Ogni staffetta (per staffetta si intende l’insieme delle squadre che scrivono uno dei racconti dell’annuale raccolta) è composta da dieci squadre dello stesso grado di scuola e livello di classe (primaria 1^; 2^ ; 3^/4^/5^; medie 1^/2^/3^; superiori 1^/2^ e 3^/4^/5^ - da tutta Italia). Le squadre che compongono ciascuna staffetta raggiungono il traguardo collaborando tra loro alla realizzazione, capitolo dopo capitolo, di un racconto a partire da un’idea-guida (incipit di uno scrittore scritto in relazione al tema annuale della Staffetta).
Staffetta di Scrittura Creativa 2011/2012
Il tema
Immaginare un mondo, toccare l’orizzonte e andare Avanti. Tornare, e poi… perdersi, dunque, ri-trovare il senso della vita che è dentro di me, di là dal mare. In, oltre…
Immagino… racconti d’avventura e amore, cavalieri … spazio, stelle, pianeti luminosi, vita e vite che si incontrano.
Immagino… il paesaggio e la quiete, poi, giovani guerrieri a battersi per difendere la terra e il mare… viaggiatori e… poeti… la principessa a cavalcare fuori dal castello per determinar giustizia
e l’incontro con l’alieno che, poi, tanto alieno non è, anzi… il Campione a giocare la partita della vita… e Galileo del 2092 che scopre… e non abiura! Il gabbiano che dall’alto piange e lava la discarica… Muthongay che attraversa il mare, incontra i balocchi e torna alla sua terra per… E ancora cento passi contro la protervia, gli occhi su Beirut e poi a camminare sotto il muro di Palestina, e sognare un’altra Herat. (…)
Imagine… Il tema rimanda alla possibilità di recuperare il valore della creatività intesa come opzione di crescita, qualificazione, sviluppo e miglioramento dell’essere e dell’attorno. Il tema è anche un omaggio a John LENNON, artista completo e uomo impegnato nel sociale che con le sue parole è riuscito a imprimere una vision di qualificazione e di impegno per migliorare la condizione umana…
In considerazione dell’esigenza di determinare una consapevole relazione con il titolo della staffetta 2011/2012 preghiamo, nel momento di start up della staffetta, gli scrittori degli incipit, i docenti e gli alunni a tenere conto di quanto segue:
a – Il tema condurrà verso i seguenti ambiti: le passioni civili e l’impegno sociale, la tutela dell’ambiente, l’affermazione dei diritti, le relazioni intergenerazionali, l’intercultura, il rapporto tra la ricchezza e la povertà, il rapporto con l’attorno e l’identità territoriale;
b – Imagine… vuole anche determinare una riflessione sul valore della consapevolezza legata al valore del Sogno e intende recuperare una sana capacità destrutturativa – da parte delle nuove generazioni – dei linguaggi che dal di fuori della scuola interagiscono con la crescita globale. Imagine, ancora una volta, tende a essere una modalità strategica per aprire una discussione sui “modelli…” e in questo caso la fase di preparazione alla scrittura sarà utilizzata dai docenti per determinare un ampio confronto e comprendere quali sono gli interessi primari delle nuove generazioni (…)
IL MIO INCIPIT per le prime due classi delle scuole superiori
Staffetta di scrittura 2011/2012
Scuole secondarie di secondo grado
Incipit di Aquilino
“La nuova legge nella casa delle armi”
Non ho inserito informazioni riguardo al luogo e al tempo dell’azione. Il regno di Tuxa potrebbe fare parte di un universo avventuroso posto nel passato, con caratteristiche di tipo medievali; o nel futuro, in una umanità di nuovo barbarica. Oppure di un universo fantasy, con personaggi e popoli del genere: elfi, nani, orchi, draghi ecc. Ma sono possibili altre soluzioni. Ciò che non si può eludere, in questo incipit, è l’invito a una storia di formazione. Non condotta in termini didattici, ma di avventura pura che offra spunti di riflessione. Alla fine, grazie agli incontri che hanno fatto e alle situazioni in cui si sono ritrovati, Gundel e Melina devono avere più chiaro in mente come esercitare il potere per il bene comune.
Disturbato, un uccello notturno emise un verso lugubre. Gundel sussultò. Non per lo spavento. Aveva imparato fin da piccolo a controllare la paura e a valutare i pericoli reali. Gli era sembrato, però, che l’allocco ripetesse con voce umana: “Va via! Va via!” come per lanciare l’allarme.
Sentì un brivido e si gettò un’occhiata alle spalle: oltre la vegetazione, sopra la massa scura delle mura, sulle sagome nere dei palazzi di Tuxa, la capitale dell’impero.
Continuò a seguire il sentiero per il fiume, dove lo aspettava Naro, l’affezionato servo.
“Capisci che, se dovessero prenderci, il re ti farebbe squartare?” gli aveva domandato Gundel la sera prima.
“Conosco i rischi. Io non ti lascio andare via da solo.”
Va via! Va via!
Maledisse l’allocco, il cui strido graffiava il silenzio della notte. Sì, vado via! avrebbe voluto gridare. Scappo! Non mi hanno dato altra scelta!
Procedeva rapido, il respiro regolare, lo sguardo fisso in avanti, nel cuore l’angoscia di un conflitto lacerante. Accanto alla barca, Naro lo aspettava. Anche in lui si agitavano pensieri contrastanti. Aveva sperato fino all’ultimo in una soluzione diversa. Se avesse fatto la volontà del padre, anche Gundel sarebbe diventato potente e ricchissimo. Egli era l’erede. Avrebbe regnato sull’impero di Tuxa e sulla sua popolazione. Ma Gundel era diverso. Naro imprecò sottovoce. Gundel era diverso! Voleva essere un re diverso!
Suo padre si era proclamato imperatore trucidando a tradimento il predecessore e decapitando più di ottomila oppositori. Aveva nominato ministri i propri complici, criminali che ora vivevano nel lusso, rispettati e temuti. Convinto che solo il controllo assoluto sulla popolazione potesse rendere sicuro il trono, aveva organizzato una fitta rete di spie e una polizia segreta e spietata che obbediva solo a lui. Ambizioso, non investiva nel benessere del popolo, ma in armamenti e campagne militari. Cinico e amorale, governava con la corruzione, l’inganno, l’opportunismo. Naro sospirò, amareggiato: Gundel era onesto, generoso e buono d’animo. Come poteva vivere nel disfacimento della bellezza, della convivenza pacifica e della giustizia?
Sentì dei passi, lo vide arrivare. Gli sorrise. La sua non era una fuga. Lo avrebbe accompagnato nei luoghi della guerra e della pace, della ricchezza e della povertà, della gioia e del dolore, presso i popoli più diversi, alla ricerca delle leggi di una società più giusta. Gundel aveva scelto una strada ardua, quella della saggezza.
I due si scambiarono un’occhiata, annuirono. Gundel salì sulla barca. Naro puntò il remo contro la riva per staccarsene, ma una voce ansimante lo impietrì.
“Un servo vi ha sentiti confabulare. Il re sa tutto. Urla come un folle. I soldati vi stanno cercando. Io vengo con voi.”
Senza aspettare risposta, Melina saltò sulla barca, si accucciò, fissò Gundel dritto negli occhi e con un cenno invitò Naro a partire.
Il cuore di Gundel riprese a battere. Il giorno prima le aveva detto addio. E invece lei era lì. Non riusciva a staccare gli occhi dai suoi. E il cuore riprese a battere troppo veloce. Era così bella, Melina!
Per continuare
È opportuno dare un’età ai due ragazzi, accennare al loro rapporto, cominciare a definirne carattere e personalità. Naro potrebbe rivelarsi un servo fuori del comune, con sensibilità e capacità notevoli. Si può anche abbozzare una mappa del territorio. Il fiume può attraversare regioni con clima e caratteristiche geografiche dissimili, abitate da popoli con sistemi sociali e politici diversi. Occorre però lasciare che questa mappa del mondo si definisca in itinere, in modo che tutte le classi possano dare un contributo.
Durante la narrazione, potrebbe essere costante la minaccia che gli sgherri di Tuxa (possono trovare alleati e ordire inganni e tradimenti) riescano a catturare i fuggitivi.
Il compito che si prefigge Gundel è di definire il potere, nella sua gestione e nelle sue finalità. Tuttavia, il racconto non deve diventare un saggio: dovrà sempre prevalere l’avventura narrata.
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