sabato 25 aprile 2009

LE PIOGGE DI APRILE


DAINO


A metà strada tra Mezzomerico e Vaprio, questa mattina alle ore 9.00.

INDIGNAZIONE


Il nome mi era stato dato in ricordo del fratello di mia madre, partigiano diciottenne ucciso dai fascisti. Trovo in internet il sito http://www.altratradate.com/2009/04/25-aprile-ricordare-i-martiri-di.html e leggo:

"giovedì 16 aprile 2009
UNA PROPOSTA TEATRALE PER TRADATE...Riceviamo e pubblichiamo.
Carissimi, come faccio a riassumere in tutto poche righe? Provo.
Sono arrivato a voi dopo aver bussato diverse volte alle porte dell'amministrazione comunale di Tradate. Mi chiamo Mauro Scotti, sono di Rescaldina. Faccio l'informatico ma mi interesso di teatro di narrazione. Ho scritto uno spettacolo sulla Resistenza che ha come protagonisti tre partigiani tradatesi uccisi proprio a Rescaldina. Nel 2008 e in questo inizio 2009 l'ho portato in giro per Milano e provincia (maggiori dettagli li trovate nel CV che vi allego).
Il testo è quello che vi allego, se avrete la bontà di leggerlo e valutarlo.
Ho un cruccio: non essere finora riuscito a portare lo spettacolo proprio a Tradate!
Spero, con il vostro aiuto, di riuscire a concretizzare questo sogno.
Grazie, Mauro
Il nostro commento? Semplice: questa Amministrazione Comunale è molto distratta da altre questioni. Ha addirittura tolto (dalla facciata sinistra del Municipio) la lapide che ricordava questo fatto. Noi Tradatesi abbiamo avuto NOSTRI giovani uccisi per la libertà. Vogliamo almeno ricordarli alle generazioni attuali o vogliamo cancellare ogni episodio della nostra storia? Si gettano migliaia di euro in iniziative sciocche e stolte, e non si pone attenzione a questa? Su questa vicenda garantiamo che grande sarà il nostro impegno.
Chiediamo a tutti i movimenti giovanili - che recentemente si sono presentati anche su questo blog - di farsi interpreti e portatori di tale iniziativa.
Abbiamo letto i testi della rappresentazione teatrale, che vi garantiamo di grande livello!"

Ecco alcuni passi del testo di Mauro Scotti.

"Sono partiti in sei. Si sono divisi in due gruppi da tre, come fanno sempre per non farsi notare
dalle pattuglie di fascisti repubblichini che controllano boschi e strade. Già, perché sono partigiani.
Partigiani dei GAP, Gruppi Armati Patriottici. Comunisti. Stessa formazione di quelli di Via Rasella a Roma. Partigiani di quelli che se i fascisti ti prendono, prima ti sparano o ti attaccano a un albero per il collo e poi ti chiedono il nome.

Hanno intrapreso questa passeggiata mattutina perché hanno in programma un’azione di sabotaggio in uno stabilimento di prodotti bellici proprio a Rescaldina. “Mordi e fuggi” è il metodo di lotta che i partigiani (soprattutto quelli dei GAP) utilizzano per combattere in città e nei paesi dell’hinterland: identificare un obiettivo, studiare un piano, colpire, fuggire.
Una pratica di lotta che ottiene i suoi risultati e che fa impazzire di rabbia i repubblichini.
Di due dei sei, la storia ci restituisce solo il nome di battaglia: “el Corbetta” e “Gaetana”, il terzo è Renzo CERIANI (detto “Gigi”, il capo della spedizione, che cadrà in montagna l’anno successivo, nel 1945) e poi i protagonisti della nostra storia: Ferdinando CRESTANI, Carlo ROSSINI e Aquilino BRESOLIN. Rispettivamente hanno 23, 19 e 18 anni.

14 dicembre – San Venanzio

La trattoria è circondata. Entra una squadra di fascisti che intima il “mani in alto”. CERIANI, “el Corbetta” e “Gaetana” che si trovano nella prima sala, lasciano cadere le armi ed eseguono.
CRESTANI, BRESOLIN e ROSSINI che si trovano in una sala adiacente, sentite le urla e il trambusto, intervengono sparando alcune raffiche. Urla, grida. La Bice si butta a terra dietro il bancone. Bicchieri e bottiglie vanno in frantumi, forse per le raffiche, forse perché urtate nella confusione.
I fascisti si ritirano precipitosamente fuori dal locale, dando modo al CERIANI, al “Corbetta” e al “Gaetana” di guadagnare l’uscita. Ancora fucilate ma i tre riescono a raggiungere la brughiera e di lì il bosco e poi via verso la salvezza.
CRESTANI, BRESOLIN e ROSSINI, sono ancora dentro. La rabbia dei repubblichini cresce a dismisura: oltre a essere stati messi in fuga, si sono lasciati sfuggire tre ribelli. Occorre assolutamente fermare i tre che sono rimasti dentro. La lotta è impari: la proporzione è di dieci contro uno. Per qualche minuto si odono soltanto raffiche di mitra e le grida di rabbia dei fascisti.
Le poche persone in strada sono fuggite a casa.
È scomparso anche il tizio di Milano con il suo carretto. Lo hanno visto allontanarsi rasente i muri pochi minuti prima l’inizio della sparatoria.
«Boia!» lo ha apostrofato un paesano di Rescaldina che ha visto tutto dalla sua finestra.
«Boia cane d’un infame!» Uno sputo accompagna le parole.
I tre tentano una sortita dal retro: un muro da scavalcare e poi il bosco dove perdersi. Non ce la faranno: Ferdinando e Aquilino cadranno subito falciati dalle raffiche; Carlo, ferito, tenterà di allontanarsi ma sarà catturato. Lo torturano per farsi dire i nomi degli altri componenti la spedizione che sono riusciti a fuggire. Ma Carlo non parla, nonostante le sevizie. Muore, qualche ora dopo, senza aver rivelato nulla.
È finita.
Il silenzio è sceso di nuovo. La Bice esce dal suo nascondiglio. Si asciuga le mani con il suo straccio, quello così sporco che se lo appoggi rimane in piedi. Quando esce dalla porta sul retro, incrocia i fascisti che escono: abbassano gli occhi, non hanno il coraggio di sostenere lo sguardo fiammeggiante di quella donna. Lei si fa strada a spintoni in mezzo al quel muro nero.
Quando esce e vede, cade in ginocchio, si copre gli occhi con lo straccio e piange.
Fuori, portiere che sbattono, scarponi chiodati sul legno del cassone, qualche bestemmia, un motore che prima tossisce e poi ruggisce. Una nuvola di polvere. I fascisti se ne vanno.
Qualcuno si avvicina ai tre corpi. Qualcuno dice che occorrerà chiamare il parroco. La Bice in ginocchio, con lo straccio, pulisce il volto di BRESOLIN sporco di terra e sangue."

Mi sono commosso. Ho postato un commento in cui mi presento e chiedo un contatto con Mauro e l'Anpi di Tradate, alla quale voglio spedire il monologo "Il più bello di tutti i fratelli" che racconta appunto dell'eccidio.

E poi leggo che il governo intende equiparare repubblichini e partigiani. Per evitare le divisioni? Ma certe divisioni devono esserci! Come si fa a mistificare sempre la Storia proclamando santi e martiri i criminali, i profittatori, i cinici manipolatori?

martedì 21 aprile 2009

AMMAZZIAMOLI TUTTI

In questi giorni la bozza di disegno di legge in materia di liberalizzazione della caccia, firmata dal senatore Franco Orsi, è in discussione in seno alla Commissione Territorio/Ambiente del Senato.
Tale proposta prevede:
· l’aumento dei territori per la caccia, già oggi pari al 30% di ogni regione, e la penalizzazione delle Regioni che proteggono oltre il 30% del territorio;
· la “caccia in deroga” (cioè alle specie non cacciabili) nei Parchi e nelle altre aree protette;
· l’autorizzazione all’uso delle armi a partire dai16 anni, con i rischi e le conseguenze che ciò comporta;
· la cancellazione del principio che flora e fauna siano patrimonio essenziale ed indisponibile dello Stato, lasciando a sindaci e prefetti il potere di dichiarare “eradicabile” qualsiasi specie dal loro territorio, nel caso un esemplare causi fastidio (da orsi, lupi, cervi fino a cani e gatti vaganti);
· la possibilità per le leggi regionali di dichiarare cacciabili specie che l’Italia o l’Unione Europea considerano non cacciabili;
· l’eliminazione della possibilità di utilizzare le guardie ecologiche e zoofile più svolgere attività di vigilanza sulla caccia;
· l’aumento del periodo di caccia: soprattutto in febbraio, quando la maggior parte delle specie è in piena attività riproduttiva, incidendo fortemente sulle popolazioni migratorie protette dall’Unione Europea, e l’inizio del periodo anticipato ad agosto, quando ancora il periodo della riproduzione non si è concluso;
· l’eliminazione per i cacciatori del vincolo al territorio di residenza (come è previsto dalla legge attuale onde evitare una pressione squilibrata sul territorio e sulla fauna); per 15 - 30 giorni all’anno potranno concentrarsi dove vorranno, magari proprio nella zona di passaggio dei migratori;
· l’aumento della dimensione del carniere, che lascia presumere l’aumento del numero delle vittime per ciascun fucile;
· l’esclusione da ogni tipo di protezione per le specie alloctone o esotiche come pappagalli, ermellini,scoiattoli grigi ecc. e anche quelle autoctone come peppole, fringuelli,corvi, cormorani, tutte specie tutelate dalla direttiva 409 di Bruxelles (sarà possibile cacciare peppole e fringuelli anche nei parchi) e la scomparsa della definizione di “specie superprotette” finora applicata a lupo, orso, aquile, cicogna;
· la liberalizzazione dell’uso dei richiami vivi e l’eliminazione dell’anello di riconoscimento alla zampa dei richiami, così che sia impossibile averne un numero superiore a quello dichiarato; tutte le specie di uccelli, cacciabili e non cacciabili, potranno essere usate come richiami vivi;
· la depenalizzazione generalizzata dei reati e l’imbalsamazione liberalizzata che incentiverà la caccia di frodo,il non rispetto dei periodi regolamentati, vista l’esiguità delle sanzioni;
· l’utilizzo del piombo nichelato nelle zone umide.
Siamo un popolo impazzito? Perché qui non è più solo questione di premierato o di governo, ma di sostegno elettorale a gente che... non voglio dire altro.

L'ARLECHIN FANTASIMO



Qualche foto della prova di fronte a un gruppo di genitori. Si è rivelato un momento importante a un mese esatto dalla prima. La presenza del pubblico ha condizionato molto alcuni, stimolato altri, lasciati più o meno indifferenti altri ancora. La spontaneità delle prove a porte chiuse, quando si poteva giocare con maggiore libertà, è entrata in crisi e alcuni hanno fornito una prestazione molto al di sotto delle loro possibilità. Non è facile per nessuno recitare in una sala con il pubblico a poco più di un metro. Abbiamo ancora tre prove, durante le quali dobbiamo concentrarci sull'energia da scaricare sul pubblico, sul gesto e sulla voce. Ce la faremo? Ma certo! Martedì 12 maggio presenteremo l'Arlechin nella casa di riposo "Pariani" di Oleggio e sarà un altro test. I ragazzi avranno già visto l'"Arlecchino servitore di due padroni" a Milano (venerdì 8) e forse gli attori del Piccolo sapranno comunicare la gioia espressiva che trasforma l'attore in una creatura di magia.

lunedì 20 aprile 2009

VERGINELLA

Dal sito di Lupusagnus. Scrive Stefano De Luca:

"Inizia il primo periodo di prove per l'allestimento di VERGINELLA di Aquilino, il nuovo spettacolo di LUPUSAGNUS. Verginella costituisce il secondo tassello di una trilogia sulla famiglia, iniziata in questa stagione con la messa in scena di “Mamma mammazza” e che si concluderà nel 2010 con l'antimusical “Canicani”.
La poetica di Lupusagnus ci porta naturalmente ad affrontare e approfondire tematiche legate alla violenza e all'emarginazione. Sentiamo la necessità di una riflessione che ci spinga a superare la semplice reazione emotiva davanti all'efferatezza del mostro di turno. Una riflessione in forma teatrale che si interroghi sulle complesse dinamiche di potere e di sopraffazione che si annidano nelle relazioni umane e sociali, persino all'interno della famiglia.
Da dove nasce questa violenza? Come comprendere senza giustificare? In che modo questa storia parla di noi, della nostre psiche, della nostra società?
Le prove si svolgeranno presso Il PIM Spazio Scenico di Milano, col quale speriamo di inaugurare una lunga e proficua collaborazione. A loro un sentito ringraziamento."

giovedì 16 aprile 2009

L'ARLECHIN FANTASIMO


Grazie a Massimo Bolamperti, Creativi Associati (marketing e comunicazione - info@creativiassociati.net), la locandina è già pronta ed è bellissima.
Riporta ciò che sta dietro allo spettacolo:
- un gruppo di ragazzi motivati e vivaci, tanto intelligenti e sensibili da non volere ammuffire davanti al televisore, ma disponibili a sempre nuove esplorazioni del mondo e della vita
- un comitato genitori dinamico, che non si limita alle belle parole, ma che si attiva per risultati eccellenti
- una scuola che sa ancora offrire esperienze valide e importanti
- genitori che non si limitano a mantenere i figli, ma che li affiancano nelle loro attività e si rendono disponibili
- una maestra diventata esperta grafica, e ora anche scenografa
- una cara signora che in tanti anni ha elaborato decine e decine di costumi per carnevale, dai quali sono stati ricavati questi dell'Arlechin
- un papà grafico professionista che ci fa fare bella figura sui muri della città
Insomma, una sinergia davvero straordinaria che non vuole dimostrare niente a nessuno, ma solo invitare tutti agli spettacoli del "Teatro dei passeri". Perché l'augurio che mi faccio è questo, che l'anno prossimo si allestisca un altro spettacolo e l'anno dopo un altro ancora...
Buon teatro a tutti.

mercoledì 15 aprile 2009

L'ARLECHIN FANTASIMO

Tra un mese si va in scena. Anzi, prima. Martedì 21 una prova generale con un pubblico di genitori e amici. Il 12 maggio un'anteprima alla casa di riposo "Pariani" e il 21 e 22 maggio siamo in teatro. Sono pronti, i passeri? Mancano molte rifiniture, ma queste ultime ore di prove sono quelle che rendono. Quelle che addirittura fanno lo spettacolo vivo e originale. E' proprio in queste ultime prove che i ragazzi mettono in pratica quanto hanno imparato durante questi mesi. Ora, finalmente, fanno qualsiasi cosa chiedo. E così approfondiamo i personaggi, rifiniamo i movimenti, perfezioniamo le scene d'insieme, valorizziamo i gesti e le pause, andiamo alla ricerca di espressività... Ci vorrebbero altri mesi. Ci vorrebbero altre vite, per imparare a fare bene teatro. Ma noi ci accontentiamo. I passeri hanno imparato a volare e ora si godono il mondo dall'alto del palcoscenico. Quello che prima era paura e imbarazzo ora è gioco e piacere.



Ecco Gianna all'opera con uno dei due pannelli di scenografia. Su questo c'è l'ingresso di un palazzo, sull'altro mare e cielo di Venezia. Tutto rivisitato con le figure magiche di Mirò.

TE REMOTO

TE REMOTO

sabato 18 aprile 2009 alle ore 21
TEATRO DEL CUSCINO
presso LA RIBALTA ART GROUP di Novara
in via Magalotti 11














TE REMOTO
dramma musicale in atto unico
sulle vicende del terremoto di Messina del 1908
ideato scritto ed interpretato da
Giacomo Ferraù e Giulia Viana
musiche originali di Giacomo Ferraù
A distanza di cento anni dal terremoto di Messina, una storia persa tra la polvere del tempo e la luce della verità, tra lunghi silenzi ed echi di canti popolari,
tra ciò che è andato perduto e ciò che rimane.
*Spettacolo finalista al premio "Il teatro che verrà"
Palermo Teatro Festival, 2008
tecnico luci Alessandro Barbieri
scenografa Sabrina Pezzolato

Giulia è stata mia alunna alla scuola media e lì ha assaggiato per la prima volta il teatro. Le è piaciuto. Con "Le ragazze dell'Altra Eva" ha messo in scena GOBBO IL RE e ROGNA CAROGNA. Intanto si è diplomata e dopo corsi vari è approdata al Filodrammatici. Al suo attivo ha già diversi allestimenti. Per me è sempre un'emozione e una soddisfazione ritrovare i ragazzini di un tempo in ruoli creativi da adulti: Giulia attrice, Mirko regista, Shara cabarettista... Giulia e Giacomo ci hanno presentato un'opera intensa, il terremoto di un amore tragico tra una contessina e un popolano proprio durante il sisma di Messina, raccontato da una donna e da un marinaio russo che Giacomo rende personaggio vero e non solo macchietta. Stupende le canzoni popolari dal vivo, con bravura straordinaria e grande affiatamento. Una serata di applausi a non finire.

DANZE DI PACE



Mi ha telefonato Michela di Mela Music (http://www.melamusic.it/) e mi ha proposto la scrittura di alcune canzoni per un albo/laboratorio di danza. Mi ha fatto piacere perché scrivere filastrocche mi diverte e mi rilassa. Scrivere per ragazzi non mi manca. Non riuscirei più ad affrontare le frustrazioni di libri non pubblicati perché non rientrano nello standard di storie sempre più televisive (bello standard!). Sono tempi in cui questo non è opportuno, questo va limato, questo è meglio non scriverlo... Basta rapporti con editor pieni di sé che fanno male il proprio lavoro e blaterano con brio anche quello televisivo. Ma vogliono fare libri o televisione? Io voglio fare libri e quindi sto bene così, scrivo per me (un romanzo, titolo: L'OSCURO). Qualche rima su commissione, però, ci sta bene. Con Melamusic avevo pubblicato UNA CAPANNA IN PRESTITO.


UN NUOVO OSPITE: IL SALTIMPALO


PREDATORI

Non posso più esporre cibo per le cince, i pettirossi, i codirossi... Gli storni tengono d'occhio la casa. Mi spiano. Sembrano tetri agenti di uno stato totalitario. Dopo pochi secondi eccoli lì, comparsi dal nulla, a dare l'assalto alla ciotola. Sono ingordi e di bocca buona, spazzano via tutto quello che trovano. Allora ho arrangiato una vecchia gabbia regalo di Betti (lei ha elaborato addirittura una grande voliera, così il cibo rimane all'asciutto e gli uccelli sono al sicuro dai gatti). L'accesso è assicurato da due sportellini per i quali gli uccelli più grossi e prepotenti non si avventurano.


E così il verdone se ne rimane a lungo a meditare sul marchingegno (merlo più di un merlo) piegando la testa ora di qua ora di là: alla fine si rende conto con stizza che la porta della dispensa per lui è chiusa.


Idem per lo storno. Uh, come si dimena! Come sbatte le ali! Niente da fare. Vattene altrove a fare il predone. Anche la cornacchia si allontana sculettando con aria offesa.



E il povero topolino? Ci rimane male, ma non tarderà a trovare l'ingresso.
La cinciallegra, dopo appena un'occhiata, s'infila dritta nel piccolo varco, afferra un seme di girasole e se lo va a gustare sul melograno.

FIORI