Li faccio sedere a
semicerchio. Parlo dei personaggi e dei costumi di scena. Ho cambiato idea, non
li vedo più con gli indumenti di tutti i giorni. Frugo tra gli scatoloni dell’aula
teatro. Si tuffano sul travestimento, uno dei giochi preferiti dai bambini. Andrea
in giacca e cravatta, Giovanni tutto colorato (e con un naso rosso che ogni
tanto gli compare sul viso), Luca una tunica nera con cappuccio, Lorenzo in
tenuta da calciatore, Armanda dark con trucco vistoso, Giada C. tessuti con brillantini
da star, Giada M. top nero e non so, Michela jeans e giubbetto.
Proviamo fin oltre la
metà, e tutto fila liscio. Ognuno cerca la sintonia con il personaggio.
Consolidiamo la voce (soprattutto per Amanda e Michela), il modo di muoversi (Giada
C.) e la partecipazione è vivace e allargata. La sorpresa arriva quando alcuni
esprimono proposte valide o improvvisano sul testo. Luca, per esempio,
cogliendo anche i suggerimenti altrui, s’inventa di essere stregone quando ha
il cappuccio calato sul viso e bambino quando se lo abbassa, con due voci
diverse e coerenti. L’effetto è esilarante e infatti tutti ridono di gusto.
Le due ore trascorrono
in fretta. In attesa dei genitori, li faccio giocare ai mimi. Pare che non
vogliano più andarsene. Il gruppo è coeso e senza conflitti, disciplinato e
motivato. Una meraviglia.
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