G. Duby, "I peccati delle donne nel Medioevo", Laterza. Si legge con piacere. Dal De amore di Andrea Cappellano, uomo di Chiesa, 1186: "Per i villani l'amore non si distingue dalla fatica, dall'aratura: lo fanno come le bestie. Amare onestamente esige tempo libero, l'otium, e quelle grazie del corpo che il lavoro fisico annienta e delle quali detengono il privilegio gli uomini che non hanno niente da fare se non giocare. Se sono attratti da qualche donna del popolo, ne traggano pure piacere di sfuggita, ma senza preliminari, senza monovre di avvicinamento: non lo meritano. Se trovi l'occasione favorevole, non esitare a soddisfare il tuo desiderio, prendile con la forza. Si devono tollerare simili esuberanze nei maschi: sono fatti così! I preti, come ben si sa, corrono dietro alle sottane; l'uomo di qualità non disdegna l'amore violento, bestiale, quello che fanno i contadini." In conclusione: i nobili sono più belli e possono stuprare quanto gli pare, con la benedizione della Chiesa.
R. Cotroneo, "Otranto", Mondadori. Mi spiace, non mi prende, troppo letterario.
R. Hobb, "La nave della magia", Fanucci. Ahi ahi ahi, che delusione. dopo le meraviglie del ciclo dell'assassino di corte, la Hobb non sembra più la stessa scrittrice. Libri redazionali? Scritti in fretta per accontentare la casa editrice?
N. Novello, "Da Caino a Hitler - il diavolo", Parole per sempre. Un'antologia simpatica.
Camilleri-Cazotte, "Il diavolo tentatore innamorato", Donzelli. Camilleri butta giù una storia poco curata. Peccato che abbia questa frenesia di pubblicare a ritmi vertiginosi.
J. Deaver, "La finestra rotta", Rizzoli. Dopo anni che non ne leggevo più, sono tornato a un thriller per godermi il sole del giardino. A metà ero già abbastanza annoiato.
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