Annamaria Rossano mi ha chiesto un monologo su IPAZIA. Ora sto scrivendo delle cose su Pinocchio e IL ROMANZO DI ERACLE, oltre a procedere con lo studio dell'epoca micenea (compresa Atlantide). Come primo assaggio, l'epilogo del libro del filosofo irlandese JOHN TOLAND: "Ipazia. Donna colta e bellissima fatta a pezzi dal clero", editore Clinamen 2010.
"E adesso che
il nome di Cirillo me lo fa tornare in mente, non è una beffa insopportabile
nei confronti di Dio e degli uomini riverire una persona così ambiziosa, così
turbolenta, così perfida e così crudele facendolo Santo? – perché la storia
mostra che proprio questo fu il suo carattere. Ma in tutta onestà questo stesso
titolo di santo non di rado è stato conferito in modo infelice: perché la
maggior parte dei santi dopo Costantino, e soprattutto quando la canonizzazione
divenne di moda, corrispondono a tre tipologie di persone, e fra questi solo
una minima parte merita davvero venerazione. In primo luogo, sono stati fatti
santi quegli uomini che hanno promosso la grandeur della Chiesa con tutti i
propri sforzi, specialmente con i propri scritti; i quali scritti, invece di
impiegarli per istruire i propri concittadini, li hanno prostituiti per
magnificare l’autorità spirituale con l’esito del degrado e dell’abbrutimento
dei loro spiriti. La seconda tipologia degli uomini che sono stati onorati con
la santificazione è costituita da prìncipi o da altri uomini ricchi e potenti,
e tuttavia viziosi e tirannici, che donarono ampi possedimenti e che lasciarono
il potere temporale nelle mani della Chiesa; o che, per incapacità, per
sottomissione, con la spada e con la proscrizione, castigarono la temerarietà
di tali azioni come fossero troppo scomode per metterne in questione i decreti.
La terza tipologia è costituita da visionari estremamente viscidi, che si
vantano dei propri entusiasmi deliranti e delle proprie estasi; oppure essi si
impongono sull’ignorante attraverso mortificazioni formali, falsamente reputate
atti di devozione, e vengono ricompensati con questo premio immaginario, da
coloro che disprezzano la loro austerità, ma in tal modo fanno anche molta fortuna.
Non c’è da meravigliarsi, allora, che l’epiteto di santo, dal significato così
vicino a quello di pietà ed innocenza, fu così palesemente avvicinato al vizio
e all’empietà, in cui prevale inoltre un diluvio di ignoranza, superstizione e
tirannia, che hanno sommerso quasi per intero il mondo cristiano. Tutte le
persecuzioni che misero in atto erano mezzi molto potenti che utilizzavano per
reprimere ogni sforzo fosse fatto per rinnovare la virtù e la cultura. Da
quello spirito anticristiano deriva Ipazia, alla quale il clero non poté
perdonare che fosse bella, eppure casta; molto più colta di loro, tanto da non
essere sopportata dal popolo; ed ebbe presso il magistrato civile stima
maggiore di quanta ne godessero quelli, e il clero dell’epoca aveva bisogno di
guidare, o condurre, il magistrato, come la propria bestia da soma."
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