“La famiglia fantasma” è il titolo di un libro di
Gian Mario Felicetti sulle unioni civili utilizzato per un dibattito organizzato
da Tecneke e dal Comitato Genitori dell’I.C. Verjus di Oleggio con l’autore e
con Elena Broggi di Agedo (Associazione di genitori, parenti e amici di
omosessuali). Chi si aspettava polemiche e provocazioni è rimasto deluso. Elena
ha portato la propria esperienza di madre alla quale il figlio ventiduenne
confida la propria omosessualità. Gian Mario ha raccontato il proprio coming
out tardivo, dopo un’adolescenza che ha visto più gli altri che lui stesso
consapevoli della sua diversità; e poi ha illustrato il lungo iter parlamentare
per arrivare, forse, a una legge che equipari nei diritti le convivenze ai matrimoni.
L’esposizione quieta, insomma, di una condizione umana di attrazione di genere consapevole
e serena, responsabile e rispettosa delle sensibilità altrui; non certo
perversa e intenzionata a distruggere la morale e addirittura la società.
Diversità. Ma diversità da che cosa? In natura la
diversità è il sale della vita. Consente di sfuggire alla stagnazione e alla
perdita di energia. In natura l’omosessualità è presente come tante altre
sfaccettature biologiche che si oppongono alle classificazioni dai limiti
troppo stretti.
Nella storia dell’uomo è sempre stata la diversità il
motore per lo sviluppo. L’arte, la filosofia, le scienze… esistono e si
espandono grazie alla diversità. Solo la politica e la religione si illudono di
ingabbiare il consenso dentro i propri angusti confini, che si manifestano come
limiti deleteri. Politici che inseguono religiosi e religiosi che fanno pressioni
su politici s’inventano teorie strampalate sulla natura, come se ne detenessero
il monopolio. Si beano di termini come innaturale, contro natura, snaturato…
che sono nonsense a uso di poeti senza poesia. Amano creare scenari apocalittici
con al centro la minaccia mortale degli immigrati, dei ladri, degli atei, degli
abortisti, degli anarchici, dei neri, degli omosessuali… E con la natura (che
si erge come un’antica dea della distruzione sui cadaveri degli empi) citano passi
scelti (e non altri) dei libri sacri e le conclusioni sconclusionate di pseudo
saggi, pseudo scienziati, pseudo esperti che sono marionette senza sentimenti.
I loro vaneggiamenti sono un chiasso irritante per l’intelligenza e la
sensibilità.
Gay, froci, checche… migliaia di anni (salvo alcune
isole storiche felici) di ignoranza e ostilità, persecuzione e massacro. Ma che
cosa, che cosa eccita tanto fanatismo e tanta crudeltà? Quale paura crea tanto
odio? Il timore che la razza umana si estingua? La folle convinzione che i
figli possano essere contaminati? Se fosse così, perché le unioni maschio-femmina
non sono automaticamente sempre soddisfacenti e felici? Perché molti di coloro
che condannano l’omosessualità vanno poi alla ricerca di rapporti anomali, convincendo
magari se stessi che travestiti e bambini non contano? O è forse così fragile l’identità
sessuale che pestare un gay è l’unico modo per sentirsi rassicurati? Una
società bastarda fa in fretta a giudicare le aggressioni immotivate: andava
in giro vestita in un modo… pretendeva di venire qua a comandare… se vogliono
abbracciarsi, lo facciano in privato…
Il più grande scandalo non lo dà il politico
corrotto, il signore della guerra, lo stupratore di bambini, il massacratore di
disabili, l’inventore di miracoli, lo sfruttatore di credulità… ma l’uomo o la
donna che baciano rispettivamente un uomo e una donna. Scandalo che, lo si è
visto, chiede giustizia immediata: giù dal tetto, lapidazione, impiccagione.
Pietà, signori, pietà per chi ama. Siete voi contro natura.
Siete voi i tumori della vita sociale. Siete voi da estirpare. Voi che imponete
anche con la violenza una morale senza etica. Voi ipocriti e crudeli. Nessuna
società può reggersi sull’emarginazione e sulla risoluzione violenta delle
diversità. Una società così non si chiama nemmeno branco. Non ha pari, in
natura. È innaturale.
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