sabato 20 aprile 2013

PASSEROTTI 12: IL GIOCO DEL TEATRO




Quando, a ottobre, abbiamo svolto i primi giochi-esercizi per familiarizzare con il teatro, oltre all’imbarazzo si manifestava la mancanza di competenze per quanto riguardava spazio, voce, gestica, immedesimazione, relazione con il pubblico e improvvisazione. Giovedì, terminata la prova, propongo un gioco semplice: pescate dagli scatoloni qualche telo, travestitevi e intratteneteci. Il gruppo esce per fare modo all’interprete di prepararsi in tre minuti. Rientriamo, ci accomodiamo e l’attore di turno sbuca dal paravento. La prima tematica è relativa alla cacca. Inevitabile, dopo che l’alunno è stato sorpreso dalla maestra mentre redigeva un “Libro sulla cacca” (più che altro inerente alla tecnica) che è stato letto alla classe con grande divertimento. Poi si passa alla follia: un’alluvione di parole quasi in libertà, nel cui flusso si perde la logica, all’inseguimento di suggestioni fiabesche e televisive. La recitazione è sicura, divertita e divertente; l’improvvisazione è fluida e continua. È teatro che si fa gioco, e gioco che diventa teatro. Come in tutti i giochi, ci sono regole da rispettare e abilità da acquisire; bisogna esercitare il controllo delle proprie azioni, conquistare l’”adgredi” (“L’etimologia della parola stessa ad gredi, significa andare verso... verso gli altri, verso la vita, verso la realizzazione di sé. È forza vitale e positiva, promuove il movimento del bambino verso l’autonomia, l’esplorazione”, da pediatiapratica.it). Solo così il gioco si fa appassionante. E non si vorrebbe smettere mai.




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