mercoledì 20 luglio 2016

LA SCRITTURA PERFORMATIVA: corso di scrittura creativa per i ragazzi con il supporto del teatro



Il corso viene proposto dall’istituto comprensivo “Verjus” di Oleggio ad alunni dalla Quinta Elementare alla Seconda Media. Si svolge in orario extrascolastico e si mette in concorrenza con altre attività più ambite dalla maggioranza: sport, musica, danza…
L’ultima edizione de “Il Mangialibri” ha tuttavia portato alla luce un bacino di utenza di lettura e scrittura che purtroppo non ha altrettanta visibilità, dato che l’eccellenza dei praticanti viene premiata solo con i voti scolastici. I ragazzi che leggono e che scrivono hanno diritto, come i coetanei impegnati in altre attività, a farsi conoscere e a portare le loro performance di fronte a un pubblico.
Ciò non significa che il corso intenda praticare la via usata e abusata del successo; non si stimola a una competizione, ma a un confronto; non si promette la popolarità, ma una migliore comunicazione con se stessi e con il mondo.

Il corso non si struttura come un clone del curricolo, ma si pone in continuità con la didattica senza riproporla, praticando vie nuove di sviluppo delle abilità.
Esso non prevede solo un apprendimento linguistico, ma un utilizzo personale e originale della lingua che apra nuovi orizzonti di conoscenza di sé e degli altri, di sé nel mondo e di sé come specchio del mondo.
Si delinea, quindi, più che un programma, un itinerario complesso che prevede strade diverse per giungere alla méta.

I percorsi riguardano:

a)      la conoscenza tecnica dello strumento linguistico
b)      la consapevolezza delle motivazioni, degli interessi e degli obiettivi inerenti alla scrittura
c)      la scoperta che la scrittura è invece “le scritture”: generi, stili, utilizzi…
d)      a ogni scritto corrisponde una lettura interiore: come leggo ciò che scrivo? il problema della visualizzazione e della partecipazione emotiva: la scrittura performativa

Il corso non ha certo la pretesa di essere esauriente, prefiggendosi solo una riflessione ampia e approfondita sulla lettura e sulla scrittura come mezzi di comunicazione con l’esterno, preceduta da una rete interiore tra conoscenze acquisite, automatismi, stereotipi, stimoli inconsci e livelli consci della personalità.
Ogni scrittura è scrittura di sé e richiede una lettura consapevole, che diventa quindi lettura di sé.

Esaminiamo punto per punto il percorso.

a)      L’apprendimento avviene sugli elaborati degli allievi, letti e discussi. L’animatore ne trae gli spunti per affrontare questioni tecniche come la correttezza ortografica, la punteggiatura, la sintassi, lo stile, le ripetizioni, la terminologia imprecisa, i sinonimi, l’efficacia descrittiva ed espressiva…

b)      Perché alcuni non leggono nemmeno un libro in tutta la vita e non scrivono mai, mentre altri leggono con regolarità e amano scrivere cose diverse? Dietro la lettura e la scrittura c’è l’universo nella sua forma fisica, nella sua storia, nei suoi misteri; è la conoscenza la molla che spinge a leggere e scrivere? O è un bisogno di comunicazione? Molti scrittori, però, erano misantropi, pur essendo bravissimi comunicatori. Leggere e scrivere è “divertente”? Ma… che cosa leggere e scrivere? E per che cosa? La fatica della scrittura viene ripagata?


c)      Storicamente, possiamo dire che la prima distinzione all’interno della scrittura è stata tra prosa e poesia, stimolata dalla musica: il racconto mitico e il canto sacro; dalla loro fusione è nato il teatro in forma di tragedia; e via via si sono distinti i generi: romanzesco, sentimentale, giallo e nero, comico, drammatico… Ma la poesia comprende anche le filastrocche? E gli slogan pubblicitari in rima? E pure all’interno della poesia ci sono “generi”? Se considero un genere, per esempio, quello romanzesco, posso dire che gli scrittori che l’hanno utilizzato si assomigliano? In che cosa consiste lo stile? Insomma, innumerevoli “tipi” di scrittura. Come li utilizzo? Si parla di haiku e metrica, poesia contemporanea e classica, filastrocca e rima, racconto breve sia realistico sia fantastico.

d)      Per molti ragazzi il problema della lettura e della scrittura è che sono rappresentate da parole la cui potenza si esaurisce in un segno tutto esteriore, privo di riflessi sull’interiorità. Essi leggono e danno alle parole solo un senso logico, senza alimentare l’immaginazione che è come assopita. Scrivono e la loro scrittura è superficiale, non graffia la vernice della realtà per scovare i colori sottostanti. Alcuni sono disorientati, altri indifferenti, ma ci sono anche quelli che provano inquietudine di fronte a un libro o a una pagina vuota. Non vogliono cadere nella trappola: non vogliono portare alla luce le emozioni.

È a questo punto che il teatro viene utilizzato per aiutare l’allievo a mettere a fuoco l’ambientazione della prosa o della poesia che intende scrivere o che sta scrivendo, la dinamica degli avvenimenti con le relative questioni del montaggio delle scene, la corrispondenza lessicale e sintattica con le emozioni che devono essere identificate e valutate.
Brevi performance per oggettivare la scrittura in fieri e triangolare parola-autore-realtà, in modo da orientare l’allievo fornendogli un metodo consapevole.
L’ambiente circostante viene ricostruito con l’immaginazione, l’attenzione viene richiamata sui dettagli, le motivazioni dei personaggi sono analizzate, così come le azioni e le reazioni, le osservazioni del gruppo contribuiscono a ricreare il quadro complessivo entro il quale selezionare i punti salienti. L’espressione letteraria viene così a coincidere con l’analisi d’insieme e la sintesi ritenuta più efficace.

Percorso operativo

-          elaborazione di haiku: la metrica, la rima, l’immagine di sintesi
-          tecniche varie di poesia casuale
-          il dialogo: i tempi di un’opera teatrale
-          il racconto breve: l’intensità della parola e della frase










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