venerdì 24 luglio 2015

LA RISATA SARDONICA

Dal "Viaggio in Grecia" di Pausania, libro X:

"... quell'unica letale è simile al sedano e chi ne mangia, dicono, muore ridendo. E' per questo che Omero (Od. 20, 301 sgg.) e quelli che vennero dopo di lui chiamano sardanio (= sardonio) il riso che non indica niente di salutare."
Siamo in Sardegna e l'erba è la Oenanthe-crocata, nota come "prezzemolo del Diavolo". E' il finocchio d'acqua o prezzemolino.

Da "La religione del popolo nuragico" di Sabrina Melis:

"Gli antichi scrittori greci e latini si mostrano molto interessati al sacrificio rituale dei vecchi, fornendo cosi preziose informazioni. SIMONIDE, TIMEO, DEMONE E CLITARCO (in Suda) raccontano che gli abitanti della Sardegna sacrificavano a Cronos i genitori che avevano superato la settantina e che questi, mentre morivano, ridevano. Da questo rito sarebbe nata l’espressione 'ridere sardonicamente' che compare per la prima volta in OMERO, Odissea, XX, v. 301.
Alcuni autori inoltre, come VIRGILIO, Egloga VII e SOLINO, IV, 4, 4, in relazione all’espressione 'ridere sardonicamente', menzionano l’herba sardonia, un’erba di cui gli antichi esagerarono l’asprezza e alla quale attribuirono un potere venefico: chi la mangiava, moriva con le sembianze di chi ride.
Il glottologo G. Paulis (1993) identifica proprio l’herba sardonia: si tratta della Oenanthe crocata che riduceva le sofferenze dei vecchi e ne accelerava la morte; inoltre le sostanze tossiche in essa contenute provocavano la chiusura delle labbra, mettendo in evidenza i denti, simulando la maschera facciale di chi ride. Quindi al riso dei figli e dei genitori durante lo svolgimento del rito (in relazione alla concezione religiosa in cui la morte fatta subire coscientemente al vecchio genitore accelera la riproduzione della vita e il riso è una esaltazione della vita) seguiva quello che si formava sul cadavere dei vecchi: l’ultimo trionfo sulla morte.
Ancora oggi si conserva qualche traccia del rito: a Gairo, in Ogliastra, si usa la frase " i vecchi alla babaieca " (is beccius a sa babaieca), dove babaieca sta per "roccia a picco", appena ad un Km da Gairo. Ad Orotelli esiste ancora la tradizione di vecchi fatti precipitare da un dirupo, chiamato Iskerbicadorzu o Impercadorzu de Sos Betzos, Scervellatoio o Dirupo dei vecchi. Ad Urzulei, un picco di montagna che domina uno strapiombo di almeno 300 m., è chiamato Su Pigiu de su Becciu, cioè Il Picco del Vecchio. Ancora a Baunei, luogo di grande conservatività linguistica ed etnografica, vi è traccia dell’antica usanza di uccidere i vecchi nell’allocuzione "leare su’ ecciu a tumba o a ispéntuma", cioè "portare il vecchio alla tomba o alla grotta ovvero al dirupo".

L'uccisione degli anziani era una pratica abbastanza diffusa non solo in Sardegna, ma in Africa, in Asia e in America. 


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