Ieri sera l'ho visto. Effetti 3D affascinanti, ma calibrati con discrezione, senza le sparate dei film di animazione che alla lunga stressano gli occhi. Magnifico. Una magia visiva, un viaggio virtuale che appaga, un incanto continuo, un esempio per la filmografia del futuro (meno che per quella italiana, dove insisteranno con le commediole scipite e scimunite e con le cronache piccolo borghesi che tanto piacciono a un popolo di piccolo borghesi in suv e con cane feroce e cellulare al posto del cervello). La storia? Sembra la solita, e invece è un poco più coraggiosa delle altre: condanna dell'imperialismo (sconfitto e umiliato!), condanna della violenza, esaltazione della natura e del pacifismo...
Un film in cui il panteismo è esplicito, la logica politico-religiosa occidentale di va e conquista e massacra è sconfessata, la resurrezione è un processo legato all'energia universale e non un'opzione divina, il rapporto con la natura (per niente disneyana, natura focosa e feroce) è dionisiaco... certo non piace ai bigotti integralisti di casa nostra.
Tra le tante, scelgo la recensione di Don Antonio Mazzi, un prete massmediale tra tivù e internet e ora anche cinema:
"Avatar è sconvolgente: non portateci i bambini...
... in questo caso non credo che la parola censura e divieto sia sufficiente. Non mi accontento dell'Associazione dei Genitori Italiani. Troppo poco. La qualità dell'approccio è sconvolgente e immorale. Lascia tutti, grandi e piccoli travolti dai fatti. Trasformano un disabile in onnipotente, un mondo irreale in reale, con la terza dimensione che ti catapulta violentemente tra i protagonisti dell'assurda vicenda. Siamo totalmente indifesi da questi tipi di aggressioni. Portano troppo vicina a noi la fantascienza, tanto da scavalcare a piè pari questo mondo di cartapesta nel quale fatichiamo a vivere ... L'impianto psicologico dei nostri figli (e nostro) è fragile e disarmato. Non sconvolgiamolo di più."
Letta la recensione, viene voglia di vedere il film, vero?
ALLEGRI, GENTE... CHE DISGRAZIA! TEATRO COMUNALE di OLEGGIO giovedì 11 febbraio ore 21.00 ingresso libero
Da molti anni scrivo i testi per una compagnia inconsueta, Cacao. L'allestimento dell'anno scorso è stato sospeso a causa del ritiro del protagonista e del regista. Mi è stato chiesto di dare una mano. Un gruppo così eterogeneo (bambini, anziani, disabili, giovani...) presenta numerose difficoltà: le battute vanno conteggiate a seconda degli interpreti (né troppe né troppo poche) e il testo ne risente; c'è chi fatica a memorizzare, chi è statico, chi stenta a farsi sentire e chi invece enfatizza... Ma grazie a costanza ed entusiasmo si è arrivati al traguardo.
DAL PROGRAMMA DI SALA
Nel1983 un gruppo di giovani oleggesisi organizzò per fare teatro. Il titolo della commedia? Proprio “Allegri, gente… che disgrazia!”, che ora viene riproposta interamente riscritta.
La compagnia ebbe durata breve, ma il seme era stato gettato. Da allora di teatro a Oleggio se n’è visto tanto: bambini delle scuole elementari e medie, giovanissimi, diversamente abili, anziani del centro d’incontro… decine e decine di spettacoli prodotti in loco.
Le prime esperienze teatrali del Centro d’Incontro risalgono alla fine degli anni Ottanta. Da allora si sono succeduti animatori e registi e il gruppo originario di soli anziani si è evoluto in un gruppo misto che accoglie… tutti, ma davvero tutti.
La compagnia “Cacao” è probabilmente unica nel suo genere. Attualmente è costituita da ventun persone dai nove agli ottantatré anni. Le difficoltà che tale compagine presenta sono notevoli, a partire dalla stesura del testo fino alla sua memorizzazione e alla resa espressiva. Tuttavia, anche quest’anno si è riusciti nell’impresa di mettere in scena un’opera piuttosto complessa.
È innegabile come questo gruppo di teatro rappresenti una festatra età ed esperienze molto diverse.
Occuparsi di recitazione diventa quindi un’occasione d’incontri straordinari, in un mondo massificato dove i rapporti si fanno sempre più superficiali.
Cacao, in conclusione, non è solo teatro.
È un esempio, un’occasione, una risorsa da preservare.
L'ALLESTIMENTO
Le vicende legate al Pirin, la maschera di Oleggio, sono liberamente interpretate a partire dalla leggenda che racconta come il popolano avesse tentato di eliminare il tiranno Bernabò Visconti con un piatto di “tapitt”, tipici dolcetti di carnevale, avvelenati.
S’immagina che l’azione si svolga nel febbraio del 1363, quando il legato papale Adelmoz (deformazione di Albornoz, il cardinale morto invece nel 1367) viene assassinato proprio sulla soglia della casa del Pirin, che viene arrestato e condannato a morte.
Rimangono sullo sfondo gli intrighi politici tra il ducato di Milano, lo Stato della Chiesa e la Repubblica di Venezia. Il pubblico è invece invitato a seguire le vicissitudini legate all’arresto del Pirin.
La scena si anima di figure del borgo, dall’ortolana alla masca, dalla panettiera alle mogli di commercianti e artigiani; e anche di figure della nobiltà, responsabili o vittime di complotti e tradimenti.
La scenografia è volutamente astratta: pannelli che sottolineano l’atmosfera dell’ambientazione (realizzati da Gianna Cannaos), alcune pedane di legno e pochi oggetti.
L’attenzione si concentra quindi sui costumi forniti dal Comitato della Corsa della Torta, fedeli copie degli originali del ’300.
Le musiche sono di autori dei secoli Diciassettesimo e Diciottesimo: Purcell, Vivaldi, Zelenka.
PERSONAGGI e INTERPRETI
PIRIN - Antonio Cutri
MAIN - Lorena Girotti
GIANGI, figlio di Main e Pirin - Ario Germanino
FLORIA, figlia di Main e Pirin - Marzia Stracuzzi
GILDA, figlia di Main e Pirin - Sofia Manfredino
CLOTILDE, amica di Main - Silvia Valentini
GISELLA, amica di Main - Anna Montalbetti
ROMILDA, panettiera - Mariuccia Zanaboni
AURORA, agiata borghese - Mariuccia Brustia
GERTRUDE, agiata borghese - Ileana Corradi
FOSCA, ortolana - Franca Salvato
BERNABO', duca - Giancarlo Lodigiani
BEATRICE, moglie di Bernabò - Ileana Fusco
RODOLFO, figlio illegittimo di Bernabò - Danilo Abbienti
ISOTTA, figlia di Beatrice e Bernabò - Federica Fusco
VALENTINA, figlia illegittima di Bernabò - Stella Fusco
CAROLINA, dama di Beatrice - Khrissel Artusa
CAPITANO - Francesco Gentile
SERGENTE - Mario Boci
SAFIRIA, masca - Doriana Massarotto
MARGAROTA, assistente della masca - Elena Bottiani