un teatro non rassicurante:”La bellezza sta nella irriducibilità del conflitto”. Una drammaturgia a-sistemica: “…il legame tra sapere e non-sapere rispetto all’atto della creazione artistica, e contiene un invito pressante alla instabilità emotiva, all’incoerenza, alla irrazionalità, alla fluidità, alla mobilità continua, alla non consequenzialità della navigazione. Tale fenomeno sancisce l’importanza della dispersione come forma di destabilizzazione, come elemento essenziale per superare l’incerto destino e i possibili naufragi della scrittura drammaturgica. La dispersione è una ricchezza, una riserva di potenzialità nascoste, una fonte inesauribile di sorprese, che favorisce soluzioni rapide, semina mistero e fascino, lancia segnali, accende immagini e produce rivelazioni inattese. Del resto, solo chi si perde è in grado di ritrovarsi”. Grande Petrini.
Annamaria Cascetta e Laura Peja, “Ingresso a teatro”, guida all’analisi della drammaturgia, poderoso manuale universitario.
Jan Kott, “Divorare gli dei”, un’interpretazione originale  e stimolante della tragedia greca. “Nell’immaginazione dei greci… il rapporto con dio è sempre fisico. Per unirsi a dio, bisogna per prima cosa essere un animale.”

 Stephen Hawking, La grande storia del tempo. Guida ai misteri del cosmo”. “La meccanica quantistica introduce quindi nella scienza un inevitabile elemento di impredicibilità o casualità.”

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