Quando la Giunti mi chiese un progetto per estendere il primo libro degli Orrendi e farlo diventare una serie, elaborai una trilogia, chiamata La trilogia della tolleranza. Comprendeva sei storie, delle quali fornivo una sintesi.
Questo avveniva nel febbraio del 2010. Ecco che cosa scrivevo alla casa editrice per presentare l’opera.
“Una delle caratteristiche è quindi la varietà dei personaggi (realistici, mostruosi, storici, con poteri, un drago particolare…) e la varietà degli scenari. In ogni libro il lettore può quindi aspettarsi continue sorprese senza che ciò crei discontinuità o invalidi la coerenza interna.
Un’altra caratteristica è che tutti i personaggi, anche quelli più “innaturali”, sono trattati dal di dentro, raccontati seguendo emozioni e sentimenti non banalizzati, ma autentici e profondi.
I protagonisti, pur avendo poteri o apparendo tanto diversi e straordinari, sono e restano bambini o ragazzi con i comportamenti adeguati all’età e non assumono il ruolo di “Super(uomini)”. Essi si relazionano con il mondo, con i coetanei e con gli adulti in modo consono all’età e alla propria storia.
Altri protagonisti sono i bambini in difficoltà che gli Orrendi si prefiggono di salvare. Essi sono bambini reali, che hanno paura e soffrono e attivano da parte del lettore una forte empatia. Pagine, quindi, di emozioni forti e commoventi.
A controbilanciare l’orrore e la commozione interviene l’ironia onnipresente sia come scrittura sia come partecipazione alle vicende di personaggi come Spizzo, Scossa, Jasmine e altri che stemperano il senso di tragedia là dove si presenta.
Sono libri con protagonisti bambini che salvano altri bambini e quindi gli atteggiamenti dominanti sono il coinvolgimento dinamico, il divertimento, l’ottimismo.
Senza doverlo esplicitare al lettore, si può inoltre sottolineare un intento di unità: tolleranza come rispetto e accettazione dell’altro anche quando è diverso.”
Mi sembra che i primi tre episodi pubblicati rispondano agli intenti. Anzi, sono soddisfatto di come mi si rivelino sempre nuove potenzialità e ritengo che le linee guida della serie al momento siano:
- affrontare tematiche sociali importanti
- fornire al lettore motivi di riflessione ed esempi di rapporti affettivi positivi
- sfruttare le ricchezze espressive di tutti i generi: fantasy, storico, fantascientifico, drammatico, comico...
- offrire una scrittura densa e varia, che appassioni e sorprenda
In ogni episodio cerco di lasciare aperture per sviluppi futuri. In questo "Nelle miniere di Molooc" c'è tutto un mondo fantasy da esplorare. Nanoz e Sassolino vengono dalla Nanizia, e la Nanizia l'ho immaginata circondata da quattro regioni in riva al mare Oceano: Orcozia, Mostrandia, Mitolia, Elfelia. Se la serie avrà un seguito, potrò attingere a questa Magilandia per molte storie. Se la serie sarà interrotta... me le sognerò per conto mio.
Nel prossimo volume, tuttavia, non saremo a Magilandia. Lo scenario apparirà crudamente realistico: i bambini non vivono solo nel mondo delle fate, ma anche in quello degli orchi.
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