giovedì 29 dicembre 2016

IL LABORATORIO "LA MEDEA" DI AGNESE MASSARA

Quest'anno, per la prima volta, al laboratorio di teatro dell'I.C. Verjus di Oleggio (14 alunni dai 9 ai 12 anni) si è affiancato un laboratorio di quattro incontri tenuto dalla dott/ssa Agnese Masssara, psicologa e prossima psicopterapeuta, sulle EMOZIONI, con particolare riferimento alla vicenda e ai personaggi della Medea.
L'esito educativo del laboratorio lo potete verificare qui sotto ed è indiscutibilmente positivo. I ragazzi hanno affrontato tematiche particolari e difficili, di solito riservate al mondo adulto, ma se la sono cavata senza difficoltà.
Durante le prove risalta la loro consapevolezza e la totale comprensione del testo e delle sue implicazioni.
Spero di potere rinnovare, l'anno prossimo, una formula tanto proficua.  



Primo incontro: Cosa sono le Emozioni?

Il tema di questa prima giornata è stata la comprensione del concetto di emozione.  Attraverso un brainstorming si è cominciata l’esplorazione, ascoltando le idee che avevano i ragazzi.
“Può essere positiva o negativa\ si trova all’interno del corpo\  è la parte più importante\sono nel cuore”  sono state le espressioni da loro utilizzate per rispondere alla domanda “Cosa sono le emozioni?”

Ascoltate le loro riflessioni, siamo poi andati ad indagare delle espressioni che comunemente utilizziamo per parlare di emozioni, come ad esempio “Sono stanco morto. Mi sento molto eccitato. Toccavo il cielo con un dito”. Ai ragazzi è stato chiesto di definire quelle che loro utilizzano più spesso o sentono utilizzare.
Inquadrato questo, ci siamo domandati che cosa ci succede all’interno del corpo quando proviamo determinate emozioni.
Sono emersi nodi allo stomaco, palpitazioni, rossori, calore o freddo improvviso, blocchi e tremarelle.
Ciascuno ha detto la sua e abbiamo visto che quella che era la rappresentazione della paura o delle felicità per uno, non era la medesima per un altro.

Infine abbiamo fatto il “Mimo delle emozioni”: ciascuno ha scelto un’espressione o un’emozione tra quelle prima elencate, la abbiamo scritta e poi, ad estrazione, tutti si sono trovati a mimare con il resto del gruppo che doveva indovinare l’emozione raffigurata.
Questo ci è servito per comprendere come chi ci sta intorno talvolta riesce (oppure non riesce!) a comprendere quello che stiamo provando anche per mezzo della nostra mimica corporea  e facciale.

Questi primi momenti di riflessione  ci hanno consentito di comprendere come le emozioni siano una risposta a qualche cosa che ci accade, ad un qualche evento che ci porta a provare una determinata sensazione, la quale provoca reazioni e cambiamenti corporei, sensazione che ha con sé una parte di pensiero legata al come percepiamo e leggiamo la situazione e che tutto questo ci porta a  dare un nome all’emozione che stiamo provando.
Ci siamo lasciati accennando al fatto che ogni emozione abbia una sua funzione, argomento che avremmo approfondito la volta seguente.
Prima di salutarci, i ragazzi hanno cominciato ad approcciarsi ad un primo esercizio di mindfulness (con la quale avremmo chiuso ogni incontro).
Sdraiati sui loro tappetini, a luci spente ed occhi chiusi, sono stati invitati a concentrarsi sulla respirazione e sulle sensazioni presenti nel loro corpo: tensioni muscolari, formicolii, battito accelerato, fastidi o stati di calma e tranquillità.

 Secondo incontro: Il Diario delle Emozioni

Si inizia ricapitolando quanto ci siamo detti la volta precedente, aggiungendo che questa volta avremmo provato a cercare le funzioni delle emozioni.
Ci siamo chiesti a cosa servono Tristezza, Rabbia, Paura, Gioia, Dispiacere, Coraggio, Orgoglio, Amore, etc. abbiamo provato insieme a darne risposta e poi ci siamo approcciati al Diario delle Emozioni.
Abbiamo riflettuto sul fatto che la stessa emozione può essere provata con intensità differente a seconda della situazione e ci siamo quindi chiesti che cosa l’emozione provata ci portava a fare o dire.
Ciascuno ha dovuto quindi pensare ad una situazione, all’emozione provata e alla sua intensità, ai risvolti corporei dell’emozione (calore, formicolio, tensione muscolare, etc.), a quello che ci  ha portato a fare e dire e infine a quella che può essere stata l’utilità dell’emozione.

Il gruppo si è interrogato, i ragazzi hanno discusso tra loro osservando come le medesime situazioni li portavano a provare emozioni differenti.
E’ stato lasciato un compito, un Diario delle Emozioni da compilare giornalmente e da rivedere insieme la prossima volta.

Prima di salutarci, siamo stati calmi e attenti come ranocchie: l’esercizio di mindfulness proposto aveva questo titolo e lo scopo di cominciare ad imparare a prestare attenzione a se stessi e a come ci si sente, diventando piccole ranocchie che in silenzio e con calma osservano quanto accade dentro e fuori di loro.

 Terzo incontro: Le Emozioni in  Medea

Da qui si entra nel vivo della storia:  abbiamo capito cosa sono le emozioni, a cosa ci servono e come le proviamo; adesso si cerca di capire quali sono quelle più pregnanti nella storia di Medea.
Qui è stato interessante ascoltare le chiave di lettura che ciascuno ha dato alla storia: chi diceva Pietà, chi Rabbia, chi Malinconia, chi Rancore, chi Tristezza…eccetera eccetera, perché ciascuno leggeva la storia a modo suo, con la sua esperienza e se stesso.

Dopo un primo momento di confronto corale sulla storia di Medea, con un esercizio di immaginazione guidata siamo tornati indietro nel tempo. Si sono spente le luci, i ragazzi si sono sdraiati sui loro materassini, qualcuno è rimasto seduto, qualcuno con gli occhi aperti e qualcun altro con gli occhi chiusi

Siamo stati a Corinto, la Corinto di Medea. I ragazzi sono stati invitati a visitare questa città e a parlare coi suoi abitanti, a guardarsi intorno e a osservarne i colori, i sapori, i suoni, i rumori, i profumi.
Molti di loro hanno descritto poi una città in fiamme, distrutta, lacerata e con la folla in tumulto. Qualcuno è riuscito ad entrare a palazzo e a vedere Giasone e Glauce, Medea coi suoi figli.

Dopo questo esercizio siamo riusciti ad esaminare meglio e a collegare fra loro le emozioni che muovevano la storia, emozioni di un solo personaggio o provate da più d’uno, seppur per motivazioni differenti.
Alla fine abbiamo individuato le tre emozioni più pregnanti : Pietà di Medea per i suoi figli (quella stessa pietà che la porterà ad ucciderli), Superiorità provata da Medea nei confronti di Giasone e di Giasone nei confronti di Medea e, infine, dopo una lunga indecisione tra Angoscia, Malinconia e Rabbia, si è scelta la Rabbia come terza emozione.
Ciascuna di queste tre è stata scandagliata ed analizzata nello specifico e tante voci hanno espresso la loro opinione.

Prima di salutarci, abbiamo proseguito con gli esercizi di mindfulness per tornare a concentrarci su noi stessi. L’esercizio proposto questa volta si chiamava “Pronto soccorso per sensazioni sgradevoli” e mirava a portare i ragazzi a riflettere sul fatto che le emozioni negative sono transitorie e passeggere, oltre che comuni a tutti, e, pertanto, è importante concentrarsi sulle infinite possibilità di farvi fronte.

 Quarto incontro: Le Emozioni in Medea: Io e il Mio Personaggio

Ripreso velocemente quanto fatto la volta precedente, in quest’ultimo incontro il gruppo è stato invitato a riflettere sulla connessione tra loro stessi e il personaggio.
Ciascun interprete ha espresso dapprima i suoi pensieri e le sue emozioni rispetto alla storia e poi ha provato a dire quali erano a suo parere i pensieri e le emozioni del proprio personaggio.

Per farlo e per entrare maggiormente in contatto con il proprio personaggio si è utilizzato un esercizio di immaginazione guidata dal titolo “L’alleato interiore”.
Esso ha portato ciascuno ad avere una conversazione molto intima con il proprio personaggio, offrendo la possibilità di conversare con lui e di vederlo sotto un’altra luce.

Al termine abbiamo potuto osservare discrepanze tra quello che i giovani interpreti pensavano e quello che invece i loro personaggi suggerivano e provavano e queste conversazioni hanno dato come esito una maggior comprensione della storia.
Abbiamo osservato alcuni corinzi che agivano seguendo la folla senza pensare esattamente a cosa facevano, guidati dal timore di ritorsioni. Abbiamo osservato Mermero e Fereto, riuscire a perdonare e giustificare la madre, mentre i loro interpreti, inizialmente molto ostili a Medea, riuscivano a vedere la situazione da un altro punto di vista.

Abbiamo osservato le varie sfaccettature di ogni personaggio, i confini e le similitudini con gli interpreti, giungendo ad avere sovrapposizioni ma anche grandi distanze.


Infine, ringraziando il gruppo per l’ottimo lavoro svolto, ci siamo salutati con “Il segreto della stanza del cuore”, esercizio di mindfulness che aveva come obiettivo il raggiungere la consapevolezza della propria unicità e della presenza di un luogo fatto di gentilezza e amore all’interno di loro stessi.

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