martedì 16 giugno 2009

POESIA VENTOTTO




Fidati di me, disse l’uomo, ti fidi di me?
Dici cose strane, cose terribili.
Fidati di me, come io mi sono fidato di lui
così tu fidati di noi, d’altronde tu sai chi è lui.
Dici cose terribili, che mi spaventano.
Fidati, lo dice lui.
Devo mentire anche a mio figlio?
Sempre, se ne trai vantaggio, anche a te stesso.
Devo dunque ingannare mia moglie?
Tutti ingannano tutti, tu fallo per primo, e ne trarrai
vantaggio.
Fingermi amico e solidale? Fingermi comprensivo e promettere
tutto il mio aiuto?
Sempre, prometti sempre, qualunque cosa.
Cose terribili.
Fidati di lui.
Accusare mio figlio? Svergognare mia moglie?
Chiunque, se ti è di ostacolo. Tu bada solo
alla tua convenienza.
Pugnalare alle spalle è terribile.
Fidati.
Devo odiare? Considerare gli altri burattini
da manovrare a mio piacimento? Disprezzare? E staccare la testa a chi
a chi si oppone? E vedere me stesso lassù, in cima al mondo, un dio?
Fidati di lui, che già sta lassù.
E comandare isterico se cade una foglia che io non voglia? Così
così devo diventare, un dio folle?
Fidati di noi.
E poi io, tu, lui… che cosa faremo lassù, ci sbraneremo? E loro
quaggiù, loro…
Fidati, loro non contano niente.

2 commenti:

Dadda ha detto...

STUPENDA !!!!
Un abbraccio grande!
Dadda.

Aquilino ha detto...

grazie, ricambio l'abbraccio
aquilino