mercoledì 19 agosto 2009
SCRITTURA NUOVA
LA VERA STORIA DELLA DONNA LUPA E DI QUELLA VAMPIRA
NFF NOTTURNO FRINGE FESTIVAL
domenica 23 agosto
Scritto da Aquilino
Regia di Giorgia Boscarino e Giorgia D’Acquisto
Interpretato da Giorgia Boscarino e Giorgia D’Acquisto
Lo spettacolo nasce come favola per adulti, come gioco di parole tra realtà e fantasia. I mali della società, visti attraverso gli occhi di due donne-animali.
Lo spettacolo è pervaso di ironia e comicità; il sorriso nasce dalla tragedia, dalla crudeltà di queste due donne. Lupa e Vampira che, come in una partita di ping-pong si passano le parole, crude e pesanti, si raccontano: l’abbandono, il rifiuto, la morte, la violenza, la vendetta…
Il loro linguaggio è pungente, perché i loro pensieri e le loro azioni lo sono. Non una scelta il loro modo di vivere, ma una soluzione, l’unica. Disumane, brutali ma specchio della società che raccontano in cui si ergono a paladine.
Il pubblico sarà chiamato a diventare complice del gioco teatrale, un banchetto di nozze in cui loro stessi sono gli invitati…e forse gli sposi!
“La vera storia della donna Lupa e di quella Vampira”, è una possibilità, per noi, di soffermarci a riflettere con il pubblico attraverso uno stile grottesco, in quella che potremmo definire una commedia noir.
La scena conterrà come unico elemento un frigorifero, luogo dove si consuma il naturale, seppur brutale, pasto delle due protagoniste; diverrà un’ alcova, un altare.
Le stesse luci richiameranno lo stato d’animo delle due donne, il loro pensiero fermo e solido.
“Nella vostra comunità avete ladri, stupratori, venditori di organi, inquinatori, guerrafondai, rissosi, imbroglioni, massacratori….che differenza farà se ci aggiungiamo una donna Lupa e una donna Vampira?”
…questo lasciamo che si decida…
In bocca al lupo, Giorgia e Giorgia!
Dal "Giornale di Siracusa", http://www.giornaledisiracusa.it/politica/5791-noto-arriva-il-fringe-festival-domani-cinema-di-notte.html
giovedì 6 agosto 2009
TEATRO NEWS
ECCO L'INIZIO.
SUGGER Scena prima. In piazza. Rosina spazza la strada. Ascolta le lamentele di alcuni personaggi di questa commedia che un po’ è in italiano un po’ è in veneto e un po’ in un’altra lingua. Io faccio il suggeritore e d’altro non voglio impicciarmi.
ARLECHIN Ohi ohi ohi!
ROSINA Se lamenta de no fare gnente e de no gavére mai pensieri.
ARLECHIN Ohi ohi ohi, Rosina, ohi ohi ohi. Patisso tanto che vurìa crepare qua e dèsso. Dame ‘na spada che me sbuséco!
ROSINA Na spada non so indove catarla, ma se te fa comodo na scoa…
ARLECHIN Non son un pavimento, mi. Son Arlechin! E go fame. Go na fame che… zzzzz!... na mosca! Grassa. Varda che prosiutti. Mosca a lo spiedo. No, in salsa. O co a polenta. E invece mèjo cruda. Vien qua, vien qua che te magno. Ciapada! Senti come protesta! Tale e quale al mé stomego. Ma dèsso faso festa.
Mosca mosca delle mie brame
ti sei forse posata sul letame?
Andando qua e là a zonzo
ti sei forse posata su uno…?
Gnam! Uhm, che saóre speziato, par gnente delicato, un gusto de vacca, con un odor un odorin de…
ROSINA Va’ via! Va’ a zercare un laóro! Lazarón!
ARLECHIN Serva del parón!
ROSINA Ciapalo in sul muso! gli lancia lo straccio
ARLECHIN Birignao! Canta el galo in del ponaro, quando el fa chicchirichì dame un baso ti a mi!
ROSINA Un morsego, te dago. Te strapo na recia. Va’ via!
Ho già scritto uno dei due atti unici di fantasy che sarà interpretato da una classe quinta elementare: GLI OCCHI DEL DRAGO. L'altro, LA VITA DELL'ELFO, per il nuovo gruppo di passeri di prima media lo scrivo a settembre quando si raccolgono le iscrizioni. Ho incontrato Lia, figlia di Gianna (scenografa) che canta metal per verificare la possibilità di avere sul palco musica dal vivo. Si vedrà.
Domani vado a Milano per cercare libri su CRISTINA BELGIOIOSO. Marta Comerio ripresenterà il monologo su ARTEMISIA, ma gliene hanno chiesto un altro che sarà in scena a Monza a gennaio e poi forse sarà rappresentato anche al Poldi Pezzoli.
Mi sono incontrato con la compagnia Cacao, dato che mi hanno invitato a fare la regia di ALLEGRI GENTE... CHE DISGRAZIA, una storia del 1300 sul Pirin, la maschera di Oleggio. Sono curioso di vedere come gestirò ben 23 interpreti, dai dieci agli ottant'anni. Si andrà in scena a febbraio.
LIBRI DI LUGLIO
POESIA TRENTA
Ogni giorno il giorno ci dà luce, serica
al mattino e vellutata a sera, diversa a ogni battito di tempo,
calda al meriggio e arcana al crepuscolo, fioca
e lontana di notte: non c’è buio che non abbia
un occhio a spiarlo.
E c’è un uomo, dietro di lui un esercito, che spegne
tutto ciò che brilla di luce propria (lui è un sole nero).
Paesaggio
desolato e disgustoso, luce sghemba
inginocchiata al vuoto. E al centro, luogo
di delizie e nequizie, l’aureo castello dove lui festina
con i tetri e bugiardi sgherri, suoi cloni.
Chiudi gli occhi, allora: meglio
brancolare nel tuo buio che
vagare umiliato e ferito nell’oscurità del tiranno. Un giorno
senti sulla pelle il tepore del sole: prima abbaglio, poi
le rovine del castello, le ossa grigie dell’arroganza
su cui la luce danza, danza e conta una storia.
Tanto dolore, ed ecco la sua gloria.
SALENTO 2009
CRACO
mercoledì 5 agosto 2009
MAMMA MAMMAZZA repliche
VERGINELLA
PRIMA NAZIONALE
VERGINELLA
di Aquilino
con Tommaso Banfi, Marta Comerio, Sergio Leone, Giorgia Senesi
Scene e costumi LupusAgnus
Organizzazione Valentina Falorni
regia Stefano De Luca
produzione LupusAgnus Piccolo Teatro di Milano
Verginella -dieci anni- in fuga dall'istituto a cui è stata affidata in custodia, si rifugia in una chiesa. Gli adulti che si occupavano di lei, la madre e lo zio, sono stati arrestati dalle forze dell'ordine con l'accusa di molestie sessuali. La bambina non può confidare a nessun'altro il suo dramma segreto se non a un'immagine sacra che rappresenta Gesù. E lo farà con le parole -poetiche e devastanti- di una bambina sospesa tra amore e terrore per l'adulto abusante, tra negazione e disperata ricerca di soccorso.
Verginella è il secondo spettacolo di LUPUSAGNUS.
Costituisce inoltre il secondo tassello di una trilogia di Aquilino sulla famiglia, iniziata in questa stagione con la messa in scena di “Mamma mammazza” e che si concluderà nel 2010 con l'antimusical “Canicani”.
La poetica di Lupusagnus ci porta naturalmente ad affrontare e approfondire tematiche legate alla violenza e all'emarginazione. Tematiche che richiedono una riflessione che porti al superamento della semplice reazione emotiva davanti al mostro di turno. Ma che indaghi invece sulle complesse dinamiche di potere e di sopraffazione che si annidano nelle relazioni umane e sociali, persino all'interno della famiglia.
Il teatro non è certo informazione. Ma può essere riflessione. La società riflette su se stessa. Promuove la discussione e l'approfondimento.
Queste tematiche non possono essere lasciate alla informazione spettacolarizzata né semplicemente all'aspetto giudiziario delle vicende di pedofilia.
In questo crediamo che il teatro possa e debba offrire il suo contributo allo sviluppo di una società matura, in grado di saper guardare anche agli aspetti più oscuri dell'animo umano e delle relazioni familiari e sociali.