venerdì 27 giugno 2008

SALENTO


Vado in Puglia per una quindicina di giorni. Di più, se le condizioni dei genitori me lo consentono. Porto via i vecchi testi su Arlecchino. Ne ricaverò "L'ARLEQUIN" (titolo provvisorio) per il Teatro dei Passeri che spero veda la luce a settembre. Carico uno scatolone di libri per avere scelta, alcuni sono solo da consultare.

Deschner, Storia criminale del cristianesimo.

Saviano, Gomorra.

Pratchett, Stelle cadenti.

Pratchett, Buona Apocalisse a tutti!

Tuczay, Esoterismo e magia nel medioevo.

Gomez-Travaglio, Se li conosci li eviti.

Odifreddi, Perché non possiamo essere cristiani.

Deschner, Opus Diaboli.

Cotroneo, Otranto.

Montaldi, Il mercante di lana.

Brussolo, I pellegrini delle tenebre.

Simson, La cattedrale gotica.

Montaldi, Il signore del falco.

Hobb, La furia dell'assassino.

Pierri, Sesso, diavolo e santità.

Un'altra scatola la porta Betti. Lettura sugli scogli o sul terrazzo, lunghi giri in bicicletta e a piedi, luminarie e pizzica, olivi e cicale, masserie e castelli, l'onda nei sogni.


lunedì 23 giugno 2008

FESTIVALETTERATURA




Scambio di mail con Simonetta Bitasi per la mia partecipazione al Festivaletteratura di Mantova il 6 e il 7 settembre. Due interventi più o meno così:




SPAZZATURA DI PAROLE. Dai 9 ai 12 anni.


Quello che si butta via gode di sempre maggiore considerazione. Con la carta straccia per esempio si fanno libri. Ma con la carta non si buttano via anche le parole che ci sono scritte? Grazie all'inventiva e al talento dello scrittore Aquilino (Un mondo di mostri, Il fantasma dell'isola di casa) possiamo recuperarle e valorizzarle e renderle preziose e addirittura metterle insieme (per esempio queste di un opuscolo turistico con quelle di una scatola di biscotti) per produrre filastrocche, poesie, storie e romanzi. Aquilino vi aspetta con il vostro cestino della carta.
Presentazione del libro "M-mostri, tremate!", Ed. Raffaello: la carne di maiali alimentati con la spazzatura trasforma gli essseri umani in mostri.


LA POLITICA COME L'AVVENTURA DELLA SOLIDARIETA'. Dai 7 ai 9 anni.


Diceva Aristotele: "L'uomo è per natura un animale politico." L'uomo si sente portato a vivere in una società e delega alcuni ad amministrare la cosa pubblica. Ma una volta che il potere è nelle mani del re o dell'imperatore, del premier o del parlamento, del presidente o del generale, a noi che cosa resta da fare? Controllare che la gestione del potere sia democratica e non delegare mai la solidarietà. Una società senza conoscenza e comprensione delle difficoltà altrui e senza aiuto reciproco è solo un insieme di persone aride, egoiste, indifferenti e infine ostili. Aquilino racconta la storia di solidarietà di un orsacchiotto e di un ratto alleati per salvare un bambino rapito. Da chi saranno aiutati? Da tanti bambini, da tanti animali e anche da un papà.
Presentazione del libro: "Ti salverò, Canaglia", Ed. Giunti.

domenica 22 giugno 2008

GOBBO IL RE A CATANIA E TORINO




La classe Seconda sez. G della scuola secondaria di 1° grado "Raffaello Sanzio" di Tremestieri Etneo, Catania, ha messo in scena GOBBO IL RE STORTA LA REGINA. Lo stesso hanno fatto le classi Prima B e Prima F dell'istituto "Rosario Porpora" di Cefalù. E anche la Seconda C della scuola media "A. Antonelli" di Torino. Ricordo che esiste la versione aggiornata del testo. La trovate nel mio sito presentata come musical.

mercoledì 18 giugno 2008

ARTEMISIA


Ho finito la prima stesura.

"La passione di Artemisia" di Susan Vreeland sembra preso tale e quale da uno sceneggiato televisivo. Tanta indagine psicologica a livello di telenovela e soprattutto tanto amore. Alla gente le storie senza amore non piacciono. E non piacciono le storie che fanno pensare. Per la gente semplice se qualcosa non è semplice non è apprezzabile. Purtroppo la gente semplice è anche sempliciotta e anzi peggio, e si vede con quale costanza in tutto il mondo e in particolare nel nostro paese i popoli idolatrano e votano quelli che li affamano e li sfruttano. "Artemisia" di Alexandra Lapierre è un libro serio, costato cinque anni di ricerche. Ricchissimo nelle note e nella bibliografia. Forse troppo. Se una cosa gli manca è un'unità stilistica più decisa, dato che è un romanzo e non un saggio. Qualche volta sbanda verso il saggio, pur rimanendo un romanzo. Ma mi è stato utilissimo per inquadrare la mia Artemisia.

Ho mandato il testo a Marta e ne è molto soddisfatta. Ma com'è la mia Artemisia? Non lo dico ancora, perché devo rifinirla. E poi potrete scoprirla a novembre, a Vercelli.

Voglio però anticipare le prime righe.


ARTEMISIA: LE TINTE FORTI DELLE PASSIONI

Il mio nome è Artemisia. Sono qui per gridare le mie ragioni. Non per fare vendette, no. Ormai è tutto lontano, un paesaggio sullo sfondo. I miei tormentatori figurine senza più fisionomia. E tutte le vendette me le sono già prese, opponendo alle spade della virilità le pennellate delle mie eroine. Anche loro affondano nella carne, anche loro ne fanno sprizzare il sangue sulla tela, e sono ferite che non si rimargineranno mai, eterne come la mia fama.
Gridare le mie ragioni? Ci ho provato con la voce, ma nessuno mi ha mai ascoltata. Perfino sotto tortura la mia verità è sbocciata appassita. Confessa che non eri vergine! Ero vergine! Confessa che avevi altri uomini! Lui è stato l’unico! Confessa che l’hai corrotto tu! Mi ha presa con la violenza! Confessa che ti piaceva, prostituta! Mi ha rubato l’anima, Agostino Tassi, l’anima con la violenza mi ha rubato, me l’ha torta e frantumata, l’ha strappata alla mia innocenza e buttata nel fango, rivestita di spine e ferri roventi, la mia anima violata, lui che io amavo o credevo di amare, ha deriso e insultato la mia passione, una passione sincera e ingenua, e dopo che lui mi ha rinnegata, io ho continuato ad amarlo. E questa è stata la mia condanna, di sentirmi umiliata e schiacciata.

Ancora I BAMBINI NELLA CASA DELLA GUERRA


Qualche riflessione sulla struttura di uno spettacolo da realizzarsi con una classe di venti/venticinque alunni.

Anzitutto, un testo misto: prosa e rime, in questo caso solo per i gruppi, ma in altri casi le uso anche per i singoli interpreti. Danno ritmo. I gruppi diventano cori da cui si staccano singole figure perché sono in relazione dinamica con gli altri personaggi.


Il testo è poi costruito a blocchi, in modo da isolare con facilità e chiarezza le sequenze. Ciò consente la contrapposizione di registro tra le varie scene e infinite possibilità di intersecare tra di loro le scene.


Le musiche diventano essenziali e non sono mai solo una colonna sonora di sfondo, ma sono il tempo ritmato dell'interpretazione, suggerendo movimenti e coreografie. Gesti e movimenti si conformano alla melodia e anche la determinano in quanto le musiche vengono lavorate al computer con semplici taglia, copia e incolla. Sono integrate da effetti sonori generati dalle voci o dai battiti dei piedi o da strumentini. Non c'è coerenza storica o di genere nella scelta dei brani. Sono materiali come pure le parole, le voci, i rumori, le luci, i movimenti... materiali da combinare insieme per un risultato estetico e di comunicazione. Può quindi succedere che a un pezzo dei Pink Floyd si incolli Enya o un'aria di Haendel.

I costumi non sono recuperi eterogenei e non fanno carnevalata. Con poco e con semplicità si possono avere buoni effetti. Importante differenziare i gruppi con fogge e colori diversi.


La scenografia non è realistica, ma allusiva e suggestiva. Dev'essere semplice e viene arricchita da effetti di luce o dal fumo.


Le coreografie si rifanno anche a quelle di massa delle parate, degli stadi, delle adunanze politiche... e quindi ben vengano bandiere, balli, cori...


Molti di questi effetti servono anche a sostenere la debolezza interpretativa degli alunni: tutti devono avere una parte anche se sono poco portati a fare teatro e poi non c'è tempo per raffinare la recitazione.


Ci sono momenti, soprattutto nel finale, di superamento della quarta parete e di rapporto diretto con il pubblico, pur rimanendo nella dimensione di "attori recitanti". Il pubblico viene invitato e stimolato a una partecipazione gioiosa e dalla fruizione passiva si passa a una attivazione che fa diventare palcoscenico tutto quanto il teatro.


Dal teatro multimediale all'happening.


Il finale viene moltiplicato e per tre e anche quattro volte si dà l'impressione che sia tutto finito, e invece ogni volta c'è una ripresa basata anche su forti contrasti, fino alla passerella finale.


E' davvero importante che i ragazzi vengano preparati a comportarsi come attori veri: disciplina, serietà, concentrazione, energia... nessuno spierà dalle quinte, nessuno disturberà nelle pause, nessuno darà meno del massimo.


LETTERA DAL DESERTO FUTURO


RICEVO:


Sono un'insegnante della Scuola Primaria di Attigliano (Terni) e, durante questo anno scolastico, ho insegnato musica nella classe V. I miei alunni, avendo aderito al Progetto Lettura, hanno avuto la fortuna di leggere il suo libro "Lettera dal deserto futuro" e di incontrarla presso la biblioteca comunale di Terni.
Durante le nostre ore di musica, abbiamo pensato di creare un testo liberamente tratto dal suo libro e di musicarlo. Le invio il prodotto finale.
Sperando di risentirla presto le invio i miei più sentiti complimenti per il lavoro che svolge per i nostri ragazzi.
Maria Cristina Luchetti


Purtroppo non si può mettere a disposizione sul blog il file mp3 edè un peccato perché la canzone non solo è bella, ma è anche stata cantata e incisa con ammirevole capacità. Mi ha commosso, davvero. Grazie, Cristina. Grazie, ragazzi.
Ho provato a inserire il file in formato wav nella relativa pagina del sito, dopo avere scaricato il plugin di dreamweaver, e ho fatto un pasticcio, tanto che il sito non è più visibile. Ho subito scritto all'assistenza di Aruba e spero che risolvano presto il problema.

C'ERA DUE VOLTE IL BARONE LAMBERTO


Mi ha telefonato Guido Tonetti. Ci siamo conosciuti più di vent'anni fa quando assieme ad altri giovani mi ero occupato per la prima volta di teatro, pur non sapendone niente. Avevo scritto il testo, ALLEGRI, GENTE... CHE DISGRAZIA!, sulla leggendaria figura del Pirin di Oleggio fallito avvelenatore di Bernabò Visconti che per nutrire i mille cani affamava il popolo. E poi mi ero inventato regista. Guido aveva collaborato al secondo e ultimo allestimento, LO ZOMBI DI PEDRO, e tutti noi eravano intimidi perché lui era un attore vero. In seguito ci siamo ritrovati in più occasioni e poi per lui ho scritto una riduzione di C'ERA DUE VOLTE IL BARONE LAMBERTO di Rodari. Dopo anni è finalmente riuscito a metterla in scena con gli allievi del suo corso di teatro che si tiene a Castelletto Ticino. Il 30 agosto ci sarà la prima, nel parco della biblioteca di Castelletto. Non mancherò. siete tutti invitati.

mercoledì 11 giugno 2008

TEATRO DEI PASSERI


Oggi, a mezzogiorno, a un tavolino del bar Verdi in Oleggio, è nato il "Teatro dei passeri". Anche questa un'avventura. Su iniziativa del comitato genitori della scuola media, dopo una lunga incertezza (mi ero ripromesso di non impegnarmi più in allestimenti di spettacoli di durata annuale), ho accettato perché mi sembra troppo bella un'occasione così, di ridare vita in forma diversa alla storica (per me) Bottega dei Ragazzi. La Bottega era nata come luogo di attività espressive varie che erano poi confluite nel teatro, dal 1994 al 2002, più o meno. Curerò due gruppi di una decina di ragazzi ciascuno, che lavoreranno per un'ora insieme grazie alla sovrapposizione d'orario. Ogni gruppo preparerà un atto unico e collaborerà con l'altro. Ho intenzione di mettere in scena le arlecchinate che avevo scritto ai tempi e che ora riadatterò: IL FANTASMA DI ARLECCHINO e ARLECCHINO ARCOBALENO. Sarò affiancato da due aiutoregisti di dodici anni e sarò supportato da uno o due laboratori per i costumi e le scenografie.
Le mie referenti sono quattro signore con le idee chiare, dinamiche e sensibili. Mi sembra tutto troppo bello e comunque sto a vedere. La mia ambizione è di fare qualcosa di più del solito teatro scolastico. Vorrei aprire il sipario davanti ai ragazzi e mostrare loro non il pubblico in sala, ma ciò che hanno alle spalle: il fascino e i segreti del palcoscenico. Nel mio piccolo, chiaro. Non imposterò l'attività secondo un classico corso di teatro, anche perché non ne ho le capacità: dizione, danza, acrobazie... Ci reinventeremo tutto noi. Reinventeremo anche un Arlecchino nostro, un Arlecchino ragazzino. Come? L'ho appena detto che è un'avventura.

SCRIVERE



Ho finito IN SAECULA. Tre parti:




  1. la notte degli infami: monaco, crociato, meretrice, donna, ladra


  2. il mattino degli esclusi: vescovo, usuraio, concubina, beghina, novizio


  3. il crepuscolo dei dannati: abate, conte, eretica, maligna, inquisitore


Due intermezzi tratti dalle storie del Bel Gherardino. Vi si narra del crociato che il monastero chiude fuori facendone la vittima degli infami, del vescovo che confisca i beni dell'usuraio lasciandogli la vita in cambio di affari lucrosi per entrambi, della neonata inquisizione che processa una donna maligna, antesignana delle streghe. Un teatro duro ed emozionante. Ho consegnato il testo a Lupusagnus e ora tutti si spera di riuscire a metterlo in scena.





Subito dopo ho cominciato a scrivere ARTEMISIA: LE TINTE FORTI DELLE PASSIONI, un testo per Marta Comerio di Lupusagnus che sarà presentato a novembre al Museo Borgogna di Vercelli. Poi dovrebbe girare presso altri musei. Anche questa un'avventura che mi appassiona. Artemisia ha dipinto quadri straordinari e per me è un grande onore darle la parola per presentarli al pubblico di oggi, ripercorrendo la propria vita.

Oggi ho ripreso LE CROCIATE DEI SANTI INNOCENTI. I pueri sono arrivati a Marsiglia. Folchetto, il goliardo, raccoglie una confidenza: si trama per la loro rovina. C'è l'attesa per il miracolo: si aprirà il mare di fronte a Stefano di Cloyes?

martedì 10 giugno 2008

IL DIVO

Mi ero fatta la convinzione che il cinema italiano fosse in coma, e invece l'ho ritrovato vispo e allegro (un termine non riferibile al politico in oggetto). Vitale, originale, intelligente, comunicativo, affascinante. Film così fanno dimenticare le porcate stupide e volgari che si producono con tanto orgoglio, con tanto divismo, con tanti finanziamenti pubblici. C'è ancora qualche speranza per un'Italia che purtroppo è fatta di italiani?