giovedì 14 febbraio 2008

MAMMA MAMMAZZA


RUBO QUESTO COPIAINCOLLA AL BLOG DI STEFANO.

Domani ultima prova a Milano e poi partenza per Roma. Venerdì prova e sabato debutto di LUPUSAGNUS con Mamma mammazza, di Aquilino.

Sabato ore 21.00 e domenica ore 17.30
al Teatro della Dodicesima

via Carlo Avolio, 60 - Spinaceto Roma
Tel. 06.93933470

Lo spettacolo sta in due auto. Tutto. Nel senso che portiamo con noi quattro sedie, un tappeto, e pochi attrezzi di scena. E le ore di prova che siamo riusciti a strappare a questi pochi giorni milanesi tra una tournée e l'altra. Proprio per questo sono molto fiero del lavoro. E' nostro. E poi considero queste due recite a Roma davvero come una specie di utile test. Per noi, per lo stile, per la drammaturgia. Lo spettacolo è un piccolo gioco crudele, un bizzarro mix di comico e tragico e grottesco e pastorale e... televisivo. C'è un pò di cartoon, un pò di cronaca nera, un pò di tragedia greca. Shakerate il tutto, aggiungete una spruzzata di hip-hop e una generosa porzione di Vivaldi e Pergolesi e servite gelido...

“Una madre ama sempre il proprio figlio, anche quando lo odia”.

Un Festen in salsa mediterranea.

Mamma m’ammazza di Aquilino è un piccolo testo di grande cattiveria. In scena cinque personaggi per una storia assurda: Luca, il figlio, esibisce al parco le proprie “vergogne di uomo” ad un’incauta runner, Alice. Dopo il fattaccio, torna a casa, dove una Madre mostro-divoratrice, una medea del ventunesimo secolo, lungi dal proteggerlo e nasconderlo, lo respinge, lo aggredisce, lo tortura verbalmente (e non solo), lo umilia, lo massacra, lo annichilisce, inzigata da Chiara, la sorella.

Alla fine, lo ammazza. A queste femmine folli si aggiunge un ottuso commissario di polizia, presentatosi con la vittima a casa di Luca e della sua sconclusionata famiglia.

Sarcastico, sconvolgente, sempre sul filo di un’ironia tragica, Aquilino riflette - come in uno di quegli specchi deformanti da luna park - vizi, perversioni, mostruosità, intrinseche storture dei legami familiari.

“Io ti ho fatto, io ti distruggo”.

Un’altra meravigliosa frase che tutti noi, prima o poi, nella vita, ci siamo sentita dire dalle nostre madri. Ma cos’è questo benedetto sentimento materno? Una forma di cannibalismo lecito? Una prigione? Una bomba a orologeria?

Le moderne statistiche hanno impiegato duemilacinquecento anni per dimostrare il teorema dei tragici greci: ovvero, i peggiori delitti nascono sempre i famiglia. Edipo et Clitemnestra docent.

Woody Allen ci ha messo del suo.

Eppure, sempre lì torniamo, all’amore di mamma.

Cinque attori e un regista formatisi alla scuola di Giorgio Strehler. Un autore che è insegnante, psicoterapeuta, scrittore per l’infanzia. Un testo che diverte e sconcerta, insinuando sotto pelle una sottile inquietudine. Uno spettacolo divertente come un giro in ottovolante, tra risate e tuffi al cuore.

Si sa, di mamma ce n’è una sola.

Meno male.

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