giovedì 27 maggio 2010

L'ARLECHIN LADRO E LADRON



Due giorni straordinari. Mercoledì sera teatro strapieno. Sono presenti anche Stefano De Luca e Marta Comerio, regista e attrice del Piccolo (e Lupusagnus). Ne approfittiamo per parlare della terza opera dopo MAMMA MAMMAZZA e VERGINELLA: CANICANI. Un musical. Stefano sta cercando teatri e compagnie di Milano interessati alla produzione. Ma veniamo ai passeri. Mezzo prova al mattino, mezza al pomeriggio. Tutto fila liscio. Ultimi ritocchi. Le mamme provvedono ai costumi e al trucco, all'organizzazione del palco e all'incoraggiamento, all'allestimento dell'atrio (ci sono i miei libri, sono imbarazzato) e al discorso, e anche alla cena dei ragazzi, e a mille altre cose. I papà montano la scenografia. Un'ora e mezzo di trucco. Tre quarti d'ora prima dell'inizio c'è già gente fuori del teatro. Si va in scena. La parata iniziale sulla "Juditha triumphans" di Vivaldi e via.

Fino a un mese fa la situazione non era per niente rosea. I ragazzi con la testa altrove, voragini speventose di memoria, qualche demotivazione, stanchezza... Poi, come al solito, il miracolo. Si tratta di un prodigio che appartiene sia al teatro (avviato il processo, sembra che tante cose si realizzino per un misterioso moto spontaneo) sia ai ragazzi (età undici-tredici). Sono capaci di esasperare e di deludere, ma poi, quando ci si aspetta solo il disastro, ecco che magicamente attingono a risorse segrete, si ricordano di colpo di tutti i suggerimenti, le osservazioni, i rimproveri... e il risultato è entusiasmante.

Grande serata. E il mattino dopo la replica per le scuole è altrettanto appagante. Non solo applausi a cascata, ma cori da stadio per gridare bravi! bravi!... Dalle quinte elementari alle terze medie tutti hanno seguito con partecipazione, ridendo e provando emozioni, scoprendo che il teatro può essere meglio della televisione.

E per questo, ai passeri, dobbiamo dire grazie.

giovedì 20 maggio 2010

DIETRO L'ARLECHIN


Avevo giurato che non avrei mai più scritto per ragazzi. Escono tre libri nuovi. E anche che non avrei più fatto teatro. Quest'anno tre spettacoli. Mai dire mai. Mi piace fare teatro, mi appassiona, mi diverte, mi porta via dalla realtà, proprio come scrivere. Preferisco il teatro con i ragazzi, forse perché li perdono più facilmente quando non studiano la parte, non mi stanno attenti, giocano invece di partecipare con serietà... Come si fa, invece, a perdonare un adulto spesso pieno di sé, superficiale e per niente malleabile? Mi ero illuso di fare grandi cose, con i miei passeri. Ma passeri di tredici anni sono sempre un'incognita. Hanno in mente altre cose, sono narcisisti; oppure hanno già sviluppato difese e corazze. Volevo far loro ricreare il mondo di Arlecchino: dalla commedia dell'arte alla commedia della spontaneità infantile. Ci sono riuscito solo in piccola parte, ma sono comunque soddisfatto del risultato. Fare teatro senza una scuola di teatro sembra un'assurdità, ma questa è la nostra formula. S'impara strada facendo, ci si inventa sul momento quello che non si sa.
Con questo secondo spettacolo abbiamo fatto progressi notevoli. Abbiamo affrontato la caratterizzazione dei personaggi, il ritmo della recitazione, le interazioni, la mimica... Tutto in piccolo, senza pretese, a misura di passeri. Vogliamo divertirci e divertire, non darci arie.

Dietro allo spettacolo... Anzitutto devo dire che uno spettacolo così non posso farlo da solo. Io mi sono limitato a preparare gli interpreti, a fare regia e musiche. Tutto il resto, ed è tantissimo... un gruppo agguerrito, intelligente e sensibile di donne. Mamme degli interpreti, ma che non hanno lavorato solo per i propri figli, hanno creato un evento per tutta la comunità.
Il nucleo del gruppo di lavoro è costitutito da Annamaria Bedostri, Marina Betti e Silvia Rossi. Il loro elenco di cose da fare è lungo tre pagine. Le affiancano Cinzia Fortina (costumi), Silvia Camera (trucco), Gianna Cannaos (scenografia) e altre. Il giorno dello spettacolo, però, sono presenti anche alcuni mariti per montare la scena. Grazie, a nome mio e a nome del teatro e delle cose intelligenti che in questo nostro paese avvilito sono sempre meno.

Lavoro enorme, e tutto per due repliche. Eppure è anche qui il fascino di questo teatro che si brucia così in fretta. Non ci sono giri in provincia per assestarlo. Si va in scena e basta, è tutto finito. Ciò che va male, va male per sempre. Rimarrà un video a documentare i buchi di memoria, le esitazioni, i movimenti sbagliati... e il rimpianto di non poterlo fare ancora per offrire una prova migliore di sé. Questo teatro è come la vita: ce n'è una sola, non si può tornare indietro o chiederne un'altra, e tutto quello che si è fatto di sbagliato non lo si può più eliminare.

I PASSERI IN SCENA


Il Comitato Genitori in collaborazione con l'Istituto Comprensivo "Verjus" presenta
il Teatro dei passeri
in
L'ARLECHIN LADRO E LADRON
Teatro Comunale di Oleggio - mercoledì 26 maggio 2010 - ore 21.00
ingresso libero
testo e regia di Aquilino
scenografia di Gianna Cannaos
grafica Creativi Associati
si ringraziano l'Amministrazione e l'Associazione "Nessun dorma"

ARLECHIN, Tommaso Canovi
dottor BALZANO, Lorenzo Bedostri
servetta COLOMBINA, Cristiana Bolamperti
figlia di Pantalone FLAVIA, Francesca Brunelli
nobile FLORINDO, Nicola Crippa
capitan FRACASSO, Alessandro Massara
cortigiana ISABELLA, Sofia Farioli
figlio di Balzano LINDORO/ANGELICA, Gilberto Gerundini
moglie di Pantalone MARIANNA, Martina Attinà
ricco PANTRALONE, Robin Reale
servetta ROSINA, Lara De Ruvo
conte TARTAGLIA, Matteo Melone
locandiere ZANNI, Giorgio Rivolta
SUGGERITORE, Elio Canovi

L’opera si sviluppa in tredici scene, tante quanti sono i personaggi. Non esiste un protagonista. Anzi, forse c’è. Il suo nome è “interazione”. Ogni personaggio è definito, più che dall’indagine psicologica, dalla rete di relazioni e dalle reazioni personali nei riguardi di persone e fatti. Tutto ciò nasce anche dall’esigenza di indicare ai ragazzi una via d’interpretazione. Essi devono immedesimarsi in adulti delle cui dinamiche interiori non hanno esperienza. Il ragazzo si muove meglio nelle relazioni, poiché la sua è l’età dei rapporti sempre più allargati e importanti; l’età dell’amicizia e del gruppo; l’età dei contatti; l’età in cui si formano gli atteggiamenti. Tutti i tipi della commedia dell’arte, e anzi della commedia greca e romana, ci passano davanti: il servo affamato e scaltro, il locandiere gaudente, le servette pasticcione, l’avaro, il libertino, lo spaccamonti, l’innamorato, la tradita, il fatuo… Una girandola di situazioni leggere, una variopinta giostra di caratteri. Le musiche sono di Vivaldi.


Il Teatro dei Passeri è al suo secondo anno. Del vecchio gruppo, solo quattro componenti su sedici non si sono riconfermati; si registrano due nuovi ingressi. L’esperienza del primo anno è stata valida, a giudicare da quanto sia più sicuro ed efficace l’approccio di quest’anno a un testo molto difficile, quasi un piccolo “Goldoni” nello stile di una compagnia teatrale di adulti.

Linguaggio strambo, un grammelot ispirato al dialetto veneto; caratterizzazione dei personaggi; dinamismo; ritmo… I ragazzi ce l’hanno fatta, nonostante i momenti di crisi.

Una compagnia straordinaria, in tempi di scuola appiattita sul versante delle attività espressive. Ma il teatro non è un gioco fine a sé stesso. Il teatro è invasivo, va a premere tasti sui quali si era depositata la polvere e ne trae una musica nuova. Sono sicuro che nessuno di questi tredici ragazzi è passato indenne attraverso un anno di teatro. Tutti hanno dovuto affrontare difficoltà di relazione, di autocontrollo, di resa espressiva, di coordinazione… e superare timidezze e insicurezze… Bene, ci sono riusciti. Ognuno di loro ha guadagnato qualcosa per sé e per la propria crescita.

Si potrà obiettare che le tematiche sono poco consone all’età degli interpreti, ma appunto in questo sta la sfida.

Gli attori del Teatro dei Passeri intendono misurarsi con un teatro che non ha confini.


Arlechin, sempre affamato, segue il consiglio di Zanni: cercarsi un padrone e derubarlo. Ma lui di padroni ne prende addirittura due: Florindo e Pantalone, le cui dispense saccheggia. Entrambi corteggiano Isabella, ma Florindo vuole sposare Flavia, figlia del ricco Pantalone. Di Flavia è innamorato Lindoro, figlio del dottor Balzano. Per poterla avvicinare si traveste da donna e diventa Angelica, dama di compagnia. Ma Pantalone ha promesso Flavia al conte Tartaglia, che s’invaghisce di Angelica e corteggia pure lui Isabella. Costei dovrà affrontare l’ira della moglie di Pantalone, Marianna. Ma poi incontrerà l’anima gemella, il capitano Fracasso. A combinare pasticci provvede Colombina, serva con Rosina. E alla fine… Arlechin avrà ancora fame, ma gli innamorati troveranno la felicità.



mercoledì 19 maggio 2010

DANZE DI PACE


Editore: Mela Music-http://www.melamusic.it

Autore: Aquilino – Marco Padovani

Formato: Libro 19,5 x 26,5 cm; 52 pagine. Supporto audio con canzoni per bambini nella doppia versione: cantata e strumentale.

Le nove canzoni presentate nel libro offrono l’occasione per affrontare tematiche sempre più importanti in un mondo complesso e conflittuale. Il rispetto, la tolleranza, la comunicazione, l’integrazione, la libertà e l’accoglienza si contrappongono all’emarginazione, al bullismo, all’esteriorità e all’egocentrismo. Questi aspetti negativi purtroppo si riscontrano con sempre maggiore evidenza nei nostri bambini e quindi il canto, il mimo e il ballo possono essere di grande utilità come rinforzi delle qualità che portano a uno sviluppo equilibrato e rispettoso dei valori umani. In modo piacevole, combinando il canto con il movimento, si conducono interventi educativi validi e incisivi. I titoli delle canzoni sono: Una scuola di pace, Mano bianca mano nera, Una mano di colori, Liberi di volare, La pace non gli piace, Hallo!, Amici di pace, Il brontolone, Signor capostazione.