mercoledì 30 luglio 2008

IL CAVALIERE OSCURO


Sono appena tornato dal cinema. Leggo qualche recensione in internet. Ci si domanda se non sia Il Miglior Film Di Tutti I Tempi. Un giovane nel suo blog spasima in orgasmo e sceglie parole altisonanti di una retorica stomachevole. Io sono la voce stonata. Ho riscontrato una sceneggiatura da telefilm. Non do giudizi su regia e colonna sonora. Solo sulla storia. Una americanata. C'è lo psicopatico che compie crimini senza motivazione e bisogna friggerlo sulla sedia elettrica, perché lui è il male. C'è il supereroe che non è più nemmeno eroe, perchè la gente lo vuole cattivo in modo da poterlo odiare, pur riconoscendo quanto sia in gamba a fermare i criminali e a salvare la città, ma ahimé lo fa senza rispettare la legge! Ci sono poi drammi da telenovela, tragedie fasulle e ridicole, profili psicologici che neanche nei fumetti sono tanto scempiati... Ma non m'interessa un'analisi critica, non ne sono nemmeno capace.
Quella che mi è davvero mancata durante la visione è stata l'immaginazione. La cara vecchia immaginazione che se la ride di confini e limiti, di razionalismi e manuali, e ci trasporta in universi coerenti al proprio interno nei quali lo stupore è in agguato, la sorpresa è dietro ogni angolo, la meraviglia ci prende per mano. Dov'è il magico Batman di architetture oniriche? Dov'è il sogno di volteggiare al di sopra delle miserie umane, con lo sguardo limpido che supera la ristrettezza degli orizzonti?
Quella che non mi è mancata è stata certo la violenza. Eccessiva e ancora una volta voluta come segno stilistico. Non a scopo socialmente educativo. Al contrario. Violenza è distinzione intellettuale. Ti mostro com'è profondo il mio pensiero e te lo mostro fracassando teste e spargendo sangue. Non perché il mondo è così, ma perché voglio che così diventi, se già non lo è. Armi, distruzioni, torture, violenza violenza violenza gratuita e compiaciuta.
Addio, fumetto. Addio, eroe. Addio, sogno. Largo all'incubo. Ma non di quelli di classe, di orrore visionario, gotici. Quest'incubo è la banalizzazione dell'aggressione mortale, quando qualcuno muore davvero, quando qualcuno spara o accoltella davvero. E non ha la maschera di Joker, non ha maschera.

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