giovedì 13 maggio 2010

UN CUCULO IN GIARDINO


A male singing, perched on a dead tree | the Internet Bird Collection

Mi si è insediato in giardino: cucù... cucù... cucù...

Da http://www.naturamediterraneo.com/cuculo/

Si alimenta di numerose specie di insetti, molti bruchi pelosi scartati da altri uccelli (processionarie), nonché ragni, molluschi, vermi e qualche vegetale.
I cuculi sono ben noti per la loro strana abitudine di essere dei parassiti dei nidi altrui. Infatti la femmina colloca da maggio a luglio un uovo per volta, a giorni alterni, poiché ciascun individuo è parassita di una sola specie, nei nidi di altre specie di uccelli (circa cinquanta), soprattutto di capinere, forapaglie, ballerine ed averle; le uova deposte assomigliano spesso per dimensioni e colore alle uova dei genitori adottivi. Il cuculo depone complessivamente 15-20 uova (di colore variabile dal bluastro al verdastro, con maculazioni varie) che si schiudono dopo 12 giorni e mezzo, i giovani cuculi nascono perciò contemporaneamente o addirittura prima dei compagni di nido.
Con un impulso istintivo i nuovi nati spingono fuori dal nido le uova o la prole dei genitori adottivi, sbarazzandosi in tal modo dei concorrenti e rimanendo unici padroni del nido. I nuovi genitori continueranno a nutrirli lo stesso, guidati dall'istinto naturale. (...) Se per conoscere il futuro dai cuculi è necessario contarne i canti, per essere baciati dalla fortuna è sufficiente vederli da vicino, a condizione che non siano intenti a bere, nel qual caso, sarete inesorabilmente colpiti dalla sfortuna più nera.
L'arrivo del cuculo dalla migrazione invernale era una data importante, sulla quale, nelle campagne, ci si basava per programmare molte operazioni agricole. A Bologna si diceva che "Quando canta il cuculo, c'è da fare per tutti", cioè iniziano i lavori agricoli. L'arrivo di questo uccello era previsto per i primi giorni d'aprile, e quando tardava ci si preoccupava: "Il due o il tre d'aprile, il cuculo ha da venire. L'otto, se non è venuto, o che è morto, o che è cotto". Nel Bolognese, a chi è ardito con le parole, ma non lo è poi nei fatti, si dice "Come il cuculo, tutta voce e penne". Questo volatile è infatti un gran chiacchierone: il maschio, una volta stabilitosi in un certo territorio, trascorre, ad esempio, ore e ore a ripetere incessantemente il suo cu-cù (da cui anche il nome).

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