giovedì 11 dicembre 2014

ROMEO E GIULIETTA per i ragazzi

Nel programma di PICCOLE DA DONNE, il corso di teatro per ragazzi dai dieci ai dodici anni (che comprende Otello, Yerma, Medea, La locandiera, Eracle) c'è questa riduzione di "Romeo e Giulietta". La pubblico per dare un esempio di come lavoro con i ragazzi.

PICCOLE MA DONNE
William Shakespeare
ROMEO E GIULIETTA (1597) - La vicenda si svolge a Verona nel 1303
Romeo (ANDREA), Giulietta (MARTINA), Capuleti (PAOLO), Nutrice (AURORA), 
Tebaldo (MARCO), Mercuzio (GIULIO), Madre G. (SOFIA), Frate Lorenzo (VITTORIO)


Scenografia: un trabattello mascherato da un telo bianco costituisce il balcone da cui si affaccia Giulietta; offre anche uno schermo per i fuori scena; due cubi bianchi. Costumi: tutti in nero meno Romeo e Giulietta, in bianco.
Sulle note di “Tempus est iocundum” dei Carmina Burana  gli interpreti entrano danzando. Si salutano con inchini ed effettuano stop di tre secondi ognuno a propria discrezione. Si richiedono: riempimento dello spazio, accordo del movimento con la musica, relazioni diverse con i partner, controllo della postura. Quando la musica cessa, si fermano e ruotano lenti la testa verso il pubblico.
TUTTI               Due grandi famiglie, Montecchi e Capuleti, si odiano per un’antica faida nella bella Verona. Dai due nemici nasce una coppia di infelici amanti, Romeo e Giulietta.
La musica riprende, si fa avanti il padrone di casa.
CAPULETI      Benvenuti, signori, nella mia casa! Siete i benvenuti nella casa dei Capuleti. Forza, suonatori! Musica e danze!
La musica si ferma di nuovo, ma tutti riprendono a danzare come prima, lasciando libera la fascia di proscenio. Romeo confabula con Mercuzio.
ROMEO           Che è la dama che danza con quel cavaliere? È una Capuleti? La mia vita è nelle mani del mio nemico.
GIULIETTA     Va’ a domandare chi è quel gentiluomo.
NUTRICE        Il suo nome è Romeo, un Montecchi, l’unico figlio del vostro grande nemico.
GIULIETTA     Unico mio amore, nato dal mio unico odio!
Dal gruppo, ora immobile e attento a ciò che succede, si stacca Tebaldo che va a provocare Romeo.
TEBALDO       Zio, costui è un Montecchi, nostro nemico, furfante venuto per beffarsi della nostra festa.
CAPULETI      Sta’ calmo, Tebaldo. Lascialo in pace. È un giovane virtuoso e ben educato.
Tebaldo lascia Romeo e affronta Capuleti.
TEBALDO       È una vergogna! Non lo tollero!
CAPULETI      Vuoi creare subbuglio tra i miei ospiti? Allegri, dame e cavalieri, allegri!
Gli invitati scuotono la testa e si dispongono con movimenti fluidi e lenti, come nuotando in aria, ai lati del balcone. Si richiede: massimo controllo del corpo e accorto utilizzo dello spazio. Musica di Bernart de Ventadorn, “Bien m’an perdut”.
UNO                 Più tardi, Romeo penetra nei giardini del palazzo e spia Giulietta affacciata al balcone.
Ora tutti formano il CORO, che ripete le parole sottolineate. Si richiede: controllo e modulazione della voce.
GIULIETTA     Ahimé!
Romeo si sporge da dietro il trabattello.
ROMEO           Ecco, parla. Oh, parla ancora, angelo splendente!
GIULIETTA     O Romeo! Romeo! Perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre e rifiuta quel nome, o se non vuoi, legati al mio amore e non sarò più una Capuleti.
ROMEO           Devo rispondere o ascoltare ancora?
GIULIETTA     Solo il tuo nome é mio nemico: tu sei tu, anche se non fossi uno dei Montecchi. Che cosa vuol dire Montecchi? Né mano, non piede, né braccio, né viso, nulla di ciò che forma un corpo. Prendi un altro nome! Che c’è nel nome? Quella che chiamiamo rosa, anche con un altro nome avrebbe il suo profumo. Rinuncia al tuo nome, Romeo, e per il nome, che non è parte di te, prendi me stessa.
Romeo esce allo scoperto.
ROMEO           Ti prendo sulla parola, chiamami solo amore, e avrò un nuovo battesimo. Ecco, non mi chiamo più Romeo.
GIULIETTA     Chi sei tu, che difeso dall’ombra della notte entri nel mio chiuso pensiero?
ROMEO           Con un nome non so dirti chi sono. Odio il mio nome che ti è nemico.
GIULIETTA     Non sei Romeo, uno dei Montecchi?
ROMEO           Né l’uno, mia bella fanciulla, né l’altro, se non ti è caro né l’uno né l’altro.
GIULIETTA     Se ti vedono, ti uccidono.
ROMEO           Se mi guardi con dolcezza, sarò forte contro l’odio.
La nutrice si alza chiamando Giulietta e sale accanto a lei sul balcone.
NUTRICE        Giulietta! Giulietta!
GIULIETTA     Mi chiamano, dolce Montecchi, buonanotte.
ROMEO           Buonanotte, mia felicità.
Una musica moderna di ispirazione medievale: Kingdoms Teutonic Musica, War ok kings. Due va a prendere Tebaldo e Mercuzio e li dispone come manichini con le pose appropriate. Si richiede: pulizia e precisione dei movimenti.
DUE                  Tebaldo è presuntuoso e attaccabrighe, invidioso della buona fama di Romeo. Per strada, insulta Romeo, difeso dall’amico Mercuzio.
Tebaldo mima un’aggressione verbale a Romeo.
MERCUZIO     Tebaldo, sei un acchiappatopi!
TEBALDO       Che vuoi da me?
MERCUZIO     Spicciati a tirare fuori la tua spada, prima che la mia ti piombi addosso.
TEBALDO       A tua disposizione!
Più che un duello, una rissa. Tebaldo colpisce Mercuzio al petto e allo stomaco, Mercuzio si difende colpendolo alla gamba. Tutti bisbigliano eccitati.
ROMEO           Signori, è una vergogna! Smettete quest’oltraggio! Il principe ha vietato i duelli per le vie di Verona.
Tebaldo colpisce Mercuzio con la spada, al rallentatore. Una voce singola grida la battuta, ripetuta dal Coro cupo, levatosi in piedi. Si richiede: espressione di drammaticità.
TUTTI               Tebaldo colpisce Mercuzio.
MERCUZIO     Sono spacciato. Qualcuno mi aiuti.
ROMEO           Coraggio, amico. La ferita non può essere grave.
MERCUZIO     La peste su tutte e due le vostre case! Hanno fatto di me carne per i vermi.
Una voce singola grida la battuta, ripetuta dal Coro cupo, poi tutti crollano a terra. Si risollevano sulle braccia per seguire gli avvenimenti.
TUTTI               Mercuzio muore.
ROMEO           Tebaldo, carogna, dove sei?
TEBALDO       Tu, sciagurato, andrai a tenergli compagnia.
ROMEO           Lo decide la mia spada.
Uno dopo l’altro, da sinistra, si trasmettono la notizia.
TUTTI               Tebaldo muore.
Ora la scena si fa concitata. Si richiede: rispetto dei tempi, prontezza di movimento e concatenazione delle battute.
TRE                   Romeo, scappa! Se ti prendono, il principe ti condanna a morte!
QUATTRO       Romeo deve scappare, ma vorrebbe salutare Giulietta. Nessuno sa che si sono sposati in segreto.
NUTRICE        O, Signore ! Oh, Signore! La morte è la fine di ogni cosa!
ROMEO           Nutrice, hai parlato con Giulietta? Come sta? Che cosa dice la mia sposa segreta del nostro amore distrutto?
La nutrice ripete per tre volte la battuta, ripresa da tutti con intonazioni diverse. Accompagna Giulietta sul cubo collocato a destra. Romeo va dietro il trabattello.
NUTRICE        Non fa che piangere e piangere. Non fa che disperarsi.
Ancora una musica di ispirazione medievale: Sebastiano Occhino Middle Ages Musica, At Frederik’s Court. La madre passeggia avanti e indietro nervosa.
MADRE G.      Ebbene, Giulietta?
GIULIETTA     Signora madre, non sto bene.
MADRE G.      Vengo a darti notizie felici. Giovedì un nobile gentiluomo, il conte Paride, ti prende in sposa nella chiesa di San Pietro.
GIULIETTA     Vi prego, signora madre, dite al mio signor padre che non mi voglio sposare.
Quando entra Capuleti, aggressivo, tutti in piedi, agitati, si spostano dietro Giulietta, la trattengono per un braccio, lei si slancia invano verso la madre, poi la madre e Capuleti vanno dietro il trabattello.
CAPULETI      Come? Che dici? Sciagurata disobbediente! Vieni in chiesa giovedì, altrimenti va’ a fare l’accattona, muori di fame, crepa per le strade, perché io non ti riconosco più.
GIULIETTA     Dolce madre mia, non abbandonarmi.
MADRE G.      Non dirmi niente, non voglio più saperne di te.
Il Coro scorta Giulietta al centro e gli pone di fronte il frate. Poi sistema dietro di loro i due cubi. Sul balcone appaiono i coniugi Capuleti, inespressivi.
CINQUE          Giulietta, disperata, chiede aiuto al suo confessore, frate Lorenzo. Se non trova una soluzione, minaccia di uccidersi.
F.LORENZO    Prendi questa fiala. Bevi la pozione. Il tuo cuore cesserà ogni battito. Per quarantadue ore non ci sarà più né calore né respiro a testimoniare che sei viva.
Mentre SEI espone il piano, stendono Giulietta sui cubi, poi tutti camminano lenti con le braccia sul petto e la testa poggiata sulla mano.
SEI                Il piano è semplice. Creduta morta, Giulietta viene deposta nella cripta. Poi, frate Lorenzo fa venire Romeo di nascosto e i due innamorati se ne fuggono insieme a Mantova.
SETTE              Ma il messaggero viene bloccato dalle guardie. Romeo sente dire che Giulietta è morta. Si procura un veleno e si precipita a Verona. Vuole suicidarsi nella cripta.
Ancora una musica del trovatore Bernart de Ventadorn, Can vei la lauzeta. Romeo s’inginocchia dietro Giulietta.
ROMEO           Ah, Giulietta cara, sei ancora così bella! Resterò per sempre con te. Occhi, guardate per l’ultima volta! Braccia, prendete l’ultimo abbraccio! Ecco, al mio amore! Così, con un bacio, io muoio.
Tutti immobili con le braccia tese verso Giulietta.
OTTO                Al suo risveglio, Giulietta si ritrova accanto il cadavere di Romeo.
GIULIETTA     Che cos’è questa fiala? Veleno. Non me ne hai lasciato nemmeno una goccia, per aiutarmi a seguirti? O felice pugnale! Lascia che io muoia.
Stendono sui due un telo nero.
TUTTI               Questa mattina porta con sé un lugubre silenzio. Non vi fu mai storia più dolorosa di questa di Giulietta e del suo Romeo.

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