mercoledì 11 novembre 2009

VERGINELLA





Arriviamo a Milano verso le diciotto e trenta. Parcheggiamo a Lampugnano, prendiamo la metro, scendiamo a Cairoli, ci fermiamo nel Remainder's e io compro un dizionario etimologico, un dizionario dei nomi e un dizionario dell'antica grecia (il mese prossimo comincerò a scrivere "Dei miti"); rimetto giù altri libri per non avere un peso eccessivo, rimando l'acquisto ai prossimi giorni, perché immagino che dovrò tornare per altre repliche. Andiamo al Filodrammatici a salutare gli amici. Ci sono anche Marta e sua madre e giovani universitari che danno una mano. Stanno provando. Due parole con Stefano e torniamo alla caccia di libri, alla Rizzoli in galleria. Poi torniamo in teatro e prendiamo posto. La platea si riempie. Saluto Alessandro di Teatroteatro, Lanfranco del Piccolo... Le luci si spengono. Arrivano Verginella, la madre e lo zio. Sulla scena due panche accostate fanno una croce... sembra una sacra reappresentazione. Per un'ora e venti il pubblico assiste in un silenzio spesso teso, perché ciò che si racconta colpisce forte e lascia il segno. Gli applausi, alla fine, sono lunghi, poderosi, liberatori. Tutti si fermano per un incontro con Lupusagnus, tutti hanno voglia di liberarsi del fantasma di una bambina abusata e vogliono parlare e parlare... Conosco il prof. Paolo Bosisio che insegna storia del teatro alla statale, è entusiasta. Congratulazioni, abbracci, strette di mano... ma si è fatto tardi, la metropolitana chiude, noi dobbiamo tornare a Lampugnano. L'aria si è fatta più tiepida, la notte è tranquilla, si ritorna commentando la serata. Tommaso, Marta e Annamaria sono stati... sono stati davvero grandi attori, davvero grandi. E Stefano ha curato una regia di una sensibilità straordinaria, che regala emozioni su emozioni.

Grazie a tutti.
L'intervista a Stefano su Radio Popolare.

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