sabato 22 settembre 2012

QUALCHE RIFLESSIONE SU PAN E TEATRO


TRATTO DA WIKIPEDIA:

“Il nome deriva dal greco paein, cioè pascolare, e infatti Pan era il dio pastore, il dio della campagna, delle selve e dei pascoli. Il nome è però simile a πᾶν, che significa tutto. In alcuni miti è descritto come il più antico degli Olimpi, se è vero che aveva bevuto con Zeus il latte da Amaltea, allevato i cani di Artemide e insegnato l’arte divinatoria ad Apollo. Dal suo nome deriva il termine timor panico, poiché il dio si adirava con chi lo disturbasse emettendo urla terrificanti, provocando così una incontrollata paura, il panico, appunto. Alcuni racconti ci dicono che lo stesso Pan venne visto fuggire per la paura da lui stesso provocata.
È un dio potente e selvaggio, esteriormente è raffigurato con gambe e corna caprine, con zampe irsute e zoccoli, mentre il busto è umano, il volto barbuto e dall’espressione terribile. Vaga per i boschi,spesso per inseguire le ninfe, mentre suona e danza. È molto agile, rapido nella corsa ed imbattibile nel salto.
Pan non viveva sull'Olimpo: era un dio terrestre amante delle selve, dei prati e delle montagne. Preferiva vagare per i monti d’Arcadia, dove pascolava le greggi e allevava le api.
Pan era un dio perennemente allegro, venerato ma anche temuto. Legato in modo viscerale alla natura e ai piaceri della carne, Pan è l’unico dio con un mito sulla sua morte. La notizia fu diffusa da Tamo, un navigatore, e portò angoscia e disperazione nel mondo.
Legato alla terra e alla fertilità dei campi, alla Luna e alle forze della grande Madre, è un dio generoso e bonario, sempre pronto ad aiutare quanti chiedono il suo aiuto.
Come accade per Cernunnos, esiste una corrente di pensiero che dice che questo dio pagano sarebbe stato ripreso in seguito dalla Chiesa Cristiana per utilizzare la sua immagine come iconografica di Satana.
Pan è un dio con una forte connotazione sessuale, amava sia donne che uomini, e se non riusciva a possedere l’oggetto della sua passione si abbandonava all’onanismo.”



Teatro come ecosistema, la vitalità assicurata dalla coesione e dall’interrelazione dei componenti.
Teatro come forza espressiva che induce stupore e timore, sconcerto e perfino rifiuto.
Impossibile inserire Pan in un salotto o comunque nei normali rapporti civili tra esseri umani.
Teatro come visione non particolare e non personalistica, prospettiva dell’universale, riflessione sull’episodio come parte del tutto, sguardo e coscienza allargati.
Teatro come libero pensiero non vincolato a ideologie e religioni.
Teatro come ribaltamento dei canoni estetici e ricerca di nuove espressività.
Teatro del dio (che si pone al di sopra del pubblico, lo estrania), ma del dio che muore, senza risorgere.
Teatro dell’essenziale in quanto effusione di energia.
Teatro della misura (Pan suona il flauto) e dell’armonia, non solo teatro dell’eccesso e dell’azione invasiva.




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