domenica 27 novembre 2011

GLI ORRENDI VINCONO IL PREMIO PENNE



La giuria popolare di centocinquanta alunni di quinta elementare ha decretato vincitore "Orrendi per sempre" al Premio Penne.

mercoledì 23 novembre 2011


Al corbezzolo

di Giovanni Pascoli

O tu che, quando a un alito del cielo
i pruni e i bronchi aprono il boccio tutti,
tu no, già porti, dalla neve e il gelo
salvi, i tuoi frutti;

e ti dà gioia e ti dà forza al volo
verso la vita ciò che altrui le toglie,
ché metti i fiori quando ogni altro al suolo
getta le foglie;

i bianchi fiori metti quando rosse
hai già le bacche, e ricominci eterno,
quasi per gli altri ma per te non fosse
l’ozio del verno;

o verde albero italico, il tuo maggio
è nella bruma: s’anche tutto muora,
tu il giovanile gonfalon selvaggio
spieghi alla bora:

il gonfalone che dal lido estrusco
inalberavi e per i monti enotri,
sui sacri fonti, onde gemea tra il musco
l’acqua negli otri,

mentre sul poggio i vecchi deiformi
stavano, immersi nel silenzio e torvi
guardando in cielo roteare stormi
neri di corvi.

Pendeva un grave gracidar su capi
d’auguri assòrti, e presso l’acque intenta
era al sussurro musico dell’api
qualche Carmenta;

ché allor chiamavi come ancor richiami,
alle tue rosse fragole ed ai bianchi
tuoi fiori, i corvi, a un tempo, e l’api: sciami,
àlbatro, e branchi.

Gente raminga sorveniva, e guerra
era con loro; si sentian mugliare
corni di truce bufalo da terra,
conche dal mare

concave, piene d’iride e del vento
della fortuna. Al lido navi nere
volgean gli aplustri con d’opaco argento
grandi Chimere;

che avean portato al sacro fiume ignoto
un errabondo popolo nettunio
dalla città vanita su nel vuoto
d’un plenilunio.

Le donne, nuove a quei silvestri luoghi,
ora sciogliean le lunghe chiome e il pianto
spesso intonato intorno ad alti roghi
lungo lo Xanto;

ed i lor maschi voi mietean di spada,
àlbatri verdi, e rami e ceree polle
tesseano a farne un fresco di rugiada
feretro molle,

su cui deporre un eroe morto, un fiore,
tra i fiori; e mille, eletti nelle squadre,
lo radduceano ad un buon re pastore,
vecchio, suo padre.

Ed ecco, ai colli giunsero sul grande
Tevere, e il loro calpestìo vicino
fugò cignali che frangean le ghiande
su l’Aventino;

ed ululò dal Pallantèo la coppia
dei fidi cani, a piè della capanna
regia, coperta il culmine di stoppia
bruna e di canna;

e il regio armento sparso tra i cespugli
d’erbe palustri col suo fulvo toro
subitamente risalia con mugli
lunghi dal Foro;

e là, sul monte cui temean le genti
per lampi e voci e per auguste larve,
alta una nera, ad esplorar gli eventi,
aquila apparve.

Volgean la testa al feretro le vacche,
verde, che al morto su la fronte i fiocchi
ponea dei fiori candidi, e le bacche
rosse su gli occhi.

Il tricolore!… E il vecchio Fauno irsuto
del Palatino lo chiamava a nome,
alto piangendo, il primo eroe caduto
delle tre Rome.

venerdì 11 novembre 2011

PENNE: INCONTRO CON LA GIURIA DI BAMBINI


Penne, trenta chilometri da Pescara, teatro civico. Ho di fronte centocinquanta alunni di quinta elementare, tutti con in mano “Orrendi per sempre”. Ho già svolti incontri simili, ma questo mi riserva delle sorprese. Igino Creati, segretario del Premio Città di Penne, mi presenta. La briosa Elvira Giancaterino, membro di giuria, mi affianca portando il microfono là dove si alza una mano.

Mi presento, cercando di essere il più breve possibile: le mie attività, alcune informazioni sugli Orrendi. Poi, come faccio spesso, invito ad alzare la mano chi non legge e soprattutto chi odia la lettura. Sono pochi. Una ragazzina: “Io odio leggere, ma questo libro l’ho letto tutto e ho comprato anche il secondo volume. Mi è piaciuto tantissimo!” e sventola “I segreti di Blaad”. Anche altri, scopro con stupore, sono corsi ad acquistare il secondo volume (il primo gliel’ha fornito il Premio).

Seguono le domande, dapprima solo quelle scritte sui foglietti, preparate in classe. Poi quelle spontanee. Un’altra ragazza mi ringrazia perché ho scritto gli Orrendi; linguaggio forbito, osservazioni acute, una grande lettrice, una mente critica che già lascia il segno. Mi dice che nel libro non c’è solo avventura e piacere di lettura; gli Orrendi invitano a riflettere su questioni molto importanti quali l’emarginazione, la solitudine, la morte, i rapporti con gli altri…

L’incontro è vivace e caloroso. Pierpaolo prende il microfono. Deve esprimere un concetto difficile tutto suo, è imbarazzato, forse lo assale il pudore di dire cose troppo importanti, che non competono a un bambino di dieci anni. “… sei la fiamma della letteratura per ragazzi” dice, “perché hai fatto leggere i miei compagni che non leggono mai.” Torna a sedersi soddisfatto, lasciandomi fiero degli Orrendi.

Penso ai genitori e agli insegnanti che hanno bocciato il libro senza nemmeno leggerlo. Fanno così in tutto. Vivono senza nemmeno esplorare la vita. Allevano i figli senza nemmeno conoscerli. Votano senza essere consapevoli delle responsabilità verso la comunità. Criticano tutto ciò che il loro cervello ridimensionato non riesce a capire. Hanno il cuore gelido. Sono loro i veri orrendi. Per fortuna ci sono i bambini.

Prossimo appuntamento sabato 26, quando questi centocinquanta ragazzi decretano il libro vincitore.