Italiani e mammismo, si è sempre detto. Vero.
Gli italiani vogliono una mamma prosperosa e profumata di colazione energetica
che li consoli nelle sofferenze bizzose ed egocentriche. Amano patire le pene d’amore,
amano sentirsi soli e sottostimati, amano la paranoia e il vittimismo, amano
guardarsi allo specchio e dirsi: quanto sono bravo, quanto sono bello, quanto
sono straordinario. La mamma è il loro specchio. Non solo lava le mutande e
inforna le lasagne, ma li apprezza in tutto quello che fanno, anche quando
evadono le tasse, imbrogliano, picchiano, ammazzano. Il loro bambino caro,
sempre innocente. “Non è cattivo” dicono, “fa il cattivo per colpa degli altri”.
Oppure: “Non è stupido, lo sembra per colpa degli altri”. E ancora: “Non è
disonesto, lo fa per colpa degli altri”. Proprio quello che gli italiani
vogliono sentirsi dire. Loro non hanno mai colpe, loro hanno sempre ragione.
Ma gli italiani hanno bisogno anche e
soprattutto di un papà. Che si chiami Benito o Silvio o Beppe o Benedetto non
importa. Purché sia duro a parole e comprensivo nei fatti, potente e magari
ricco, onnisciente come un libro sacro, capace di rassicurare in qualsiasi
emergenza: ci penso io, che sono il papà. Tu non prendere decisioni, non
angosciarti per le opzioni, non assumere responsabilità, non preoccuparti per
il futuro, non farti scrupoli morali, non smettere mai di sognare che avrai: il
paradiso, la casa al mare, la macchina di lusso, i soldi in banca, il vestito
elegante… Il papà raccoglie i tuoi desideri come Babbo Natale e poi ti consegna
i pacchi dono senza che tu debba muovere un dito. Lui bastona i tuoi nemici,
manda via gli importuni, insegna ai tuoi bambini il razzismo e l’egoismo, la
violenza e la disonestà. Lui ti porta nel Paese di Cuccagna, tutto gratis. Lui
è onnipotente, e ti vuole bene.
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