PROSA
Ho iniziato una nuova storia con Albino Guidi, il protagonista di "L'Oscuro". S'intitola "L'Occulta" e tratta della mia esperienza di teatro amatoriale. Ad Albino, negli anni, si presenta una donna bellissima che ogni volta assume un'identità diversa, ora giocosa ora tragica. E' una donna personaggio e con lei si scontrano i velleitari e presuntuosi interpreti da filodrammatica. Il suo ruolo? Recitare la verità e svelare l'ipocrisia.
TEATRO
Ho scritto "La vita dell'elfo", il fantasy per la Quinta Elementare Verjus, sequel di "Gli occhi del drago" che scriverò a settembre quando potrò conoscere i dodici iscritti di prima media al corso di teatro. Magari in questi due mesi lo abbozzo.
Devo scrivere "L'Arlechin ladro de do paroni", la nuova commedia per il Teatro dei Passseri. Ho già il canovaccio provvisorio: da Rosina vanno a lamentarsi Arlechin (ha fame), Zanni (fa il locandiere, mangia troppo), Marianna (il marito Pantalone la tradisce con Isabella) e Flavia perché il padre Pantalone la vuole sposare al nobile e ricco Tartaglia che è in cerca di moglie, mentre lei ama Florindo. Florindo ha una cotta per la cortigiana Isabella, ma vorrebbe sposare Flavia per interesse. Di Flavia è innamorato sincero Lindoro, figlio del dottor Balzano con cui Pantalone non intende imparentarsi perché l’ha curato male. Lindoro si traveste da donna, Angelica, e si fa assumere come dama di compagnia per Flavia, in modo da corteggiarla. Colombina combina un pasticcio: le rose per Isabella le porta a Flavia, che si illude. Florindo le comanda di portare un biglietto a Isabella per darle appuntamento. Istigata da Rosina, Colombina fa in modo che da Isabella si trovino Florindo, Pantalone, Marianna e Flavia. Zanni dà un consiglio ad Arlechin: mettiti a servizio e poi deruba il padrone. Arlechin fa il furbo e si mette al servizio di due padroni, Pantalone e Tartaglia, con l’intento di svuotare le loro dispense. Gli intrighi amorosi si svelano, Arlechin si mette in guai sempre più grossi… ma alla fine lui e Colombina si giureranno amore eterno.
Marta mi telefona e mi racconta di una rassegna a Monza su donne famose nell'arte e nella scienza. Presenterà l'Artemisia, ma vorrebbe fare una seconda serata. Scriverò quindi un monologo su Cristina Trivulzio Belgioioso ((Milano, 28 giugno 1808 – Milano, 5 luglio 1871).
Poi, ma avrò tempo fino a dicembre, scriverò il testo per lo spettacolo della scuola per l'infanzia Il Girotondo di Castelletto Ticino, come tutti gli anni. E infine c'è stato un contatto per fare uno spettacolo con i ragazzi del C.I.S.A.S. (Consorzio Intercomunale Servizi Socio Assistenziali), ma è solo un'ipotesi. Non voglio avere troppo da fare e farlo poi male.
Non devo scrivere il nuovo testo per CACAO, la filodrammatica di Oleggio. Regista e protagonista si sono ritirati per disaccordo e toccherà a me portare a termine l'allestimento. Prevedo di andare in scena a febbraio con "Allegri, gente... che disgrazia!", la storia della maschera di paese, il Pirin, tra i maneggi di Bernabò Visconti e quelli delle "potenze" italiane nel 1363.
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