venerdì 29 aprile 2011
giovedì 28 aprile 2011
LA GUERRA E': VITTIME
La guerra è: vittime.
Il resto conta meno.
TI VOTO, MI SPARI
... e poi ti voto ancora! Ma sono lepre o sono coniglio? Forse sono pecora.
Strada sterrata tra i campi, la lepre mi corre incontro. Fa lo stesso con i cacciatori? Come lei si comportano gli elettori italiani: corrono incontro a braccia aperte a chi poi li mette in padella.
mercoledì 27 aprile 2011
EUROFLORA
Acquisto: cranberry, papaveri perenni, gigli, una novità olandese di cui non ho preso il nome (ce l'ha Betti), alcune stupende piante grasse per la mia serra: pachypodium saundersii, euphorbia suzannae mariannae, adenium obesum, ceraria namaquensis.
Inoltre, uno spruzzatore e le cesoie.
Breve sosta in riva al mare (abusivi in un bagno già affollato) e ritorno a casa.
ORRENDI: recensione
Orrendi per Sempre!
di milena divenuto
Se metti insieme una ragazza morta fuori ma non dentro, una ragazza che da la scossa, un ragazzo malconcio che fa paura solo a guardarlo e un babino di appena 7 anni intelligente e il gioco è fatto!
4 ragazzi molto diversi, ma che si assomigliano moltissimo per alcuni versi: sono soli, emarginati da tutto nel paese in cui vivono e che hanno scheletri di persone come amici!
Un libro fantastico, pieno di colpi di scena e suspense.. Ma col passare del tempo impareranno a volersi bene, a farsi accettare e il loro compito sarà quello di salvare i bambini in pericolo...
Ora hanno una missione, ora hanno un motto: "Orrendi Per Sempre!"
Un libro assolutamente da leggere, ad ogni costo: Provare Per Credere...!
componente del giornale web
Dica, Duca
diretto da
Sara Lombardi
Secondaria I°
Istituto Comprensivo 18
di Verona (VR)
lunedì 25 aprile 2011
domenica 24 aprile 2011
FINE SCRITTURA
Questo terzo libro, chiuso e spedito una settimana fa, è il più affascinante, sia per la storia sia per i personaggi. Scriverlo mi ha dato una grande gioia: avventura, emozioni, divertimento... Mi è spiaciuto arrivare all'ultima pagina. E così ho proposto a Giunti di mettermi subito all'opera per il quarto episodio.
Oggi ho dato l'ultima rifinitura a "Se muore un Arlecchino", terzo episodio con Albino Guidi. Stampato, in settimana lo faccio rilegare e lo spedisco all'editore.
E così adesso sono senza scrittura.
Ogni volta, una piccola crisi di panico. Un senso di vuoto. Manca la terra sotto i piedi eccetera. Le mie giornate sono ormai scandite dalla scrittura e ogni volta che finisco un libro non faccio che interrogarmi: e adesso che cosa scrivo? vuoi scrivere un romanzo? e che tipo di romanzo? o teatro, invece?
Prima, quando scrivevo per ragazzi, facevo in fretta ad avviare un altro libretto: l'idea veniva in fretta. Ora la questione è più complicata. O porto avanti gli Orrendi o devo impegnarmi in un progetto complesso.
Sto valutando se scrivere una specie di giallo con un Albino Guidi raccontato da un concittadino o se scrivere un'opera di teatro, magari comica (ho già un'idea in mente).
Spesso, mi soccorre una proposta esterna. Mi piace quando qualcuno mi chiede di scrivere qualcosa, mi facilita le cose. Magari tra qualche giorno mi telefonano...
Nell'attesa, faccio movimento.
La posizione al computer mi blocca le reni: camminate e biciclettate.
Così intanto penso.
DENTRO UN INCUBO...NEONATE SCATENATE!
"Si può essere un poco imbranati e un poco sovrappeso, e diventare comunque un eroe? Giamberto, detto Giambo, lo dimostra affrontando in una spaventosa battaglia le Neonate Trasformate. E possono gli ospiti di una casa di riposo, malati o invalidi, diventare supereroi? Certo. Lo dimostrano i Supernonni. Insieme a Giambo, il loro capo, formano una squadra che si oppone al male in tutte le sue forme.
Essa si attiva per proteggere le vittime da ogni sopruso e per far trionfare la giustizia ovunque si richieda l'intervento delSupernonni Team!"
Ardea Editrice, Napoli - www.ardeaeditrice.it
sabato 23 aprile 2011
HABEMUS PAPAM
Il film è molto ricco di immagini (i musi alla Fellini, le simmetrie che richiamano un ordine superiore svelto a disintegrarsi nelle paranoie e nelle isterie) e di personaggi (la guardia svizzera che prende il posto del papa dietro i tendaggi) che si stampano nella memoria.
Nella seconda parte c’è qualche intoppo di sceneggiatura (a che cosa serve la moglie psicanalista?), ma la regia è sicura e ci porta verso la fine con piena soddisfazione di tutti i sensi.
Ciò che più mi ha stupito è stato il giro di boa inatteso: da un
Vaticano-gabbia di matti (schizofrenia assoluta, la realtà reale è inesistente) si passa a un Vaticano-oratorio con tanto di cardinali che giocano a palla: tutti buoni tutti belli.
Eh, no.
Ma ci pensa il finale a rimettere le cose a posto. Il discorso del gran rifiuto è escatologico. Come può un papa, infallibile, affermare di non essere adatto al ruolo in cui l’ha messo Dio? Forse che Dio ha abbandonato la Chiesa? Oppure non è mai intervenuto a scegliere il proprio rappresentante tra i cardinali? Senza un papa parola di Dio, può esistere ancora la Chiesa?
Una bella scena ci mostra un cardinale che si nasconde il viso tra le mani. Beh, poveretto, teme che la sua carriera sia finita.
I vescovi hanno insultato Moretti in modo pesante. Gli danno del pazzo e del satanico. Uno dice che deve ringraziare la nota mitezza dei cattolici. Purtroppo, non possono metterlo al rogo. Questi cattolici non fanno che predicare la propria benevolenza, eppure insultano e minacciano peggio che briganti di strada. D’altronde, per sopravvivere nei secoli, di aggressività ne occorre tanta.
Altro che giocare a palla!
mercoledì 6 aprile 2011
RECENSIONE ORRENDI
Esasperati dalla situazione, sono infatti loro stessi, a un certo punto, a fare del loro aspetto repellente un ostacolo ad una condivisione aperta. Non che non tentino di integrarsi, tutt’altro. Solo lo fanno a tentoni, percorrendo strade apparentemente più facili e talvolta palesemente disastrose, come isolarsi del tutto o camuffarsi da ciò che realmente non sono. Fino a che non decidono: basta fingere! Il tentativo di accettazione passerà da quell’istante in poi attraverso la via della valorizzazione delle capacità possedute. Gli Orrendi per sempre rinunciano, infatti, alle coperture posticce per gettarsi a capofitto in missioni ad alto rischio. Ed è lì, finalmente, che il loro potenziale umano, oltre che sovrumano, inizia ad emergere con forza e ostinazione.
E’ un libro insieme forte e scorrevole, questo di Aquilino, in cui l’autore mescola fantasia e spunti reali con un certo umorismo e una certa dose di avventura. Le vicende narrate sono infatti avvincenti e in più portano uno sguardo privilegiato sulla delicata questione della differenza e delle implicazioni sociali che essa comporta. Malgrado la commozione calchi ogni tanto la mano, si continua a percepire forte, a filo delle pagine, l’idea che ci sia una differenza tra il difetto e l’handicap, ovvero tra la mancanza e l’impossibilità del fare. Il ruolo che ciascuno di noi può giocare, per evitare che la prima si trasformi nella seconda, appare da subito estremamente influente. “Reginald s’illuminò: la soluzione era così semplice e lui non ci aveva ancora pensato. Ci volle poco per adattare il divano alle esigenze dei due ragazzi.” Come a dire che l’integrazione passa, in fondo, attraverso l’accettazione di sé e attraverso l’attenzione all’altro, nelle piccole come nelle grandi cose. Dalla condivisione dell’esperienza scolastica all’uso di un comune e banalissimo mobile.
DI.TO. Disabilità a Torino
http://dito.areato.org/home/?p=1461