DISCORSO
DI STEFANO DELLA BOETIE
1531-1563
DELLA SCHIAVITÙ VOLONTARIA
o
IL CONTRA UNO
tradotto
nell'italiano idioma
da Cesare Paribelli
IN NAPOLI
ANNO SETTIMO REPUBLICANO
Miserabili e sciagurate genti, popoli insensati, nazioni ostinate nel proprio male, e cieche ai propri vantaggi, voi vi lasciate involare davanti agli occhi la migliore, e la più sicura porzione delle vostre rendite, saccheggiare i vostri campi, dirubare le vostre case, e spogliarle dalle paterne, ed avite suppellettili voi vivete in un modo tale da poter dire, che nulla vi appartiene, e sembrerebbe, ch’ormai fosse per voi gran ventura il disporre per metà de’ vostri beni, delle vostre famiglie, e delle vostre vite.
E tutto codesto guasto, tutte codeste sciagure, tutta codesta ruina vi deriva non già dai nemici, ma ben certamente da un inimico, da quello stesso, che voi faceste sì grande com’egli è, pel quale voi andate intrepidamente alla guerra, per la di cui grandezza vi fate pregio di sacrificare le vostre stesse persone alla morte.
Colui, che sì dispoticamente vi tiranneggia non ha più di due occhi non ha più di due mani, non ha che un sol corpo, nè è fornito di verun’altra cosa di più dell’ultimo e più vile uomicciattolo delle innumerabiti vostre Città. Se non che egli solo ha più di voi tutti la superiorità, che voi già avete accordata per distruggervi. D’onde ha egli preso tanti occhi per ispiarvi, se voi non glieli aveste prestati? Come trovasi egli tante mani per battervi, se prese non le avesse tra di voi? I piedi, coi quali egli calpesta le vostre città d’onde gli sono essi venuti se non sono i vostri? In qual modo esercita egli alcun potere su di voi se non per opera di voi medesimi? Come oserebb’egli assalirvi se non fosse di concerto con voi stessi? Che potrebb’egli farvi, se voi non foste i ricettatori del ladrone, che vi saccheggia, complici dell’assassino, che vi uccide, e traditori di voi medesimi?
Voi seminate le vostre biade, perch’egli dia loro il guasto; voi ammobiliate, e riempiete le vostre case per fornire alle di lui rapine. Voi nudrite le vostre figliuole affinch’egli abbia onde saziare la propria libidine. Voi allevate i vostri figliuoli, perch’egli al meglio andare gli conduca seco nelle sue guerre, li strascini al macello, li renda i ministri della propria cupidigia, gli esecutori delle sue vendette. Voi spossate nelle fatiche le vostre persone, perch’egli possa vezzeggiarsi nelle delizie, e guazzare ne’ suoi immondi, e brutali piaceri. Voi v’infiacchite, affine di renderlo più vigoroso, e forte per tenervi più corta la briglia. E pure sarebbe in vostra mano di sottrarvi da tante indegnità, che le stesse bestie, o non proverebbero, o certamente non tollererebbero, non dirò già se v’attentaste di liberarvene, ma soltanto di volerlo.
Siate determinati di non voler più servire ed eccovi liberi. Io non pretendo già che voi lo scuotiate, nè che il respingiate, basta soltanto, che cessiate di sostenerlo, e lo vedrete tosto a guisa d’un gran colosso, cui vien sottratta la base, precipitare, e spezzarsi sotto il proprio peso.
(Edizione di riferimento
Della schiavitù volontaria o il Contra Uno, Discorso di Stefano Boètie, tradotto nell’italiano idioma da Cesare Paribelli, Napoli Anno settimo repubblicano.
Edizione elettronica di riferimento
Gallica.bnf.fr)