Quest'anno, per la prima volta, al laboratorio di teatro dell'I.C. Verjus di Oleggio (14 alunni dai 9 ai 12 anni) si è affiancato un laboratorio di quattro incontri tenuto dalla dott/ssa Agnese Masssara, psicologa e prossima psicopterapeuta, sulle EMOZIONI, con particolare riferimento alla vicenda e ai personaggi della Medea.
L'esito educativo del laboratorio lo potete verificare qui sotto ed è indiscutibilmente positivo. I ragazzi hanno affrontato tematiche particolari e difficili, di solito riservate al mondo adulto, ma se la sono cavata senza difficoltà.
Durante le prove risalta la loro consapevolezza e la totale comprensione del testo e delle sue implicazioni.
Spero di potere rinnovare, l'anno prossimo, una formula tanto proficua.
Primo
incontro: Cosa sono le Emozioni?
Il tema di questa prima giornata è stata la comprensione del
concetto di emozione. Attraverso un
brainstorming si è cominciata l’esplorazione, ascoltando le idee che avevano i
ragazzi.
“Può essere positiva o negativa\ si trova all’interno del corpo\ è la parte più importante\sono nel cuore” sono state le espressioni da loro utilizzate
per rispondere alla domanda “Cosa sono le emozioni?”
Ascoltate le loro riflessioni, siamo poi andati ad indagare delle
espressioni che comunemente utilizziamo per parlare di emozioni, come ad
esempio “Sono stanco morto. Mi sento molto eccitato. Toccavo il cielo con un
dito”. Ai ragazzi è stato chiesto di definire quelle che loro utilizzano più
spesso o sentono utilizzare.
Inquadrato questo, ci siamo domandati che cosa ci succede
all’interno del corpo quando proviamo determinate emozioni.
Sono emersi nodi allo stomaco, palpitazioni, rossori, calore o
freddo improvviso, blocchi e tremarelle.
Ciascuno ha detto la sua e abbiamo visto che quella che era la
rappresentazione della paura o delle felicità per uno, non era la medesima per
un altro.
Infine abbiamo fatto il “Mimo delle emozioni”: ciascuno ha scelto
un’espressione o un’emozione tra quelle prima elencate, la abbiamo scritta e
poi, ad estrazione, tutti si sono trovati a mimare con il resto del gruppo che
doveva indovinare l’emozione raffigurata.
Questo ci è servito per comprendere come chi ci sta intorno
talvolta riesce (oppure non riesce!) a comprendere quello che stiamo provando
anche per mezzo della nostra mimica corporea
e facciale.
Questi primi momenti di riflessione ci hanno consentito di comprendere come le
emozioni siano una risposta a qualche cosa che ci accade, ad un qualche evento
che ci porta a provare una determinata sensazione, la quale provoca reazioni e
cambiamenti corporei, sensazione che ha con sé una parte di pensiero legata al
come percepiamo e leggiamo la situazione e che tutto questo ci porta a dare un nome all’emozione che stiamo provando.
Ci siamo lasciati accennando al fatto che ogni emozione abbia una
sua funzione, argomento che avremmo approfondito la volta seguente.
Prima di salutarci, i ragazzi hanno cominciato ad approcciarsi ad
un primo esercizio di mindfulness (con la quale avremmo chiuso ogni incontro).
Sdraiati sui loro tappetini, a luci spente ed occhi chiusi, sono
stati invitati a concentrarsi sulla respirazione e sulle sensazioni presenti
nel loro corpo: tensioni muscolari, formicolii, battito accelerato, fastidi o
stati di calma e tranquillità.
Secondo incontro: Il Diario delle
Emozioni
Si inizia ricapitolando quanto ci siamo detti la volta precedente,
aggiungendo che questa volta avremmo provato a cercare le funzioni delle
emozioni.
Ci siamo chiesti a cosa servono Tristezza, Rabbia, Paura, Gioia,
Dispiacere, Coraggio, Orgoglio, Amore, etc. abbiamo provato insieme a darne
risposta e poi ci siamo approcciati al Diario delle Emozioni.
Abbiamo riflettuto sul fatto che la stessa emozione può essere
provata con intensità differente a seconda della situazione e ci siamo quindi
chiesti che cosa l’emozione provata ci portava a fare o dire.
Ciascuno ha dovuto quindi pensare ad una situazione, all’emozione
provata e alla sua intensità, ai risvolti corporei dell’emozione (calore,
formicolio, tensione muscolare, etc.), a quello che ci ha portato a fare e dire e infine a quella
che può essere stata l’utilità dell’emozione.
Il gruppo si è interrogato, i ragazzi hanno discusso tra loro
osservando come le medesime situazioni li portavano a provare emozioni
differenti.
E’ stato lasciato un compito, un Diario delle Emozioni da
compilare giornalmente e da rivedere insieme la prossima volta.
Prima di salutarci, siamo stati calmi e attenti come ranocchie:
l’esercizio di mindfulness proposto aveva questo titolo e lo scopo di
cominciare ad imparare a prestare attenzione a se stessi e a come ci si sente,
diventando piccole ranocchie che in silenzio e con calma osservano quanto
accade dentro e fuori di loro.
Terzo incontro: Le Emozioni
in Medea
Da qui si entra nel vivo della storia: abbiamo capito cosa sono le emozioni, a cosa
ci servono e come le proviamo; adesso si cerca di capire quali sono quelle più
pregnanti nella storia di Medea.
Qui è stato interessante ascoltare le chiave di lettura che
ciascuno ha dato alla storia: chi diceva Pietà, chi Rabbia, chi Malinconia, chi
Rancore, chi Tristezza…eccetera eccetera, perché ciascuno leggeva la storia a
modo suo, con la sua esperienza e se stesso.
Dopo un primo momento di confronto corale sulla storia di Medea,
con un esercizio di immaginazione guidata siamo tornati indietro nel tempo. Si
sono spente le luci, i ragazzi si sono sdraiati sui loro materassini, qualcuno
è rimasto seduto, qualcuno con gli occhi aperti e qualcun altro con gli occhi
chiusi
Siamo stati a Corinto, la Corinto di Medea. I ragazzi sono stati
invitati a visitare questa città e a parlare coi suoi abitanti, a guardarsi
intorno e a osservarne i colori, i sapori, i suoni, i rumori, i profumi.
Molti di loro hanno descritto poi una città in fiamme, distrutta,
lacerata e con la folla in tumulto. Qualcuno è riuscito ad entrare a palazzo e
a vedere Giasone e Glauce, Medea coi suoi figli.
Dopo questo esercizio siamo riusciti ad esaminare meglio e a
collegare fra loro le emozioni che muovevano la storia, emozioni di un solo
personaggio o provate da più d’uno, seppur per motivazioni differenti.
Alla fine abbiamo individuato le tre emozioni più pregnanti :
Pietà di Medea per i suoi figli (quella stessa pietà che la porterà ad ucciderli),
Superiorità provata da Medea nei confronti di Giasone e di Giasone nei
confronti di Medea e, infine, dopo una lunga indecisione tra Angoscia,
Malinconia e Rabbia, si è scelta la Rabbia come terza emozione.
Ciascuna di queste tre è stata scandagliata ed analizzata nello
specifico e tante voci hanno espresso la loro opinione.
Prima di salutarci, abbiamo proseguito con gli esercizi di mindfulness
per tornare a concentrarci su noi stessi. L’esercizio proposto questa volta si
chiamava “Pronto soccorso per sensazioni sgradevoli” e mirava a portare i
ragazzi a riflettere sul fatto che le emozioni negative sono transitorie e
passeggere, oltre che comuni a tutti, e, pertanto, è importante concentrarsi
sulle infinite possibilità di farvi fronte.
Quarto
incontro: Le Emozioni in Medea: Io e il Mio Personaggio
Ripreso velocemente quanto fatto la volta precedente, in
quest’ultimo incontro il gruppo è stato invitato a riflettere sulla connessione
tra loro stessi e il personaggio.
Ciascun interprete ha espresso dapprima i suoi pensieri e le sue
emozioni rispetto alla storia e poi ha provato a dire quali erano a suo parere
i pensieri e le emozioni del proprio personaggio.
Per farlo e per entrare maggiormente in contatto con il proprio
personaggio si è utilizzato un esercizio di immaginazione guidata dal titolo
“L’alleato interiore”.
Esso ha portato ciascuno ad avere una conversazione molto intima
con il proprio personaggio, offrendo la possibilità di conversare con lui e di
vederlo sotto un’altra luce.
Al termine abbiamo potuto osservare discrepanze tra quello che i
giovani interpreti pensavano e quello che invece i loro personaggi suggerivano
e provavano e queste conversazioni hanno dato come esito una maggior
comprensione della storia.
Abbiamo osservato alcuni corinzi che agivano seguendo la folla
senza pensare esattamente a cosa facevano, guidati dal timore di ritorsioni.
Abbiamo osservato Mermero e Fereto, riuscire a perdonare e giustificare la
madre, mentre i loro interpreti, inizialmente molto ostili a Medea, riuscivano
a vedere la situazione da un altro punto di vista.
Abbiamo osservato le varie sfaccettature di ogni personaggio, i
confini e le similitudini con gli interpreti, giungendo ad avere
sovrapposizioni ma anche grandi distanze.
Infine, ringraziando il gruppo per l’ottimo lavoro svolto, ci
siamo salutati con “Il segreto della stanza del cuore”, esercizio di
mindfulness che aveva come obiettivo il raggiungere la consapevolezza della
propria unicità e della presenza di un luogo fatto di gentilezza e amore all’interno
di loro stessi.
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