sabato 23 gennaio 2010

POESIA VENTINOVE


Signor ministro di dio e lei ministro del popolo
e voi pure, ministri di chicchessia
ovunque e sempre comunque padroni
di corpi e di animi, a voi tutti che mi state sopra
incombenti avvoltoi fruitori
di carne morta, a voi biechi
mediocri meschini invasori di pensieri,
a voi sottili cultori d’ipocrisia
assertori falsi dell’univoca verità del vantaggio vostro,
a voi razziatori facili all’eccidio allegro
fautore di interessi su accumuli in terra
equivalenti a punti nel paradiso inventato,
a voi stelle dello scandalo
a voi musi svergognati
a voi principi del male
rivolgo un invito -
voi che le briglie della storia strette in pugno
la conducete in percorsi contorti
fino a negarla, degradata ad aneddoto
immensa menzogna,
voi che vi siete posti sulla testa una corona una
rivelazione soprannaturale contro tutte le evidenze,
voi che siete già monumenti a voi stessi, d’oro e di pietra,
di bronzo e di carta, ma non di carne,
non di mente,
non di cuore -
ascoltate: io non sono carne morta,
avvoltoi state lontani da me.

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