Il deficit italiano tornerà quest'anno ben al di sopra del 3%. Dopo aver chiuso il 2008 al 2,8%, nel 2009 schizzerà al 3,8%, con un miglioramento minimo nel 2010 al 3,7%. Queste le nuove stime della Commissione europea.Nel 2009 la posizione competitiva dell'Italia non migliorerà, e la perdita di posti di lavoro è attesa in aumento, con un significativo incremento del tasso di
disoccupazione.
Questa è la recessione economica. In qualche anno è possibile tirarsene fuori. Certo, ci vogliono capacità e buona volontà da parte di politici, imprenditori e lavoratori. I politici, gli imprenditori e i lavoratori hanno capacità e buona volontà? Che cosa aspettano a dimostrarlo?
Ci vorrà molto più di qualche anno per risolvere la recessione in altri ambiti.
Anzitutto, quella morale. Non parlo dell’ipocrisia dei bacchettoni e dei fanatici religiosi, ma del corretto, sensibile e solidale comportamento tra esseri umani. Gli italiani ammazzano, truffano, violentano e poi accusano gli stranieri di essere tutti delinquenti.
Sono gli stranieri che uccidono in nome delle varie mafie? Sono loro che mandano a picco la compagnia aerea per poi svenderla? Sono loro i responsabili di scandali finanziari a non finire? Sono loro che siedono in parlamento e gestiscono associazioni per delinquere?
Gli italiani si chiudono nel proprio egoismo, provvedono solo a se stessi: immagine, lusso, carriera. Sono volgari quanto la loro televisione, stupidi quanto le persone che ammirano e votano. Riducono la propria vita a un gossip demenziale, idolatrando biechi personaggi televisivi che si nutrono di spazzatura. Hanno la mentalità ristretta del più tristo paesano d’osteria, quello che picchiava la moglie, massacrava la selvaggina, derubava il vicino, buttava fuori di casa il parente povero, un vero macho che magari violentava i figli insegnando loro il rispetto della triade dio, patria e famiglia.
Recessione economica, morale… e la scuola, non è recessione, questa? Non si va verso una scuola impoverita, privata delle risorse, avente come obiettivo quello di contraddire se stessa negando educazione e istruzione, chiudendo le menti anziché aprirle?
Recessione intellettuale. Recessione artistica. Impoverimento delle potenzialità del genio italiano, che potrebbe risultare sgradito a chi intelligenza e arte disprezza perché il potere non ne ha bisogno.
Recessione religiosa. Non mi interessa più di tanto, ma dove sono il dialogo, la comprensione, la carità?
Recessione generazionale. I bambini italiani seguono esempi deleteri. Impigriscono e ingrassano. Scimmiottano. Spengono la mente. Si avviano a diventare giovani cinici egocentrici e irresponsabili.
In tempi di recessione, diminuisce il numero di chi gode comunque del benessere. I pochi privilegiati vedono aumentare in modo esponenziale potere e ricchezza. La bilancia non mente: se mettiamo uno di loro su un piatto, dobbiamo mettere centomila morti di fame sull’altro.
Ecco l’Italia dei paperoni, degli dei in terra, quasi sempre privi di qualità divine, ricchi solo di fortuna e disonestà.
Ecco l’Italia dei film campioni d’incasso, sentimentali e pretenziosi, brutti e stupidi, retorici e inutili. L’Italia degli sceneggiati su papi e santi, eroi e mistificati personaggi storici. L’Italia delle barzellette che sostituiscono i libri, delle canzonette al posto della musica, del cabaret di bassa qualità che uccide il teatro.
L’Italia, a tutto questo, sembra rispondere con una bella risata grassa.
Se questa recessione onnivora porta via soldi, lavoro, tempo libero, pensiero e dignità, basta accendere la televisione per ricevere messaggi incoraggianti: non è vero niente, è tutta disinformazione, siamo un grande paese, non siamo mai stati così grandi.
Nuota, Italia, nuota, perché nessuno ti lancia il salvagente.
disoccupazione.
Questa è la recessione economica. In qualche anno è possibile tirarsene fuori. Certo, ci vogliono capacità e buona volontà da parte di politici, imprenditori e lavoratori. I politici, gli imprenditori e i lavoratori hanno capacità e buona volontà? Che cosa aspettano a dimostrarlo?
Ci vorrà molto più di qualche anno per risolvere la recessione in altri ambiti.
Anzitutto, quella morale. Non parlo dell’ipocrisia dei bacchettoni e dei fanatici religiosi, ma del corretto, sensibile e solidale comportamento tra esseri umani. Gli italiani ammazzano, truffano, violentano e poi accusano gli stranieri di essere tutti delinquenti.
Sono gli stranieri che uccidono in nome delle varie mafie? Sono loro che mandano a picco la compagnia aerea per poi svenderla? Sono loro i responsabili di scandali finanziari a non finire? Sono loro che siedono in parlamento e gestiscono associazioni per delinquere?
Gli italiani si chiudono nel proprio egoismo, provvedono solo a se stessi: immagine, lusso, carriera. Sono volgari quanto la loro televisione, stupidi quanto le persone che ammirano e votano. Riducono la propria vita a un gossip demenziale, idolatrando biechi personaggi televisivi che si nutrono di spazzatura. Hanno la mentalità ristretta del più tristo paesano d’osteria, quello che picchiava la moglie, massacrava la selvaggina, derubava il vicino, buttava fuori di casa il parente povero, un vero macho che magari violentava i figli insegnando loro il rispetto della triade dio, patria e famiglia.
Recessione economica, morale… e la scuola, non è recessione, questa? Non si va verso una scuola impoverita, privata delle risorse, avente come obiettivo quello di contraddire se stessa negando educazione e istruzione, chiudendo le menti anziché aprirle?
Recessione intellettuale. Recessione artistica. Impoverimento delle potenzialità del genio italiano, che potrebbe risultare sgradito a chi intelligenza e arte disprezza perché il potere non ne ha bisogno.
Recessione religiosa. Non mi interessa più di tanto, ma dove sono il dialogo, la comprensione, la carità?
Recessione generazionale. I bambini italiani seguono esempi deleteri. Impigriscono e ingrassano. Scimmiottano. Spengono la mente. Si avviano a diventare giovani cinici egocentrici e irresponsabili.
In tempi di recessione, diminuisce il numero di chi gode comunque del benessere. I pochi privilegiati vedono aumentare in modo esponenziale potere e ricchezza. La bilancia non mente: se mettiamo uno di loro su un piatto, dobbiamo mettere centomila morti di fame sull’altro.
Ecco l’Italia dei paperoni, degli dei in terra, quasi sempre privi di qualità divine, ricchi solo di fortuna e disonestà.
Ecco l’Italia dei film campioni d’incasso, sentimentali e pretenziosi, brutti e stupidi, retorici e inutili. L’Italia degli sceneggiati su papi e santi, eroi e mistificati personaggi storici. L’Italia delle barzellette che sostituiscono i libri, delle canzonette al posto della musica, del cabaret di bassa qualità che uccide il teatro.
L’Italia, a tutto questo, sembra rispondere con una bella risata grassa.
Se questa recessione onnivora porta via soldi, lavoro, tempo libero, pensiero e dignità, basta accendere la televisione per ricevere messaggi incoraggianti: non è vero niente, è tutta disinformazione, siamo un grande paese, non siamo mai stati così grandi.
Nuota, Italia, nuota, perché nessuno ti lancia il salvagente.
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