sabato 6 aprile 2013

POESIA TRENTOTTO


(Ciliegio di Nanchino)


Allora esco in giardino, guardo le piante
quella da lontano e l’altra da vicino
fino a sfiorarla, l’ape nel polline
non parlo con loro, controllo
i danni del gelo, i germogli; né loro
parlano con me. Così vorrei
le persone, un silenzio
lungo quanto la vita, assorte
in una crescita lenta che sopporta
i mali dell’inverno, l’offesa del vento e della
grandine, la siccità e il marciume: che fossero
belle come i fiori vorrei,
non ciarliere; ci pensano gli uccelli
a spargere parole misteriose, le più significanti.

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