Dopo Genova l'autostrada è una danza sinuosa in un paesaggio sempre più fascinoso. Raggiungiamo Magliano cinto dalle mura trecentesche, depositiamo i bagagli nella suite della Locanda delle Mura, due camere+due bagni+soggiorno di fronte alla porta di San Martino e facciamo una lunga passeggiata fino alle rovine del monastero di San Bruzio, solitarie nella campagna. Torniamo che fa buio, ma facciamo in tempo a vedere l'olivo della strega. "Domani andate a vedere gli altri" ci dice un signore gentile. Al mattino rivediamo con piacere la spiaggia di Marina di Alberese, un luogo primordiale, di contemplazione e respiro, di pace interiore e ascolto dell'onda. Ecco, l'arte. Ecco come vorrei scrivere e fare teatro. Con questi colori e queste forme, con questi suoni e queste seduzioni. Scrivere come cercare il significato delle voci della natura, nel tempo e nello spazio. Fare un teatro che non si esaurisca nell'attualità, ma che rubi la bellezza e i misteri alle forme delle cose naufragate sulla spiaggia. Una scrittura di segni come questi sulla rena; e come le movenze degli uccelli, delle fronde e dei riflessi sulla battigia. Tutti i significati sono qui. E tutte le estetiche. E tutti gli dei. Che prima di salutarci ci fanno un regalo: una ghiandaia marina dai colori elettrici.
Ci spostiamo a Porto Ercole, mangiamo con una bella vista sul porto: riso lla marinara che invece è una minestra stracotta con un tentacolo e due cozze; e qualcosa sulla piastra che non so se sia plastica o cartone. Meglio prendere le distanze dalla civiltà. Camminiamo per ore sul tombolo della Feniglia, riserva naturale. Ci arrivano zaffate selvatiche di cinghiale, ma non vediamo nemmeno i daini.
La sera assistiamo alla proiezione del filmato realizzato dalla classe terza media di Magliano sul mio racconto "Fallo di cuore" inserito in "Passsione pallone". La targa ricordo, le piacevoli conversazioni con l'assessore e con la bibliotecaria, i pasticcini... e su Magliano cala un silenzio ancestrale: sono tutti tranquilli, dentro le mura.
Al mattino andiamo a cercare gli olivi millenari degli Etruschi in un fondo privato con ingresso libero: un'emozione forte. Facciamo vela verso Capalbio, visitiamo la cittadina, ci godiamo la campagna grossetana. Raggiungiamo il "Giardino dei tarocchi" di Niki de Saint Phalle, ma purtroppo apre solo al pomeriggio. Una sosta ad Ansedonia, le rovine della villa romana. Saliamo sopra la tagliata etrusca, il cielo nuvoloso ci regala un panorama di colori intensi. Torniamo a Magliano per un pranzo come si deve, dall'antipasto al dolce, all'osteria Poventa.
E poi a casa.
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