Penne, trenta chilometri da Pescara, teatro civico. Ho di fronte centocinquanta alunni di quinta elementare, tutti con in mano “Orrendi per sempre”. Ho già svolti incontri simili, ma questo mi riserva delle sorprese. Igino Creati, segretario del Premio Città di Penne, mi presenta. La briosa Elvira Giancaterino, membro di giuria, mi affianca portando il microfono là dove si alza una mano.
Mi presento, cercando di essere il più breve possibile: le mie attività, alcune informazioni sugli Orrendi. Poi, come faccio spesso, invito ad alzare la mano chi non legge e soprattutto chi odia la lettura. Sono pochi. Una ragazzina: “Io odio leggere, ma questo libro l’ho letto tutto e ho comprato anche il secondo volume. Mi è piaciuto tantissimo!” e sventola “I segreti di Blaad”. Anche altri, scopro con stupore, sono corsi ad acquistare il secondo volume (il primo gliel’ha fornito il Premio).
Seguono le domande, dapprima solo quelle scritte sui foglietti, preparate in classe. Poi quelle spontanee. Un’altra ragazza mi ringrazia perché ho scritto gli Orrendi; linguaggio forbito, osservazioni acute, una grande lettrice, una mente critica che già lascia il segno. Mi dice che nel libro non c’è solo avventura e piacere di lettura; gli Orrendi invitano a riflettere su questioni molto importanti quali l’emarginazione, la solitudine, la morte, i rapporti con gli altri…
L’incontro è vivace e caloroso. Pierpaolo prende il microfono. Deve esprimere un concetto difficile tutto suo, è imbarazzato, forse lo assale il pudore di dire cose troppo importanti, che non competono a un bambino di dieci anni. “… sei la fiamma della letteratura per ragazzi” dice, “perché hai fatto leggere i miei compagni che non leggono mai.” Torna a sedersi soddisfatto, lasciandomi fiero degli Orrendi.
Penso ai genitori e agli insegnanti che hanno bocciato il libro senza nemmeno leggerlo. Fanno così in tutto. Vivono senza nemmeno esplorare la vita. Allevano i figli senza nemmeno conoscerli. Votano senza essere consapevoli delle responsabilità verso la comunità. Criticano tutto ciò che il loro cervello ridimensionato non riesce a capire. Hanno il cuore gelido. Sono loro i veri orrendi. Per fortuna ci sono i bambini.
Prossimo appuntamento sabato 26, quando questi centocinquanta ragazzi decretano il libro vincitore.
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